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Bresson all'Ara Pacis


 
Dal 26 settembre 2014 al 25 gennaio 2015Ara Pacis RomaDISEGNO : riempe interi album di schizzi in gioventùPITTURA :  subisce l'influenza di QUELLA DI Cezanne prima di AMMALARSI DI GEOMETRIA - tra il 1926 e il 1928 - dipinge accurate tele secondo la regola del numero aureo.COLLAGE:  segue l'esempio di Max Ernst, il surrealista.Ore passate a guardare dipinti nei museiACCADEMIA : André LhoteLuce : doppio segno: pittura e fotografiaSurrealisti:Troppo timido e troppo giovane per prendere la parola maalcuni motivi emblematici dell’immaginario surrealista: gli oggetti impacchettati, i corpi deformati, i sognatori a occhi chiusi, l’atteggiamento surrealista lo segnano: lo spirito sovversivo, il gusto del gioco, lo spazio lasciato all’inconscio, il piacere degli andirivieni urbani, la predisposizione ad accogliere il caso. Cartier-Bresson sarà particolarmente sensibile ai principi della bellezza convulsa, enunciata da Breton e la metterà in opera nel corso degli anni Trenta.Da questo punto di vista, è forse uno dei fotografi più autenticamente surrealisti della sua generazione. +IMPEGNO MILITANTE“richiami alla lotta” e di “unità d’azione” delle forze disinistra contro l'ondata di fascismo europeo e le rivolte dell'estrema destra - febbraio '34, Parigi - + CINEMA E GUERRAil cinema gli  insegna a vedereNel1935, negli Stati Uniti, impara i primi rudimenti della telecamera con una cooperativa didocumentaristi, ispirati tanto dalle idee politiche che dall’estetica sovietica. Sono riuniti intornoa Paul Strand e il loro nome è “Nykino”, cioè la contrazione delle iniziali di “New York” e dellaparola “cinema” in russo.+ SCELTA DEL FOTO-REPORTAGE (fonda l’agenzia Magnum, uno dei riferimenti mondiali per il fotoreportage di qualità, lavorerà  per quasi tutti i grandi giornali illustrati internazionali mantendo la propria produzione fotografica ad altissimo livello... )+ANTROPOLOGIA VISIVAinterrogazioni sulle questioni sociali, tematiche e trasversalitutto questo fa di Lui un osservatore, un grande osservatore[…]. Osservo, osservo, osservo.È con gli occhi che capisco”.  Sunto Savà, tratto da Sezioni della mostra, ciao.