LIBRI MUSICA POESIALe mie parole |
L'AUTORE
Giorgio Simoni nasce a Pomarance, in provincia di Pisa, dove risiede con la moglie e due figli. Diplomato geometra, lavora come tecnico in una primaria azienda elettrica. La passione per la parola scritta è una anomalia del suo DNA con la quale deve convivere. Amante della storia, ma particolarmente sensibile alle problematiche che attraversano il nostro tempo, ha iniziato il proprio percorso letterario affidando alla musica d’autore i propri sentimenti.
Nel 2005 la Canzone “Samar” è pubblicata nella Compilation Nazionale “UNDERGROUND PARADE”. Negli anni seguenti altre canzoni si aggiudicano il premio “I FIUMI”. Nel 2010 il racconto “Oltremare” vince il Premio “Il Salmastro città di Follonica” e viene pubblicato nella raccolta “Di mare e di vento” Del Bucchia editore. Nel 2011 pubblica il romanzo storico dal titolo “Finirai all’inferno” col quale vince il premio “Delitto d’autore 2011”. Nel 2012 con i racconti del maresciallo Spada è finalista ai premi: “Garfagnana in giallo”, “GialloLatino” e “Nebbia Gialla” il racconto dal titolo “La birra preferita” viene pubblicato come e-book da MilanoNera web press. Nel 2013 il racconto “Barbe Brulée” è finalista al “GialloLatino segretissimo Mondadori”. Il racconto “La Stanza” vince il premio speciale al “Garfagnana in giallo”. Il racconto “La vedova nera” vince il contest per gialli “La lettera Matta 2013” guadagnandosi la pubblicazione sul sito. Nel 2014 il primo romanzo del maresciallo Spada, dal titolo “Vento… mangia vento” è finalista al Premio Alberto Tedeschi. Il racconto “L’auto” è finalista al premio “GialloStresa gialli Mondadori”. Il racconto “La guerra dimenticata” è finalista al premio “GialloLatino gialli Mondadori”. In ottobre il racconto giallo storico "La strada ferrata della vita" viene pubblicato come e-book da Delos Books. Nel 2015 il racconto “Io Jabo” vince il premio San Maurelio. Nel giugno il racconto thriller storico "La Sacra Scheggia" viene pubblicato come e-book da Delos Books. Il racconto “Maremma amara” è finalista al premio “Gran Giallo Cattolica gialli Mondadori”. Il racconto “Io destino” è finalista al “GialloLatino Segretissimo Mondadori”. Il racconto “Il compro oro” è finalista al premio “Giallo Fiorentino”. Nel 2016 Il racconto “Maremma amara” è secondo al premio “Giallo in Provincia città di Pistoia.
Giorgio Simoni
DIRITTI
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TAG
SAMAR
SAMAR
Sono sola a guardare,
a guardare il sole
passare nella mia vita
sbagliata, di bambina comprata, venduta.
Mio padre Abdul per il proprio onore
ha venduto il suo fiore,
fiore di gioventù morto di schiavitù.
Abdul tu che mastichi qat,
per quel vizio elegante hai venduto Samar.
Abdul hai saldato il tuo conto e lo sposo è contento,
ma di me che sarà.
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador.
Vorrei solo volare,
inseguire la luna,
fuggire un sovrano
che sporca nasconde la ruvida mano.
Penso che un uomo
ha peccato con Dio
per piacere a sé stesso
per far prevalere un unico sesso.
Abdul tu che sei il padre mio,
compri ancora il tuo qat, e non pensi a Samar.
Abdul tu che ossequi la legge, rispetti l'amico,
ma di me che sarà
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador
Samar nome di donna,
in silenzio ho voglia
però devo rispetto
e cedo il mio corpo al mio turno nel letto.
L'uomo chiede ed ottiene
e placa i suoi ardori,
l'uomo delle mie pene,
mentre ascolto soltanto sfregar le catene.
Abdul tra i chador dentro al suk,
hai incontrato due occhi, era forse Samar.
Abdul hai voltato lo sguardo sopra un bel jembiah,
lei non era Samar.
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador
FIGLI SPECIALI
La voglia eterna urlata in quel pianto,
gli occhi che brillano dentro l'incanto,
per quella vita che ha avuto il suo tempo
di essere viva anche per un momento.
L'odore del figlio che abbracci piano,
dentro ti sale un orgoglio strano,
il bene profondo è il tuo uragano
e mentre lui cresce lo tieni per mano.
Perché tutti i figli sono speciali,
ma alcuni sono eccezionali.
Dice qualcuno che non sono uguali,
ma vivono amori, amori normali.
L'hai visto perduto nelle pupille,
il buio nel cuore e una rabbia ribelle.
Vedere quel cielo ormai senza stelle,
sentire la vita traversare la pelle.
E non è vero che tutto è finito,
anzi al contrario tutto è cominciato,
tutto è più vero é più definito
ed ogni giorno è un bersaglio centrato.
Perché tutti i figli sono speciali,
ma alcuni sono eccezionali.
Dice qualcuno che non sono uguali
ma vivono amori, amori normali.
La vita ha valori che molti non sanno,
perché la sfiorano dentro l'inganno
per figli speciali che loro non hanno,
che insegnano a vivere, loro lo fanno.
Non è dottrina per fare clamore
è una autostrada che passa dal cuore,
dona alla vita un cielo migliore,
trasforma il dolore, in un mare d'amore.
PADRE
PADRE
Il volto scavato dagli anni passati
le rughe sul viso capelli imbiancati.
Hai aperto la porta
ed ho visto la strada
ho sentito la voce che racconta novelle
perdersi piano in un cielo di stelle.
Ed eri una forza, tu sei la mia forza
che come una morsa mi strige a te
e io stringo una mano che risponde stringendo
quell'amore eterno che non finirà.
Mi manchi ti penso.
Mi manchi ti cerco.
In ogni momento che guardo lassù
e vedo i tuoi occhi riflessi nel blù.
Portami ancora a guardare quel mare
pieno di storie da ricordare
e fermare gli anni almeno un istante
e vederti ancora come un gigante.
Ed eri una forza, tu sei la mia forza
che come una morsa mi strige a te
e io stringo una mano che risponde stringendo
quell'amore eterno che non finirà.
BAMBINI E DESTINI
Il sole che abbraccia
le culle al mattino
e fa ricordare
le fiabe al bambino,
illumina un mondo
che dolce ti avvolge,
son le braccia accoglienti
di chi ti protegge.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
La pioggia che cade
nei giorni più neri
rabbuia le menti
e devia i pensieri,
dilaga in un mondo
che sporco ti vizia,
son le braccia vogliose
di chi ti sevizia.
Per una vita che si fa dura,
l’avventura diventa paura.
Per una vita che si fa dura,
l’avventura diventa paura.
Il vento del dio
che muove le cose
porta il bene all’oblio
in genti bramose,
e soffia nel mondo
di gente distrutta,
son le braccia arraffanti
di chi ti sfrutta.
Per una vita votata allo scopo,
il gioco è in un cerchio di fuoco.
Per una vita votata allo scopo,
il gioco è in un cerchio di fuoco.
La nebbia che avvolge
i destini più tristi
porta il buio nel cuore
e rende egoisti,
offusca un mondo
di gente allo sbando
nutrita dal sangue
di contrabbando.
Per una vita durata uno sputo,
l’uomo diventa un rifiuto.
Per una vita durata uno sputo,
l’uomo diventa un rifiuto.
I bambini del mondo
son tutti tuo figlio
sono solo una vita
che aspetta consiglio,
sono occhi che guardano
pieni d’ingegno
sono gocce di brina
sul terzo millennio.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
QUELL'ACCORDO IN DO
Chitarra la tua voce
questo suono che mi piace
e quell’accordo in do
suona lento piano un po’.
Ma che rabbia che mi fai….
come mai.
Io ti ascolto e tu mi sfidi
musica allegra e tu ci ridi
parole si quante ne vuoi
parlano un po’ anche di noi
e delle notti che ci dai….
e tu lo sai.
E… canterai la mia canzone
questa chitarra e ancora unione
canteremo insieme al sole
con la voglia di riuscire.
E… canterai questa canzone
la tua chitarra e ancora unione
canteremo in riva al mare
con la voglia di restare.
Ma la vita ci separa
e ho voglia di provare ancora
quel dolce accordo in do
io ti ascolto e tu mi sfidi
musica allegra e tu ci ridi….
come mai
E… canterai la mia canzone
questa chitarra e ancora unione
canteremo insieme al sole
con la voglia di riuscire.
E… canterai questa canzone
la tua chitarra e ancora unione
canteremo in riva al mare
con la voglia di restare.
perché lo possiamo fare.
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La sacra scheggia (History Crime) ROMANZO BREVE (59 pagine) - STORICO - Volterra, marzo 1291. L'arrivo a Volterra di una seconda Sacra Scheggia è causa di gravi disordini tra i frati Domenicani e Camaldolesi. Dopo la morte di un frate Domenicano, il Podestà chiede al capitano del popolo, Amerigo Narbona, di svolgere l'indagine. Riuscirà quest'ultimo a ricostruire l'intrigo? ![]() |
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RACCONTO LUNGO (33 pagine) - STORICO - Pistoia, aprile 1852. L'ingegner Cioni ha impiegato una vita per la progettazione della prima ferrovia transappenninica. Alla vigilia del ricevimento dell'incarico di direttore dei lavori, muore. Il suo assistente, il comandante Marani, dovrà impegnare tutto se stesso per fare giustizia.
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Non me ne vogliate, non è la mia aspirazione diventare un venditore di libri, ma la passione di scrivere è più forte di me. E' inevitabile dunque, per appagare la naturale ambizione d'essere letti, dover ricorrere all'informazione e alla pubblicizzazione del proprio lavoro. Quindi, solo per informazione di quelli che volessero leggerlo e magari commentarlo, il mio romanzo dal titolo "Finirai all'Inferno" di cui allego la locandina, è reperibile sul WEB ai seguenti indirizzi: http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/finirai-inferno-simoni.html Scusandomi ancora per l'ardire, colgo l'occasione per salutare tutti calorosamente. Giorgio Simoni |
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I risultati del Concorso “Il Lancio della Penna” Cari concorrenti, siamo lieti di pubblicare i risultati del Concorso “Il Lancio della Penna 2011″. Grazie a tutti per la partecipazione e per la paziente attesa. I risultati della Sez. E (Giornalismo) saranno resi noti nella giornata di domani. A breve seguiranno comunicazioni sulla serata di premiazione. Sez. A – Racconto singolo Sez. B – Silloge poetica Sez. C – Racconto singolo Sez. D – Raccolta di racconti L’ANTEPRIMA de Il Lancio della Penna Si è svolta ieri, presso il Fortino di S. Antonio Abate a Bari, l’anteprima de “Il Lancio della Penna”, evento organizzato dalla nostra Associazione. La manifestazione ha riscosso un discreto successo grazie soprattutto alla notevole presenza di pubblico, tra cui molti partecipanti al Concorso. Ci teniamo a ringraziare calorosamente tutti coloro che, nonostante il breve preavviso, sono intervenuti, contribuendo in modo decisivo alla sua buona riuscita. Il presidente di Giuria ha fornito alcuni dati sui partecipanti al Concorso. Il numero di plichi pervenuti è di circa 800, così distribuiti: 300 ca. sez. A; 250 ca. sez. C; 150 sez. B; 50 ca. sez. D; 50 esclusi per vizi di forma. Non si tratta comunque di cifre definitive e ufficiali. Per quanto riguarda la sezione Giornalismo, se ne sta occupando un’altra giuria. I risultati della sez. E saranno resi noti insieme a quelli delle altre sezioni. Il reading è stato senza dubbio il momento clou della serata. I giurati, bravissimi, hanno interpretato le opere da loro stessi selezionate con trasporto ed espressività, coinvolgendo ed emozionando il pubblico, che, almeno a giudicare dagli applausi, ha gradito lo spettacolo. Non sono mancati i momenti di riflessione, in cui i giurati hanno commentato e discusso le opere con il pubblico e gli autori presenti. Sez. A – Poesia Singola Sez. C – Racconto breve singolo Sez. B – Silloge poetica Sez. D – Raccolta di racconti Avremmo voluto leggere più opere ma il tempo a nostra disposizione non ce l’ha consentito. Speriamo che nessuno sia rimasto deluso per non aver sentito recitare la propria opera. Anche limitandoci agli autori locali non sarebbe stato possibile dare spazio a tutti. Pubblichiamo alcune foto della serata per rendere partecipi anche coloro che non sono potuti essere presenti. Un caloroso saluto a tutti i partecipanti.
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IL RACCONTO "GAIO E LA CAMPANA DI SAN MICHELE" VINCE IL PRIMO PREMIO ALL'XI CONCORSO POESIA E PROSA ARCA ENEL 2010 IN DATA 26 - SETTEMBRE - 2010.
Colgo l'occasione per ringraziare tutta l'organizzazione; la giornata della premiazione è stata una bellissima festa. Un saluto a tutti i visitatori del BLOG. Ciao Giorgio |
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IL RACCONTO "OLTREMARE" E' STATO PREMIATO CON IL TERZO POSTO AL PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "LORIS BIAGIONI" CITTA' DI CASTELNUOVO GARFAGNANA IN DATA 03/09/2010.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i membri della giuria: Vladimiro Zucchi, Pasquale Maffeo, Massimo Gulisano, Antonio Sargenti, Lamberto Serafini. Un saluto a tutti gli amici del BLOG. link al sito del concorso: http://www.castelnuovogarfagnana.org/index.php?pag=57
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Aggiorno ancora il Blog con una grande soddisfazione: Il racconto OLTREMARE è stato giudicato, da una giuria di scrittori, primo classificato al premio letterario "Il Salmastro". L'editore Delbucchia ha stampato un libro che si può acquistare in rete (io non ci guadagno un cent). Ringrazio tutti gli amici della rete che mi sono vicini. GIORGIO |
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L'ODORE DELLA PACE
L'ODORE DELLA PACE
Quando son partito mi ricordo dissi: "ciao" America,
fiero ed invincibile, ho nel cuore l'America.
Sento già lontani i rumori di New York
e le luci di Manhattan nei pensieri porterò.
Mi hanno detto che la gloria vale più dei miei vent'anni,
che la pace sulla terra si protegge con le armi.
Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi
Mi hanno detto che obbedire e' un dovere di soldato
ma ci sparano con armi, che noi stessi gli abbiam dato.
Sento sibili paurosi, lacerare la foschia,
un proiettile nel cuore, ma la vita era la mia.
Porterete alla mia gente la medaglia alla memoria,
liberando la coscienza dal giudizio della storia, America
Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi
Quando son tornato a nessuno ho detto ciao, America.
come fossi nuvola, volo sopra l'America.
La bandiera a stelle e strisce i miei occhi non vedranno,
però voglio che si sappia che ho capito il loro inganno.
Se poi ci sarà la pace, questa avrà uno strano odore,
con le armi, per i soldi, e patriottico dolore, America
Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi
Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi
FIGLIA DEL DESERTO
Sparano all'orizzonte,
sparano quei cannoni,
sparano nella fronte
di tutte le nazioni.
Hai lasciato quella terra,
hai lasciato la tua vita,
hai lasciato quella guerra
per poter farla finita.
Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai
Ma che ricordi hai
della tua gioventù,
diciott'anni , donna ormai,
ma il sorriso non c'è più,
muoiono le persone,
muoiono le speranze,
muoiono sul nascere
tutte le alleanze.
cadono le bombe,
cadono i soldati,
cadono nelle tombe,
uomini assassinati.
Li' non cambia mai,
fiamme rosse, fumo nero
sparano i mortai,
sembra tutto un cimitero.
E la pace e' un'utopia
e la pace e’ nella testa,
e la pace e' una follia,
una debole protesta.
Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai
C'è chi cerca di ingrandirsi,
c'è chi cerca la difesa,
c'è chi cerca di arricchirsi
e chi muore senza offesa.
Una guerra d'interessi,
cosi', senza pietà.
Strani accordi e compromessi,
chissà quando finirà.
Cadono le difese,
cadono nell'oblio,
cadono le chiese,
uomini senza Dio.
Dentro alla città,
del Dio di tre dottrine,
si respira la viltà,
di stragi e di rovine.
Il fratello e' una minaccia,
il fratello di prigione,
il fratello senza faccia,
di diversa religione.
Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai
Figlia del deserto,
dimentica il passato,
dimentica chi eri,
dimentica chi e' stato.
Ma quando alzi lo sguardo
e guardi verso oriente,
la' c’é ancora la tua terra,
la' c'e' ancora la tua gente.
Cadono i valori,
cadono di sdegno,
cadono nei cuori,
uomini senza regno.
L'IDOLO DI PIETRA
E cadevano le foglie
come un vuoto
mi lasciarono nell’anima,
respiro di stagione che muore
e si porta via
i tramonti senza vento
che allietavano le sere
di settembre.
Ed il vento soffia ancora
ma non credere
che si fermi all’orizzonte,
lui scavalca i monti
e invade nuove terre
e si porta dietro
i semi della vita,
altri fiori coglierai
con le tue dita.
E sulla collina,
un rudere, che strano,
come idolo di pietra,
guarda il vento
che passa e va lontano.
E cadevano le foglie,
come spesso cade
il mito e la leggenda,
sensazione di illusione
e di incertezza,
che imprigiona
la tua mente nei suoi rami,
ti fa illudere che il sogno
è il tuo domani.
Ed il tempo scorre ancora,
sotto al ponte
tra il futuro ed il passato,
tra il possibile
e quello che è già stato,
più trascorre
e più ti accorgi che lo ami,
vuoi fermarlo
ma ti sfugge tra le mani.
E sulla collina,
un rudere, che strano,
come idolo di pietra,
guarda il vento
che passa e va lontano.
Ed il vento
ti prenderà per mano
Ed il vento
ti porterà lontano
DALLE CENERI ROSSE
Brilla dentro a grandi occhi,
una stilla di luce,
davanti a specchi
affacciati sul mondo
e profonda matrice,
che riprendono tristi esperienze,
di paura e dolore,
di semplici comparse
confuse tra confini e bandiere,
che un partigiano zelante
portò oltre il muro,
uccidendo l'orgoglio
di zingari senza futuro.
Lunghe file di vecchi trattori,
e sopra persone grigie,
coi volti uccisi ed i sogni perduti
nelle valige.
Come le aquile nere
scacciate dai lupi rossi,
portano stretti tra i denti e nei cuori
rancori repressi.
Quei bambini quei vecchi
quei giovani slavi,
orizzonte impazzito,
sporcato, e solcato da navi.
Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.
Chi ha unito genti diverse,
ignorando la razza e l'etnia,
costringendoli a pensare
una sola filosofia.
Ha innescato una miccia
che un giorno e' brillata di luce,
dopo il muro ora esplode una guerra
che a morte conduce.
E i popoli vecchi signori dell'Europa unita,
in un bagno di sangue
han visto, fallire la vita.
E finito lo scempio, alla dignità,
immolata sui Balcani,
restan foto sgualcite di navi,
stracolme di mani.
E le mani degli avvoltoi,
organizzati in gran fiera,
che per loro, signori del mondo,
é una vera miniera.
Dopo la tempesta tutto sembra finito,
dalle ceneri rosse é riemerso,
il fantasma di Tito.
Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.
E forte il vento dell'ambizione,
é tornato a far male.
Saran puniti, i figli cattivi,
del generale.
Il padrone ha suonato i tamburi,
la terra trema,e la vita si piega
nel suono di una sirena.
Bambini tremanti,
ammassati alle sbarre,
e insigni assassini che tramano,
dietro le guerre.
Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.
Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.
TESTO L'ABISSO NEGLI OCCHI
L'abisso negli occhi
Stanno parlando e quell'immagine
indugia senza fretta
su una periferia, una scuola
una casa maledetta.
Gente che si ferma,
nel punto illuminato
e cerca di parlare
e dire cosa è stato.
Mentre le domande volano
per chi potrà giovarne
trapassano le carni
di chi non sa che farne.
Di chi non sa che farne.
Di chi non sa che farne.
Cerco di conoscere l'abisso,
oltre il confine di un riflesso
che è passato come un lampo,
in quegli occhi senza tempo.
Come una ruga di dolore,
che dagli occhi arriva al cuore,
che annerisce quel destino,
fumo sporco dal camino.
Un delirio che ha infranto
lo specchio dello stagno
e avvolge la mia mente
nella tela del suo ragno.
Se ci fosse una ragione,
anche fosse la più estrema
perché adesso la mia voce,
la mia voce trema, trema di dolore,
per quella rabbia sorda
che vede indifferenza
e stringe la sua corda.
E stringe la sua corda.
E stringe la sua corda.
Cerco di conoscere l'abisso,
oltre il confine di un riflesso
che è passato come un lampo,
in quegli occhi senza tempo.
Come una ruga di dolore,
che dagli occhi arriva al cuore,
che annerisce quel destino,
fumo sporco dal camino.











