STORIA DI ME STESSA

IL MATTINO SEGUENTE


Dormii neanche due ore.  I pensieri ormai sovrastavano la mia mente. Ripensai a quando la conobbi, al giorno in cui, tornando da scuola, nell’ascoltare la sua dichiarazione, camminai per le strade del mio paese tra la neve che, come un tappeto, accarezzava le strade,al sorriso di mia sorella quando mi disse d’aver capito tutto riguardo alla mia vera entità sessuale, alla difficile decisione presa di rivelarmi a mia madre, alle lotte continue con mio padre che non perdeva occasione di rivangare l’episodio del diario o che non perdeva occasione per fare battute maliziose in merito all’accaduto. Vi è mai capitato di ascoltare le canzoni che hanno segnato il percorso della vostra vita o qualche passo fondamentale proprio in un momento buio che state passando?!?! Bhe… mentre la mente vagava rivangando tanti, forse troppi pensieri, nelle orecchie, i Savage Garden cantavano la nostra canzone “Truly, medley deeply” e le lacrime, ormai stanche di scorrere, continuavano incessanti a rigare il mio volto. Quella mattina non andai a scuola… ma cercai lei, Barbara, quella che allora, era la mia più cara amica e che, oltretutto fu stata la prima tra le miei amicizie a sapere di me. Le raccontai tutto e con lei cercammo di focalizzare e capire molte cose. Aspettavo però con ansia il momento in cui mia sorella arrivasse da scuola. Mi feci trovare a casa e ne parlai con lei che, ovviamente, non voleva crederci. Cercai così di trovare l’impossibile da fare affinchè mi ritrovassi impegnata e non pensassi più a lei.. anche se, inevitabilmente, accadeva.Fino al giorno in cui, come accennato precedentemente, un’amica in comune mi diede modo di capire il reale motivo per il quale Patrizia mi aveva lasciata. Non mi aveva lasciata solo per quello, c’era un motivo molto più grave alla base ma non aveva avuto, a quanto pare, il coraggio di rivelarmelo. Mi aveva tradito con un uomo e successivamente, ne rimase incinta. I mesi passarono velocemente. Dapprima non fu semplice non pensare a lei. E quasi in me era subentrata la convinzione che mai più avrei avuto una storia con un’altra donna… che dovevo negare la mia vera entità… perché amare mi faceva stare troppo male…e non volevo più soffrire. Troppe domande, troppi perché… volevo il silenzio, il silenzio nella mia testa, volevo la pace… la pace nel mio animo, nella mia vita. Non tardò ad arrivare, comunque, la decisione presa da parte di mia madre, stanca ormai dei continui comportamenti avvizziti da parte di mio padre, della separazione. Ad agosto del 2005, mio padre, non era più in casa.