DOPO IL 13 GENNAIO

ciao dolce Greta


Greta in questi giorni ha ricevuto una bellissima lettera scritta da un amico che ha conosciuto la sua storia attraverso un'amica comune. Lino ho deciso di scrivere la tua bellissima storia sul diaro di Greta perchè lei l'ha ascoltata con molta attenzione. Ciao dolce Greta,ma tu pensa un po' i casi della vita, come sono strani talvolta! Anch'io ballavo, cantavo, suonavo, ridevo, scherzavo, giocavo e, proprio nel bel mezzo di un gioco, il gioco più banale e semplice, quello della vita, una grande nuvola è scesa su di me. Mi ha avviluppato, reso leggero come l'aria e mi ha trasportato con se, in alto, sempre più in alto, al punto che non riuscivo più a scorgere ne la mia casa, ne i miei adorati figli, ne mia moglie, ne la mia chitarra con la quale da moltissima anni accompagnavo le mie canzoni. Ero immerso in questa nuvola, dal colore indefinito e non sentivo più nulla, non percepivo che un leggerissimo, lontano, indecifrabile mormorio. Naturalmente per prima cosa mi sono chiesto come mai tutto questo fosse capitato a me. Con alcuni miliardi di uomini al mondo, doveva succedere proprio al sottoscritto? Però non sono riuscito a formulare alcuna risposta logica e dunque mi sono dato da fare per vedere in che cosa consistesse questa nuvola strana che si era impossessata di me. Ah, si, devo dire che io sono un tipo piuttosto testardo e curioso. Non mi faccio catturare da una nuvoletta qualunque senza reagire e tentare di sapere come e perché la nuvola mi avesse, per così dire catturato. Nulla mia cara, non sono riuscito a scoprire assolutamente nulla da solo, finché non ho capito che per avere delle risposte avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno. Già, a qualcuno: ma a chi? Ma certo, che sciocco, ai miei affetti più cari, a mia moglie, ai miei figli, a mio nipotino, agli amici che desiderano ardentemente che io ritorni da loro, ecco a chi mi sarei dovuto rivolgere. Allora mi sono messo a pensare con tanta intensità ai miei cari e al desiderio che avevo di rivederli tutti che ad un tratto la densità della nuvola si è fatta più lieve e cominciavo a scorgere qualcosa, e qualcuno, soprattutto. E d'un tratto ho capito. A farmelo capire con chiarezza e stato un vecchio che ho incontrato all'angolo di una nuvola un po' più scura che si formava proprio alla fine della mia che, invece, si era fatta un poco più chiara. Questi era sdraiato immobile e pareva non dare segni di vita ma essendomi io avvicinato abbastanza a lui, fui in grado di sentirne chiaramente le parole. "Eh, caro Lino, - mi disse - questa è la nuvola della Malattia, sulla quale veniamo trasportati noi, persone un po' più sfortunate degli altri. Essa non fa altro che scendere sulla terra incessantemente a prelevare ogni giorno dei nuovi ammalati, pero ogni qualvolta scende ne deposita a terra altrettanti di noi ormai guariti. Questo e l'aspetto più positivo della cosa." "si - feci io,- ma come si fa a guarire se qui non ci sono dottori?" "Ti sbagli, mio caro Lino, tu non li puoi vedere perché la nuvola te lo impedisce, ma nel frattempo che sei qui, anche ora, a parlare con me, un sacco di gente, medici compresi, si sta interessando del tuo caso e sta facendo il possibile per riportarti dai tuoi familiari, sano come un pesce e pronto a ricominciare a suonare, ballare, cantare, ridere e scherzare, come facevi sempre prima di essere coinvolto in questa storia." Ma va', - gli dissi - ma davvero?” “E come si fa a guarire ?" "Non è tanto semplice, - rispose il vecchietto,- ma due cose sono di fondamentale importanza: il desiderio fortissimo di non volersi arrendere e l'intensità dell'affetto delle persone che pensano a te e che fanno di tutto per riaverti accanto, guarito." "senti, tu che sembri sapere tutto, sai dirmi per caso se qui in questa nuvola c'è anche una bellissima ragazza di nome Greta ?" Si, si, - fece lui certo che e qui con noi. Ma ancora per poco tempo ! E' in quella nuvoletta rosa che puoi vedere anche tu, molto vicina a terra. E' in una nuvola blindata !" “che vuoi dire ? " - feci io-" semplice: le nuvole blindate sono quelle dei ragazzi che hanno un enorme voglia di vivere, che non si vogliono arrendere alla malattia e che in più hanno anche un sacco di persone intorno che stanno lavorando per loro. Quel tipo di nuvole sono destinate a sciogliersi presto e a depositare dolcemente i ragazzi a terra guariti." Al sentir questa cosa, io mi sono rasserenato molto, e ho deciso di farmi un sonnellino ristoratore, ma prima ti ho voluto scrivere, carissima Greta per comunicarti che stai per essere ricondotta a terra dai tuoi. Divertiti e, quando ne hai voglia, mandami un dolce pensiero.