GRAFFIGNANA
Con una spesa iniziale di 130mila euro, Alfaomega Bolivia è arrivata al tetto del plesso scolastico che sta costruendo in Bolivia, ora si cercano fondi per la sua gestione. A maggio la direttrice della comunità Alfaomega Marilena Seminari, con sede a Graffignana e a Cochabamba in Bolivia, si è trasferita oltreoceano con il cappellano della casa di riposo Santa Chiara di Lodi don Franco Gasparini, ex economo e formatore ultradecennale in quelle terre e grande conoscitore delle problematiche locali, e Giuseppe Castelvecchio, coordinatore della comunità “Il pellicano”. «Prima del ritorno in Italia abbiamo festeggiato l’arrivo al tetto della nostra scuola nella quale ci sarà anche un centro nutrizionale e vorremmo aprire un ambulatorio - racconta Seminari -. Don Franco ha benedetto i lavori così come aveva fatto alla posa della prima pietra. In realtà, la costruzione avrebbe già dovuto essere terminata, ma purtroppo a causa dell’aumento del costo delle materie prime, di una stagione piovosa e di un cambiamento di rotta, siamo rimasti un po’ indietro». Il cambiamento progettuale, in fase di valutazione e da stabilire entro luglio, riguarda una proposta governativa: «Avevamo chiesto un contributo per la gestione dello stabile, che è di 1.300 metri quadrati e dà lavoro a 8 insegnanti e 4 volontari. Il governo boliviano sarebbe anche disponibile a concedercelo ma in cambio chiede che si completi il ciclo scolastico fino all’età di 16 anni e non fino agli 11 come previsto. Quindi abbiamo dovuto potenziare le fondamenta e stiamo pensando di costruire un secondo piano». Una scelta importante dato che in quelle terre la cultura è l’unica possibilità di miglioramento che si può offrire ai giovani affinché si costruiscano un futuro migliore. «Inoltre, aggiungo l’idea, che spero sia concretizzabile, di avviare anche una sede universitaria che proponga le tre facoltà di economia e commercio, giurisprudenza e medicina. Infatti serve personale competente in tutti gli ambiti perché, come testimonia don Franco, le condizioni economiche locali sono pessime». «La mia vita è là anche se il governo non vede di buon occhio la chiesa cattolica perché la ritiene la continuazione della schiavitù spagnola - dice il sacerdote lodigiano -. Quindi chiedo aiuto ai lodigiani per salvare quella gente dalla povertà. Tutte persone dal grande cuore che ti fanno sentire uno di loro». Al momento, la didattica è comunque partita perché l’Alfaomega boliviana è inclusa in un progetto integrato con la fondazione “Casa de los ninos”, che quindi ha messo temporaneamente a disposizione locali provvisori per quattro sezioni occupate da 88 piccoli. Il tutto oltre ad aver costruito, nello stesso terreno, case per i poveri e un centro per bimbi ammalati, cui se ne aggiungerà un altro per mamme in difficoltà.
Paola Arensi
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il 10/08/2018 alle 18:31
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