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TRATTO DA IL CITTADINO" DEL 30/01/2010 - EDITORIALE

Post n°299 pubblicato il 02 Marzo 2010 da miryamco5

Cari sindaci, qualcosa sta cambiando
divorano mezzo ettaro di terreno: la Provincia di Lodi si è piazzata al sesto posto in Lombardia per il consumo di suolo, con il 12,5 per cento della superficie cementificata tra il 2005 e il 2007; al primo posto si trova Milano, con il 42,5 per cento di urbanizzazione, seguita da Varese (28,7) e Como (15,8). Il Lodigiano, però, guadagna alcune infelici posizioni nella classifica che riguarda il ritmo delle costruzioni. In questo caso, infatti, raggiunge il secondo posto con 8,0 metri quadrati sottratti al verde per ogni abitante.È anche vero (va detto per dovere di cronaca) che Lodigiano e Sudmilano sono tra le aree in Italia che hanno registrato la maggiore crescita residenziale. La Provincia di Lodi, ad esempio, è passata in vent’anni da 190 mila abitanti agli attuali 220 mila. E per questi nuovi trentamila residenti sono state costruiti, ovviamente, almeno diecimila nuovi alloggi. Andrebbe aggiunto che di alloggi ne hanno costruiti altrettanti diecimila, che giacciono invenduti e chissà quando saranno occupati. Ma questa è un’altra storia.Buona parte del nostro territorio ha registrato, in anni recenti, una fortissima pressione edilizia. Dalla fine degli anni Ottanta a oggi tutti i centri abitati situati nella cerchia attorno a Lodi hanno raddoppiato il numero dei residenti. Questo ha permesso ai municipi di introitare oneri di urbanizzazione che hanno portato a realizzare strutture pubbliche moderne e a fornire servizi di prim’ordine. Ad andarcene di mezzo è stata però l’identità dei singoli paesi, che è andata perduta per sempre.Qualcosa sta cambiando. Nei sindaci - in particolare nell’ultima generazione di chi cinge la fascia tricolore - sta crescendo una sensibilità che in passato non è mai esistita. Ho estrapolato alcuni brani dal «Brindisi dei sindaci» pubblicato sul Cittadino il 31 dicembre 2009. Sono frasi molto significative.***«Ribadiremo il nostro “no” alla cannibalizzazione del suolo, dando attuazione al Piano di Governo del Territorio - già felicemente adottato durante il precedente mandato - contraddistinto dalla volontà di impedire che Mulazzano si trasformi in un Comune-dormitorio, distinguendoci così da altre esperienze nelle quali l’urbanizzazione scriteriata ha marginalizzato sempre di più l’individuo e cambiato irreparabilmente la fisionomia dei paesi, sacrificando il verde e le aree destinate all’agricoltura» (Abele Guerini sindaco di Mulazzano). ***«Il Lodigiano troppo spesso viene spremuto e poi buttato da grandi realtà industriali che senza esitazioni decidono di smantellare le loro strutture mettendo letteralmente in ginocchio centinaia di famiglie, disperdendo quanto per decenni considerata preziosa risorsa locale. Ciò fa ancor più rabbia se si pensa alle condizioni in cui, spesso, i siti vengono lasciati dopo che negli ultimi anni abbiamo scalato la triste graduatoria del numero di malati e di decessi riconducibili a fenomeni di inquinamento ambientale. La sfida delle Istituzioni deve essere quella di garantire e vigilare che simili fenomeni non si ripetano più perché il nostro non continui ad essere un territorio “usa e getta”» (Davide Passerini sindaco di Fombio).*** «Senza lavoro non si può creare la ricchezza del territorio ma per avere lavoro è necessario avere impresa e sicuramente non è sufficiente il terziario così come lo abbiamo interpretato sino ad oggi, bisogna tornare alla produzione. Spesso mi sembra che il territorio si sia adagiato sulla mera ricerca dell’onere d’urbanizzazione consumando ettari di territorio ricevendo in cambio troppo poco e questa carenza è diventata tragicamente evidente ai rintocchi della crisi» (Marco Ravera sindaco di Graffignana).***«Credo importante dare una svolta alla nostra città dando la precedenza ai servizi, alla viabilità, ai centri aggregativi fermando con decisione la cementificazione selvaggia che in questi anni ha messo la città in ginocchio» (Antonio Salvatore Falletta sindaco di Peschiera Borromeo).***«Esistono tuttora numerosi alloggi invenduti, di recente realizzazione. Questo ci fa dire che la richiesta abitativa locale è ampiamente soddisfatta e che è inutile puntare su un ulteriore considerevole sviluppo dell’edilizia residenziale con l’unico scopo di far crescere il numero dei residenti. Cavenago e Caviaga devono mantenere la propria identità e la propria cultura. La crescita continua della popolazione non incentiva l’integrazione e, soprattutto, sottoporrebbe le future Amministrazioni allo sforzo di dover fornire ulteriori servizi seppur con risorse economiche non sempre sufficienti a mantenere il necessario standard qualitativo dei servizi stessi» (Sergio Curti sindaco di Cavenago d’Adda).***«Ci siamo misurati nello sforzo di contenere il più possibile il futuro consumo del suolo, utilizzando e individuando delle possibili aree di trasformazione e di recupero di vecchie realtà, pur nel rispetto di ciò che c’è e che rappresenta per le attività in esse esistenti, senza nulla togliere ma dando solo delle potenzialità ulteriori» (Ettore Grecchi sindaco di Livraga).***Avete letto? Oggi i sindaci dicono l’esatto opposto di ciò che scrivevano i loro colleghi vent’anni fa, quando annunciavano l’imminente realizzazione di nuovi quartieri con centinaia di nuovi abitanti. La sensibilità che alcuni sindaci stanno dimostrando è ammirevole in un territorio martoriato come il nostro. E qui apriamo un’altra piaga dolente.Gli immensi e spettrali capannoni della logistica, sorti a manciate un po’ dovunque solo in pochissimi casi hanno fornito un’occupazione soddisfacente e qualificata. Logistica ha significato un andirivieni continuo di tir, bilici, autoarticolati, mezzi pesanti, con le loro nuvole nere prodotte dai gas di scarico che quotidianamente appestano l’aria. In tante realtà sono state spazzate via decine di ettari di suolo agricolo per far posto a una logistica che sta già segnando il passo, travolta dalla crisi. Alla periferia di Lodi, a San Grato, su immensi capannoni da cinque anni spiccano le scritte «vendesi, affittasi». E in taluni Comuni si continuano a costruire capannoni e torri le cui sommità hanno da tempo superato l’altezza delle croci poste sulle cime dei vecchi campanili.Un tentativo per arrestare la devastazione del Lodigiano, seppure timido, seppure scritto sulla carta, in questi anni è stato avviato. Ci auguriamo che la Provincia di Lodi scenda in campo per impedire, com’è nelle sue intenzioni, il proseguimento della scandalosa distruzione dei campi coltivati.Basta cemento. Basta per favore. Basta gas di scarico, basta industrie inquinanti, basta violenze alla terra. Basta.Se non ce ne siamo ancora accorti, stiamo morendo tutti di tumore.Ferruccio Pallavera

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