IL GRUPPO FAMIGLIA

RICEVUTO E PUBBLICATO


AvventodiDon Paolo CurtazCi siamo: le vetrine addobbate di rosso e le tante, troppe luminarie nellestrade del centro ci avvertono che la minaccia del Natale ci sta perpiombare addosso.Preoccupazioni legittime su come risparmiare qualche euro nel rito delregalo inutile e schiere di babbi natale assiepati dietro gli angoli buipronti a sbranarci…Ma davvero ci piace questo tipo di Natale? Tutto questoforzato buonismo, questa collettiva manifestazione a scadenza? Dagli schermi ci arrivano immagini di famigliole serene che addentanopanettoni intorno ad un gigantesco abete addobbato. E chi è solo? Chi havissuto un fallimento matrimoniale? I tanti che non sono contenti di lorostessi,  chi è in carcere, come pensiamo che vivano questa melassaincombente? Con dolore, appunto.Quest’anno facciamo polemica? No, solo riflettiamo. Sano realismo e vogliadi ridefinire l'avvento, di capire queste quattro preziose settimane,antidoto all'altro natale, occasione per guardare dentro. Perché, come nella parabola di Luca, dobbiamo aggrapparci al piolo dellaParola di Dio per non essere spazzati via dall'alluvione del consumismo inpiena, perché abbiamo bisogno di sentire Geremia (il pessimista elamentoso!) che promette la realizzazione del bene che Dio vuole ad Israele;perché ci urge l'ammonimento di Paolo a crescere nell'amore aspettando lavenuta di Gesù. Mai una festa di compleanno è stata così rovinata, mai cosìstravolta. Natale che doveva significare silenzio e stupore davanti al mistero di unDio che si compromette,  è diventato la fiera degli improbabili buonisentimenti che non scalzano, non convertono ma, anzi,  anestetizzano,tranquillizzano. Così che la concertante presenza di Dio diventa sussultoemotivo davanti ad un neonato carino e indifeso. Ah, che mistero il cuore dell'uomo, che abisso il suo pensiero che non savedere, non sa leggere, non sa capire! Disastro, tragedia, ansia e angosciase non siamo capaci di levare il capo, come dice Gesù, levare il capo ealzarci in piedi perché la liberazione è vicina.Vegliamo e preghiamo, fermiamoci ogni giorno per non essere spazzati viadalla quotidianità, dal dolore, dall'attesa inutile di ciò che non puòsalvare, perché possiamo sfuggire a tutto ciò che deve accadere e compariredavanti al Figlio dell'uomo.Certo Gesù è già nato, e tornerà nella gloria, ma ora deve nascere in noi,in me, in te, perché la vita è questa ricerca, la vita è questo incontrosereno e misterioso.Sì, l'avvento serve a prepararci ad un appuntamento unico, comparire davantial Signore,  perché lui ci sarà, stiamone certi, ma noi potremmo nonesserci, soffocati dall'ansia natalizia, spazzati via dal delirioquotidiano, sconfitti e rassegnati! Prepariamoci ad esserci, quel giorno,alla sua venuta. Perché fuggire davanti ad un Dio consegnatosi a noi peramore?Quest’anno, a Natale, non presentiamoci con tutti i nostri doni fatti oricevuti, carichi di oro, vestiti elegantemente,  con la casa piena di ogniben di Dio quasi tutto superfluo,  con le tasche piene di cianfrusaglie, conlo sguardo perso, obbligati a festeggiare qualcuno che per noi nonrappresenta nulla, con le mani piene di tutto e di più…quest’anno doniamo aipoveri, ospitiamo le persone sole, visitiamo gli infermi, preoccupiamoci dichi soffre vicino a noi, siamo generosi con chi non ha nulla…Così ci presenteremo a Gesù con le mani vuote, avendo donato tutto, e solocosì potremo concedere a Lui di riempircele dei suoi doni.