Grazia, ritorno nella chiesa della Solitudine

Post n°3 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da GRAZIA.DELEDDA

Grazia Deledda: il ritorno nella chiesa della Solitudine



È arrivato il giorno in cui Nuoro renderà ancora omaggio, in un'atmosfera composta e ricca di emozione, a Grazia Deledda, che torna questa mattina nella chiesetta della Solitudine, dove riposava da quasi mezzo secolo. La salma della scrittrice era stata riesumata a fine febbraio per consentire all'amministrazione comunale di completare, nella chiesetta ai piedi del Monte Ortobene, alcuni interventi di restauro fondamentali per garantire al tempio migliori condizioni di sicurezza.
Così, le ceneri di Grazia, che per quasi dieci mesi sonostate provvisoriamente ospitate in un loculo del cimitero monumentale cittadino di Sa e Manca, torneranno dove si trovavano, nella chiesetta della Solitudine appunto, alla conclusione di una cerimonia solenne accompagnata dalle melodie di un quartetto d'archi.
A presiedere sia la riesumazione dal cimitero sia la successiva traslazione nella chiesetta (descritta dalla scrittrice in una delle sue ultime opere) ci saranno il sindaco di Nuoro Mario Zidda, il nipote della Deledda, Alessandro Madesani, e il parroco della chiesa del Rosario don Salvatore Mereu. Alle 10, nelle chiesa, sarà il vescovo monsignor Pietro Meloni a celebrare la santa messa. Un momento di fede e raccoglimento che sancirà, a ottanta anni esatti dalla consegna del Nobel a Stoccolma (10 dicembre del 1927), il ritorno della scrittrice nel tempietto dove si trovava dal 1959.
In città la salma di Grazia Deledda arrivò in un clima di grande festa e commozione popolare dal cimitero romano del Verano dove riposava in una cappella a forma di nuraghe.
Furono i parenti a decidere di riportarla a casa, proprio nella chiesa alla quale aveva dedicato il suo ultimo libro pubblicato in vita, La chiesa della Solitudine (successivamente uscì postumo il romanzo Cosima ).
Una data, quella scelta per il ritorno nella restaurata chiesetta dal portone di bronzo realizzato da Eugenio Tavolara, per niente casuale. Nello stesso giorno, infatti, di ottanta anni fa, durante una cerimonia sfarzosa nella capitale della Svezia, alla Deledda fu consegnato il premio Nobel per la letteratura. Un riconoscimento che riempì di gioia l'intera Sardegna e che ancora oggi inorgoglisce Nuoro, per gli effetti positivi che il premio riuscì a dare non soltanto alla città di nascita della scrittrice, ma a tutto il territorio ampiamente descritto nei romanzi e nei racconti.
Un'eco che non si è ancora spenta, come dimostrano ampiamente i tanti appuntamenti organizzati in città in questi giorni e destinati a concludersi in serata quando, al teatro Eliseo, sarà la voce di Elena Ledda a mandare in archivio una quattro giorni davvero ricca di iniziative tra convegni, teatro, musica e concorsi riservati agli studenti.
Tutto nel nome e nel ricordo di Grazia Deledda e di un'eredità spirituale e culturale che continua a caratterizzare un pezzo importante dell'Isola, una zona che pur proiettandosi nel futuro continua a guardare al passato e ai suoi più grandi interpreti.
LUCA URGU
L'Unione sarda

 
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Per Grazia Deledda un eterno riposo

Post n°2 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da GRAZIA.DELEDDA

 Per Grazia Deledda un eterno riposo alla Solitudine


Nuoro Ieri mattina la traslazione

Il terzo viaggio da morta di Grazia Deledda è cominciato alle otto meno un quarto del mattino, quando il sarcofago di zinco è stato adagiato sul carro funebre che ha lasciato il cimitero diretto alla chiesa della Solitudine. Appresso al Mercedes di un nero lucentissimo, il piccolo corteo di auto con a bordo le autorità, il nipote della scrittrice, qualche curioso e un reggimento di vigili urbani pronti a rendere gli onori alla salma e a domare una folla che in realtà non si è vista. Così, mentre il vento sferzava i ciclamini piantati nel giardino per l'occasione, la bara è stata portata dentro il tempio e sistemata nel sarcofago di granito nero che avrebbe dovuto ospitarla fin dal 1959, l'anno in cui la salma della scrittrice - fino a quel momento al cimitero del Verano di Roma - venne portata a Nuoro e sepolta in un loculo sottoterra, ripiego obbligatorio visto che, al tempo, i resti della scrittrice morta nel 1936 vennero ritrovati praticamente intatti.
A ottant'anni esatti dalla cerimonia di consegna del Nobel per la Letteratura, ieri Nuoro ha dato l'eterno riposo a Grazia Deledda. Davanti al nugolo di fotografi e operatori; al nipote della scrittrice Alessandro Madesani, al sindaco Mario Zidda, al direttore dell'Istituto Etnografico Paolo Piquereddu raccolti in preghiera; il parroco don Salvatore Mereu ha recitato la preghiera delle esequie, Accorrete, angeli del Signore, accogliete la sua anima e presentatela al trono dell'Altissimo . «Un momento commovente», dice Alessandro Madesani. Lui, cinquant'anni fa, giugno 1959, assistette alla prima esumazione della salma della nonna, e lo scorso febbraio - qualche settimana prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione della chiesetta della Solitudine, umida e fatiscente - vide pure la seconda. Da febbraio a oggi, il Nobel ha quindi riposato in un anonimo loculo del cimitero, con su scritto: sepoltura provvisoria. «Il tempio è stato ristrutturato: mi sembra il modo più giusto - sottolinea Madesani che più volte ha accusato Nuoro di scarso amore verso la Deledda - per rendere omaggio a una grande scrittrice».
Un omaggio che, dopo le iniziative dello scorso anno per il settantesimo dalla morte, in questi giorni si è ripetuto per l'ottantesimo anniversario della consegna del Nobel. Una serie di manifestazioni (concerti, appuntamenti letterari, mostre e concorsi per studenti) organizzate dall'Istituto superiore Etnografico, dal Comune e dall'Università di Cagliari e di Sassari che si sono concluse ieri con la traslazione della salma della scrittrice, la messa solenne celebrata dal vescovo Pietro Meloni, la premiazione delle classi vincitrici del concorso riservato agli studenti delle scuole superiori (la quinta G del Liceo Asproni di Nuoro e la terza B dell'istituto Gramsci-Amaldi di Carbonia), il concerto di Elena Ledda. «Grazia Deledda è un patrimonio di questa città e credo che dovremmo valorizzare di più il suo nome e la sua eredità», sottolinea il direttore dell'Isre Paolo Piquereddu che ha trasformato la casa natale della scrittrice in un museo aperto al vicinato (a Ognissanti, ad esempio, i bambini bussano come in una casa qualunque per chiedere dolci e caramelle de su mortu mortu ) e adesso invita le signore che abitano attorno alla chiesetta della Solitudine a dare una mano per curare i ciclamini del giardino.
PIERA SERUSI


l'Unione Sarda

 
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