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Il magazzino di Zorlesco non ha i requisiti di sicurezza, da qui la necessità di trovare un’altra sede per l’attività benefica
I Lavoratori credenti traslocano a Maleo
Un ex capannone artigianale ospiterà il “mobilificio dei poveri”
Maleo È ormai deciso il trasferimento del magazzino dei Lavoratori credenti da Zorlesco a Maleo: a metà febbraio è stata depositata allo Sportello unico per le attività produttive di Codogno la denuncia di inizio attività per «la manutenzione straordinaria delle porte di accesso a immobile artigianale adibito a deposito». Si tratta di un ex capannone artigianale di circa 800 metri quadrati di proprietà della società Falcade e si trova appena fuori dall’abitato di Maleo, lungo la strada provinciale 27, al numero civico 16, in direzione di Cornovecchio. Qui i Lavoratori credenti di don Peppino Barbesta continueranno l’opera del centro di solidarietà di Zorlesco, dove portavano i mobili e gli interi arredamenti che famiglie del Lodigiano e dell’intera Regione cedono gratis all’associazione al momento del rinnovo delle proprie abitazioni. Quegli stessi arredi usati, divani, letti, soprammobili, ma anche intere cucine o camere, sono forniti poi gratuitamente dai Lavoratori credenti ai poveri e a chiunque, trovandosi in una situazione disagiata, ne faccia richiesta.A Zorlesco, il sabato mattina, giorno di apertura del centro, le code arrivano anche a 40 o 50 persone, molte, la stragrande maggioranza, straniere.Dopo anni di servizio a Zorlesco, nel capannone ubicato all’interno dell’area della piazzola ecologica comunale, l’estate scorsa la nuova amministrazione di centrodestra aveva sollevato alcuni dubbi sulla sicurezza dello stabile. Non potendo intervenire per la sua ristrutturazione, il sindaco di Casale Flavio Parmesani e don Peppino Barbesta si erano accordati perché l’associazione lasciasse l’immobile entro la fine dell’anno.E sia pur in ritardo, i Lavoratori credenti si apprestano al trasloco, anche se potrebbe non essere imminente. Lo stesso sindaco di Casale ha ribadito più volte che non sarebbe stato un problema ritardare di qualche mese l’addio dell’associazione.Don Peppino Barbesta, ieri irraggiungibile per un commento, a dicembre aveva annunciato la nuova soluzione, sottolineando però che dovevano essere risolti gli ultimi dettagli dell’accordo con la proprietà e quindi eseguiti alcuni lavori interni al capannone. L’intesa con la proprietà è arrivata, sotto forma di comodato d’uso gratuito per un anno. Tra 12 mesi le parti si rivedranno per decidere se il capannone passerà definitivamente ai Lavoratori credenti a un prezzo agevolato o se si continuerà con una diversa formula. I lavori interni, invece, devono ancora iniziare. «A questo proposito l’aiuto offerto dalla Fondazione della Banca Popolare di Lodi rimane valido - aveva spiegato a dicembre don Barbesta -. Infatti, andranno eseguite delle opere per separare il capannone in due spazi per due servizi diversi».A spendere un impegno per i Lavoratori credenti era stato a settembre Duccio Castellotti, presidente della Fondazione della Popolare di Lodi, che aveva dichiarato la massima disponibilità dell’ente a valutare una richiesta di aiuto dell’associazione per mantenere in vita il servizio di consegna gratuita dei mobili ai poveri.Andrea Bagatta
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