GRAFFIGNANA NOTIZIE

ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 9/07/2009 - Rimane senza luce e rischia di morire


L’Enel gli ha staccato la corrente perché non pagava le bollette: pur seguito dai servizi sociali, ora potrebbe essere sfrattato Rimane senza luce e rischia di morire Un uomo di Graffignana può vivere solo con un respiratore Un monolocale angusto, meno di trenta metri quadrati. Una moglie e un figlio con cui condividerli e un respiratore polmonare che gli permette di sopravvivere all’apnea notturna multipla, scoperta da poco. Per Alessandro Arensi, originario di Miradolo Terme, ma residente a Graffignana al civico 46 di via Veneto, la vita non è facile. E nei giorni scorsi, l’ennesima beffa: la corrente staccata dall’Enel per il mancato pagamento di tre bollette. Impossibile pagarle per questo nucleo familiare con 220 euro di affitto sulle spalle, le spese mediche e un piccolo a carico. E in fretta e furia, la famiglia si è trasferita a Miradolo dalla madre del giovane, che ha deciso di denunciare una situazione insostenibile. «Avevamo fatto richiesta al comune per avere un aiuto: Alessandro e sua moglie sono disoccupati, non hanno modo di sostenere le spese di casa, ma se ne sono fregati - denuncia la madre del giovane, Francesca Alfano - ; noi non possiamo farci carico di tutto. Mio marito è un artigiano che lavora per conto di terzi, ma con la crisi ha perso quasi tutti i clienti. Adesso lavora per una sola azienda, paghiamo mille euro di affitto tra la casa e il laboratorio e il mese scorso sono entrati 1500 euro». Dal comune assicurano che la pratica della famiglia Arensi era già in mano da tempo all’assistente sociale e che la corrente staccata, che avrebbe potuto mettere in serio pericolo la vita del giovane, che senza il respiratore rischia infarti e ictus, «è un episodio spiacevolissimo, di cui però non possiamo avere responsabilità» ha detto il vicesindaco, Giovanni Scietti. L’assistente sociale avrebbe, infatti, comunicato all’Asl la necessità di aprire una procedura di certificazione della presenza di un apparecchio elettromedicale salva-vita da inoltrare all’Enel che, in casi come questo, assicura la continuità energetica e a volte potenzia il contatore. Richiesta però che non sarebbe ancora arrivata al fornitore di energia. «Quando siamo andati a chiedere spiegazioni all’Enel ci hanno detto che a loro non era arrivata alcuna comunicazione - spiega ancora la madre che attacca il comune anche per l’assenza di qualsiasi altro sostegno economico - ; siamo stati costretti ad aprire un contratto con un nuovo intestatario per avere subito la corrente e quindi abbiamo affrontato nuove spese di allacciamento. Avevamo fatto anche richiesta per un aiuto nelle spese di affitto. La moglie di mio figlio non trova lavoro, come possono vivere? L’assistente sociale ci aveva assicurato che avrebbe parlato con il padrone di casa e invece non ha fatto nulla. Minacciano di buttarli fuori». Rossella Mungiello