GRAZIA DELEDDA

Per Grazia Deledda un eterno riposo


 Per Grazia Deledda un eterno riposo alla Solitudine Nuoro Ieri mattina la traslazione Il terzo viaggio da morta di Grazia Deledda è cominciato alle otto meno un quarto del mattino, quando il sarcofago di zinco è stato adagiato sul carro funebre che ha lasciato il cimitero diretto alla chiesa della Solitudine. Appresso al Mercedes di un nero lucentissimo, il piccolo corteo di auto con a bordo le autorità, il nipote della scrittrice, qualche curioso e un reggimento di vigili urbani pronti a rendere gli onori alla salma e a domare una folla che in realtà non si è vista. Così, mentre il vento sferzava i ciclamini piantati nel giardino per l'occasione, la bara è stata portata dentro il tempio e sistemata nel sarcofago di granito nero che avrebbe dovuto ospitarla fin dal 1959, l'anno in cui la salma della scrittrice - fino a quel momento al cimitero del Verano di Roma - venne portata a Nuoro e sepolta in un loculo sottoterra, ripiego obbligatorio visto che, al tempo, i resti della scrittrice morta nel 1936 vennero ritrovati praticamente intatti.A ottant'anni esatti dalla cerimonia di consegna del Nobel per la Letteratura, ieri Nuoro ha dato l'eterno riposo a Grazia Deledda. Davanti al nugolo di fotografi e operatori; al nipote della scrittrice Alessandro Madesani, al sindaco Mario Zidda, al direttore dell'Istituto Etnografico Paolo Piquereddu raccolti in preghiera; il parroco don Salvatore Mereu ha recitato la preghiera delle esequie, Accorrete, angeli del Signore, accogliete la sua anima e presentatela al trono dell'Altissimo . «Un momento commovente», dice Alessandro Madesani. Lui, cinquant'anni fa, giugno 1959, assistette alla prima esumazione della salma della nonna, e lo scorso febbraio - qualche settimana prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione della chiesetta della Solitudine, umida e fatiscente - vide pure la seconda. Da febbraio a oggi, il Nobel ha quindi riposato in un anonimo loculo del cimitero, con su scritto: sepoltura provvisoria. «Il tempio è stato ristrutturato: mi sembra il modo più giusto - sottolinea Madesani che più volte ha accusato Nuoro di scarso amore verso la Deledda - per rendere omaggio a una grande scrittrice».Un omaggio che, dopo le iniziative dello scorso anno per il settantesimo dalla morte, in questi giorni si è ripetuto per l'ottantesimo anniversario della consegna del Nobel. Una serie di manifestazioni (concerti, appuntamenti letterari, mostre e concorsi per studenti) organizzate dall'Istituto superiore Etnografico, dal Comune e dall'Università di Cagliari e di Sassari che si sono concluse ieri con la traslazione della salma della scrittrice, la messa solenne celebrata dal vescovo Pietro Meloni, la premiazione delle classi vincitrici del concorso riservato agli studenti delle scuole superiori (la quinta G del Liceo Asproni di Nuoro e la terza B dell'istituto Gramsci-Amaldi di Carbonia), il concerto di Elena Ledda. «Grazia Deledda è un patrimonio di questa città e credo che dovremmo valorizzare di più il suo nome e la sua eredità», sottolinea il direttore dell'Isre Paolo Piquereddu che ha trasformato la casa natale della scrittrice in un museo aperto al vicinato (a Ognissanti, ad esempio, i bambini bussano come in una casa qualunque per chiedere dolci e caramelle de su mortu mortu ) e adesso invita le signore che abitano attorno alla chiesetta della Solitudine a dare una mano per curare i ciclamini del giardino.PIERA SERUSI l'Unione Sarda