La Propoli dei libri

La pazza normalità


Credo sia giusto ogni tanto riflettere sull' ipocrisia della nostra società e sulla falsa sicurezza che vuole far trasparire; ciò che non è conforme ai canoni prestabiliti viene messo da parte, viene isolato, giudicato, escluso da ogni forma di solidarietà sociale, scorrettamente adulato da un falso perbenismo.Ma questi canoni chi li ha decisi? Chi si è arrogato il diritto di stabilire il confine tra normalità e pazzia?? Dentro ognuno di noi c'è un soggetto potenzialmente borderline, la differenza tra il "noi" e il "loro" è solo una questione di contingenze, di opportunità, se analizziamo a fondo il problema, ci rendiamo conto che può essere anche una semplice questione di  "fortuna".Ci sentiamo più sicuri a marchiare gli altri come "strani", "diversi", perché per esclusione noi diventiamo "normali", "integrati", uomini non asociali. A volte basterebbe poco per impedire ad alcuni di superare quella sottile linea di confine che li trasporta in un mondo senza ritorno, un mondo a cui viene negata la possibilità di reintegrazione anche se la falsa ma evidente ipocrisia della società sembra essere sempre pronta ad andare incontro alle sofferenze altrui;basterebbe ascoltare ciò che queste persone hanno da dire, capire quello che vogliono esprimere, respirare quello che ci stanno comunicando, magari guardarle semplicemente negli occhi.Impareremmo moltissimo.Solo chi ha sofferto può essere il portavoce di un' esperienza di vita reale, ma noi abbiamo paura di chi soffre, scacciamo lontano chi può invitarci a riflettere, temiamo chi ci mette di fronte ad uno specchio che ci fa vedere la nuda fragilità della nostra anima.Meglio allora essere sorridenti, allegri, felici nell'essere superficiali, rallegriamoci del nostro far niente e dimentichiamoci chi siamo.Non mi sorprende quindi che la canzone di Simone Cristicchi, presentata all'ultimo festival di Sanremo, abbia già ricevuto critiche da parte di alcune associazioni; mi chiedo infatti perché presentare un tema così delicato ad un pubblico che la sera vuole solo rilassarsi? Perché esortare la gente a pensare? Perché tutte le canzoni non possono semplicemente parlare d’amore, di sole, di mare, di sesso? La verità è che il sistema dello ShowBusiness ormai ci considera dei dementi a cui propinare solamente allegre filastrocche da bambini sottosviluppati. Non permettiamo loro di trattarci in questo modo, accorgiamoci della vita che ci scorre accanto e non facciamoci intimorire dalla possibilità di riscoprire la fragile essenza della nostra umanità. Ascolta la canzone di Simone Cristicchi.