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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 9/3/2010 - Alessandro Matri incontra gli studenti di Borghetto e Graffignana


Il bomber del Cagliari spiega la sua ricetta: «Le difficoltà si superano solo con i sacrifici» «Ecco come fare gol nella vita» Alessandro Matri incontra gli studenti di Borghetto e Graffignana Borghetto I momenti di difficoltà si superano solo con la passione, i sacrifici e la voglia di fare. Con queste motivazioni, nessun obiettivo è precluso.È stata questa la lezione di Alessandro Matri, calciatore professionista di serie A, ai ragazzi di terza media di Borghetto e Graffignana. Il giocatore è originario di Graffignana, dove torna ogni lunedì dopo la partita della domenica, e proprio in occasione del rientro di questa settimana ha incontrato gli studenti all’auditorium di Borghetto Lodigiano. Arrivato alle scuole medie alle 10.30 circa, Matri ha fatto un giro per la scuola di Borghetto per salutare rapidamente gli studenti, ma è stato coinvolto in fretta dall’entusiasmo dei ragazzi che lo hanno subissato di richieste di autografi e fotografie. Alle 11, quindi, è arrivato nel vicino auditorium dove si è sottoposto al fuoco di fila delle domande dei ragazzi.«Il momento più difficile è stato quando ho fatto un anno intero senza giocare, quando ero al Milan - ha raccontato Matri -. Facevo tanti sacrifici, ero tutti i giorni a Milano a impegnarmi mentre gli amici stavano a casa a divertirsi, eppure non giocavo mai: allora pensavo di mollare tutto, di lasciare il calcio. Poi però, la passione e la voglia di andare avanti erano più forti. Conta anche la fortuna, ma soprattutto bisogna crederci. Io l’ho fatto».Da bambino correva in bicicletta e giocava a pallone, nella squadra di Graffignana. «Poi a un certo punto ho dovuto scegliere, e direi che è andata bene», ha commentato. Il Fanfulla, poi le giovanili del Milan fino all’esordio in prima squadra, il Lumezzane, il Rimini e quindi il Cagliari e la ribalta della Serie A, con stadi anche da 60mila spettatori, «il più numeroso pubblico con cui mi è capitato di giocare, tre anni fa, contro il Napoli», come ha ricordato di fronte ai ragazzi.L’incontro è stato organizzato dal professor GianPietro Coccaro e voleva essere un incontro per parlare di violenza nello sport, come evitarla e come intervenire, ma in realtà si è trasformato in un confronto a 360 gradi con i ragazzi e le ragazze presenti.«La violenza c’è nel calcio, ci sono i razzisti e ci sono anche quelli che vogliono fare rissa con i tifosi avversari senza un perché - ha detto Matri -. Io non so come mai c’è, ma la spiegazione che mi do è che ci sono gli ignoranti e sono questi a portare la violenza attorno allo sport. Anche per il problema del razzismo negli stadi, è difficile intervenire ma qualcosa si deve fare». L’ultimo accenno è per la vita privata e la sua Graffignana: «Giocare in Sardegna ha rafforzato i legami con la mia famiglia. Ci sentiamo ogni giorno e ogni lunedì torno a Graffignana. Nel lavoro provo a migliorarmi anno dopo anno, e non sono appagato né spero che mai lo sarò. Ma finita la settimana, il lunedì torno il ragazzo di Graffignana, vicino alla mia famiglia e ai miei amici».Andrea Bagatta