IL GRUPPO FAMIGLIA

A proposito di chiesa e scandali, con spie, maggiordomi, banche e altro...,


A proposito di chiesa e scandali, con spie, maggiordomi, banche e altro..., vi segnalo la bella riflessione di don Virginio Colmegna, prete milanese, fondatore della Casa della carità, che ha dedicato la vita ai più poveri dei poveri.La Chiesa del Grembiule Inutile nasconderlo: quanto sta succedendo tra le mura del Vaticano inquieta profondamente. Le notizie creano sconcerto, ma lo fanno anche le modalità con cui vengono raccontati questi episodi, con dovizie di particolari e, a volte, con una sottesa, compiaciuta ironia. Anch’io mi interrogo su quanto sta succedendo e anch’io, come tutti gli onesti che lo chiedono, vorrei che si facesse chiarezza individuando responsabilità che non possono essere solo del maggiordomo.Ma permettetemi anche di spiegare perché questi episodi non sconvolgono in nessun modo la mia Fede, dubbiosa e interrogata da altre vicende umane che incontro ogni giorno nel dolore, nella sofferenza e nella fragilità delle persone con cui condivido un pezzo di strada. La Chiesa è lì, in questi volti, in queste storie di vita. Mi ricordo la bella immagine lasciataci in Casa della carità dal cardinal Dionigi Tettamanzi commentando la parabola del buon samaritano e invitandoci a soffermarci a riflettere sul locandiere e sulla locanda dove ci si prende cura del malcapitato: “La Chiesa è lì”, ci disse. Il Vangelo di questi giorni raccontava un episodio nel quale i ricchi depongono come offerta denaro tintinnante e superfluo mentre una povera vedova dona i due spiccioli che sono tutto quello che ha. (Vangelo di Marco, 12, 41-44). Gesù indica questa donna come la protagonista di un racconto di Fede che ancora affascina e sorprende. Questo è lo “scandalo” che dovrebbe inquietare, che ha affascinato il mio entusiasmo giovanile, che mi fa essere prete appassionato. E che, tutt’oggi, mi fa cogliere la speranza disseminata nei tanti sotterranei della storia, quella che non esclude nessuno, che pone al centro la gioia della povertà evangelica ed è lontana mille miglia dalle logiche di potere. È l’ingenuità della fede, la spiritualità che non cresce negli intrighi di palazzo e nelle logiche di corte medioevale.L’immagine di una Chiesa presa dagli intrighi che si specchia in una società sempre più allo sfascio, povera di valori ed eticamente vuota, scandalizza. Al tempo stesso, però, sollecita a testimoniare la bellezza e la semplicità della vita evangelicamente vissuta. Quella per cui continuo a pregare, ogni giorno, nell’Eucarestia, anche per la Chiesa, per il Papa e per il nostro vescovo. Quella per cui tante persone stanno accorrendo a Milano in questi giorni per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, portando con sé la richiesta di una Chiesa fraterna, ospitale e lontana dal potere.Oggi più che mai, non c’è bisogno di una Chiesa che aiuti i poveri, ma di una Chiesa povera, di quella che don Tonino Bello chiamava “la Chiesa del Grembiule”: solo così si può dare ragione della speranza che, ci rivela la Bibbia, è in ciascuno di noi e ci fa sentire aperti, in attesa del futuro.