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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 28/09/2009 -Pd, nel Lodigiano è tripudio per Bersani


Il politico piacentino sfiora il 57 per cento. Santantonio: «Lega pigliatutto nel centrodestra, guardiamo a nuove alleanze» Pd, nel Lodigiano è tripudio per Bersani L’ex ministro nei congressi stacca Franceschini che però vince a Lodi La maggioranza sceglie Bersani. L’ex ministro è risultato in testa nella sfida congressuale del Partito democratico. Confermando così il dato nazionale. A dargli la maggioranza dei voti sono stati gli iscritti di 26 circoli su 36. In dieci sezioni, invece, è stato Dario Franceschini a raccogliere la maggioranza dei consensi. In alcuni circoli lodigiani, quest’ultimo ha raccolto gli stessi voti di Ignazio Marino. In totale, Bersani ha collezionato 655 voti, con una percentuale del 56,98 per cento; 406, invece, e una percentuale del 35,87 i voti di Franceschini e 81 quelli di Marino con una percentuale del 7,16. Nel Lodigiano hanno votato 1132 iscritti su 2.126 aventi diritto, ovvero il 53,24 per cento. In cima ai circoli che hanno scelto Franceschini, in controtendenza, si è piazzato quello del capoluogo. Qui, grande sostenitore del candidato del Pd era e resta il sindaco Lorenzo Guerini. La mozione di Franceschini, a Lodi, si è meritata 118 preferenze, contro le 101 di Bersani e le 13 di Marino. Stessa maggioranza anche a Cavenago, Ossago, Graffignana, San Fiorano, Cornogiovine, Mulazzano, Cervignano, Terranova e Boffalora. La mozione Bersani ha entusiasmato in particolare, invece, il circolo di Brembio (65 preferenze per lui e una a testa per gli altri due candidati), Bertonico, Castiglione, ma anche Borghetto, poi Senna (con 32 voti per Bersani e 5 per Franceschini) e San Rocco (19 a Bersani, 1 a Franceschini e 5 a Marino). A Casale e Zorlesco, sono stati 70 i voti per Bersani, 55 per Franceschini e 9 quelli per Marino. Giudizio positivo da parte del primo cittadino di Lodi. «C’è stato un clima positivo, senza polemiche - commenta il primo cittadino -. A contare saranno le primarie del 25 ottobre. Lì potranno intervenire tutti quelli che si dichiarano votanti del Pd. Mi è piaciuta la discussione che si è fatta venerdì, sono stati evidenziati tutti i punti critici e le debolezze del governo Berlusconi. Non possiamo però sperare in eventuali scossoni di questo governo, dobbiamo indicare le nostre proposte alternative e andare avanti, ripartendo dai militanti e dagli elettori. Aldilà dei tre leader che comunque appartengono allo stesso scenario politico, la cosa importante è la convergenza e la coerenza con il programma del Pd. Non dobbiamo tornare alle esperienze passate e al centro-sinistra con il trattino. Dobbiamo togliere quel trattino in mezzo, questa era l’idea originaria del Pd, un partito che accoglie le diverse anime». Per quanto riguarda l’alleanza con l’Udc, secondo Guerini è positiva, ma «non deve essere un’ossessione. Se dall’opposizione al governo Berlusconi - dice - possono nascere confronti sono soddisfatto, ma non dobbiamo costruire il partito partendo dalle alleanze». Parole di soddisfazione sono arrivate anche dall’ex capogruppo provinciale Giuseppe Cremonesi: «Abbiamo superato la soglia di partecipazione degli iscritti - commenta -; in passato eravamo fermi al 30 per cento, adesso abbiamo superato il 50. Ci auguriamo che le primarie confermino questo risultato. Bersani è stato individuato come un leader autorevole, in grado di rilanciare questo progetto. Si tratta di ridare senso alla storia del riformismo italiano che aveva visto cattolici e socialisti uniti sul tema del lavoro. Dobbiamo ridare dignità al lavoro, non solo a quello dipendente». Secondo Fabrizio Santantonio, sostenitore di Franceschini, l’importante è che non si perda di vista «il motivo che ha dato origine al Pd: doveva essere la novità - dice - diventare il primo partito e semplificare il panorama. Doveva essere un partito inclusivo in un paese complesso: un partito democratico senza l’etichetta, ma che si denomina per ciò che fa e ciò che dice. Oggi siamo l’unico grande partito in Italia che vota per i propri organi dirigenti. Il Pd non deve recludersi dentro il “cul de sac” della sinistra, ma deve essere il partito moderno che risponda alla società moderna. Nel nord e nel Lodigiano la Lega sta prendendo consensi ovunque e mettendo in crisi anche l’alleanza nel Pdl. Dobbiamo tenerne conto».Cristina Vercellone