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ARTICOLO TRATTO DA "IL GIORNO" DEL 4/11/2009 -«Scuole chiuse solo se i prof si ammalano»


— LODI —IL RECORD delle assenze per malattia ce l’ha in questi giorni la scuola materna di Mairago, dove ieri era assente il 70% dei piccoli tra 3 e 6 anni. Al “secondo posto” la scuola elementare di Graffignana dove ieri mancava all’appello il 58% degli alunni. Ma per il resto le assenze per malattia sono analoghe a quanto è capitato negli anni scorsi, al raggiungimento del picco dell’influenza stagionale di turno: «Su invito dell’Ufficio scolastico regionale, la settimana scorsa abbiamo dato indicazioni a tutte le scuole chiedendo ai dirigenti di tenerci aggiornati sulle assenze — spiega Carla Torri, nominata referente dell’Ufficio scolastico provinciale per il monitoraggio della pandemia —: al momento non è emerso alcun caso di particolare gravità o che abbia richiesto un ricovero per complicazioni. A rispondere sono stati soprattutto i circoli didattici o gli istituti comprensivi, cioè la fascia più colpita, dove le assenze sono piuttosto numerose». Oltre ai casi già citati, ieri risultavano assenze tra l’8 e il 32% nelle otto scuole del circolo di Borghetto, esclusa Graffignana. Alla media Ada Negri di Lodi la media era del 16% con una punta del 45% in un classe terza. All’istituto comprensivo di Tavazzano in 9 classi su 40 si è registrato circa il 50% di assenze; media del 50% anche al comprensivo di Mulazzano; 36% a Castiglione e 35% a Bertonico, ma solo nelle materne. Infine il secondo circolo, a parte Mairago, ha registrato un 7% di assenze. «FINORA HANNO risposto solo le scuole con i casi più numerosi — spiega Torri — ma le solleciteremo di nuovo tutte a fornirci i dati. Inoltre effettueremo monitoraggi settimanali per verificare se, dove si è registrato il picco, la situazione è poi tornata alla normalità o se l’influenza si è magari diffusa nel plesso». «Teniamo monitorata la situazione con una finalità pratico-amminitrativa — spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico, Giuseppe Bonelli —. A noi interessa valutare se la pandemia colpisce con un’alta percentuale di casi gli insegnanti, perché in tal caso avremmo problemi a garantire il servizio e dovremmo ipotizzare la chiusura di una scuola. Invece sono colpiti soprattutto i bambini: i casi più eclatanti si registrano nei primissimi anni di scuola. In questi casi spetta all’Asl o al Comune decidere un’eventuale chiusura per motivi di igiene. Ma il quadro al momento non è preoccupante. Noi siamo attenti e c’è molto coordinamento anche con gli altri enti: non dovremmo essere impreparati. L’unica attenzione in questi casi è di non procedere troppo con l’attività curriculare, per evitare che diversi studenti restino indietro ed abbiano da recuperare». Laura De Benedetti