Graffignana «Entrate, presto, qui fuori sta succedendo qualcosa che non vi deve interessare». È iniziata con queste parole la rapina tentata sabato mattina nell’ufficio postale di Graffignana. A urlare era un uomo con accento meridionale e a viso scoperto, che per spingere i clienti del bar-trattoria a cento metri dalle Poste ha finto di avere una pistola sotto gli abiti. Nel frattempo due complici, disarmati, sono entrati negli uffici di piazza Mazzini, a lato della chiesa parrocchiale, e hanno tentato un colpo. Tutto senza però calcolare i “limiti” dell’orario, dato che erano circa le 8.20 e l’apertura al pubblico era prevista soltanto dopo alcuni minuti. Circostanza che avrebbe fatto andare male la razzia, vista l’impossibilità di aprire la cassaforte temporizzata o trovare contanti in cassa.Il magro bottino di questo colpo, che sarà ricostruito dai carabinieri di Lodi anche grazie alle telecamere della struttura, sarebbe quindi costituito da due cellulari e qualche valore bollato. Resta il fatto che poco dopo è apparso all’ingresso il tradizionale cartello “Chiuso per rapina” e i servizi sono stati sospesi fino a questa mattina.Al momento non si conosce l’identità dei rapinatori, ma potrebbe trattarsi di italiani. Alcuni testimoni hanno riferito che la banda sarebbe fuggita a bordo di un fuoristrada scuro parcheggiato nei pressi della piazza: il mezzo ha attraversato via Lodi e ha proseguito verso il campo sportivo, per poi sbucare sulla provinciale che collega Graffignana a Borghetto e scomparire nel nulla. I carabinieri di Borghetto sono arrivati subito dopo e hanno sfiorato la cattura solo di pochi minuti, a nulla sono servite le ricerche successive.Erano anni che l’ufficio postale graffignanino non veniva preso di mira. Ma l’ultima volta, circa cinque anni fa, le modalità dell’intrusione erano state molto simili: un uomo che gridava alle persone in strada di entrare nei bar della piazza, un altro che disarmava la guardia giurata all’ingresso (presente perché era giorno di pensioni), un altro ancora che, armato di pistola, aveva scavalcato il bancone, preso in ostaggio personale e clienti e infine arraffato tutto il bottino disponibile. Tutto quasi nello stesso orario di sabato. Anche se è difficile pensare un collegamento fra i due episodi. Gli esercenti del centro comunque ricordano: «Quella volta i malviventi avevano agito a volto scoperto, spaventando a morte un’anziana che stava pagando un bollettino alle casse e che ha rischiato di sentirsi male, nonostante il rapinatore le ripetesse “Signora stia tranquilla perché se collaborate si risolve tutto a breve”. Poi la fuga iniziale a bordo di una Fiat Punto verde e infine in sella a moto tatticamente parcheggiate in via Matteotti».P. A.D. C. |
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