La Propoli dei libri

Dal libro " Lo zen e la cerimonia del tè " di Kakuzo Okakura


"Nella gioia come nella tristezza, i fiori sono i nostri amici fedeli. Con i fiori mangiamo, beviamo, danziamo e amoreggiamo. Con i fiori ci sposiamo e ci battezziamo. Senza di loro non osiamo morire. Abbiamo venerato con il giglio  e meditato con il loto, ci siamo lanciati in battaglia con la rosa e il crisantemo. Abbiamo perfino tentato di parlare il linguaggio dei fiori. Come potremmo vivere senza di loro? L'idea di un mondo privo della loro presenza fa paura. Quale conforto arrecano al capezzale del malato, quale luce di beatitudine nelle tenebre degli spiriti afflitti! La loro serena dolcezza ci restituisce la fiducia nell'universo quand'essa sta per svanire, così come lo sguardo intenso di un bimbo fa rinascere in noi le speranze perdute. E quando veniamo calati nella terra, sono loro che restano a piangere sulle nostre tombe.Per quanto triste, non possiamo nascondere che, nonostante la nostra amicizia con i fiori, non ci siamo sollevati  di molto al di sopra della condizione di bruti. Grattate via la pelle di pecora e il lupo che è in noi non tarderà a digrignare i denti. Qualcuno ha detto che l'uomo a dieci anni è un animale, a venti un pazzo, a trenta un fallito, a quaranta un truffatore e a cinquanta un delinquente. Forse diventa un delinquente perchè non ha mai smesso di essere un animale. Per noi non c'è niente di reale all' infuori della fame e non c'è niente di sacro tranne le nostre brame. Tutti i templi, uno dopo l' altro, sono crollati sotto i nostri occhi; un unico altare si conserva in eterno, quello su cui bruciamo incensi all'idolo supremo: noi stessi. Il nostro Dio è grande e il denaro è il suo profeta. Ci vantiamo di aver conquistato la materia, dimenticando che è stata questa a ridurci in schiavitù. Quali atrocità siamo capaci di perpetrare in nome della cultura e della raffinatezza! "    -------------------------------------------------------------------------------------"Perchè i fiori sono nati così belli e così sventurati? Gli insetti possono pungere e anche l'animale più mite lotta, quando non ha altra scelta. Gli uccelli, le cui piume sono ricercate per abbellire i cappellini, possono volar via sfuggendo al cacciatore; gli animali da pelliccia, di cui desiderate il manto, possono nascondersi al vostro approssimarsi. L'unico fiore, ahimè, che abbia le ali, è la farfalla; tutti gli altri rimangono indifesi davanti a chi li vuole distruggere. Se anche urlano durante l'agonia, il loro grido non riesce mai a giungere alle nostre orecchie ormai sorde. Siamo sempre brutali nei confronti di chi ci ama e ci serve in silenzio, ma potrebbe arrivare il giorno in cui, per la nostra crudeltà, quelli che sono i nostri migliori amici ci abbandoneranno. Avete notato che i fiori selvatici diventano ogni anno più rari? Forse i loro saggi li hanno esortati ad andarsene, sin quando l'uomo non diventerà più umano. Forse sono migrati in cielo. " 
LA CERIMONIA DEL TE'  " Quando un maestro del tè ha disposto un fiore in un modo che lo soddisfa, lo colloca nel tokonoma, il posto d'onore nella stanza giapponese. Accanto ad esso non metterà nulla che possa interferire con l'effetto prodotto, neppure un dipinto, a meno che non abbia un particolare motivo estetico per accostarli. Il fiore nel tokonoma è come un principe sul trono; gli ospiti o i discepoli che entrano nella stanza lo saluteranno con un profondo inchino, prima di rivolgersi al padrone di casa. Quando il fiore appassisce lo affida teneramente al fiume, oppure lo seppellisce con ogni cura. Talvolta vengono persino eretti monumenti in sua memoria.---------------------------------------------------------------------------------"....in questi casi comprendiamo pienamente il significato del Sacrificio dei Fiori. Forse i fiori sanno coglierne il senso compiuto. Non sono vili come gli uomini. Alcuni fiori si gloriano della morte; sicuramente è così per i fiori di ciliegio giapponese, quando si abbandonano liberamente al vento....... Per un istante si librano come nuvole ingioiellate e danzano sopra correnti cristalline; poi, salpando sulle acque ridenti, sembrano dire: " Addio primavera! Andiamo verso leterno."  "