AFFACCIATI AL MONDO

LA CRISI CHE NON C'E'


Ormai sono mesi che la crisi ci attanaglia, e mentre qualcuno sostiene che il peggio è passato, i consumi stentano a ripartire e anzi sembrano esserci ulteriori contrazioni del mercato.Anche nei vari blog si discute della crisi, del lavoro che non c'è, e mentre qualcuno parla della sua situazione più o meno difficoltosa io ho eleborato una mia piccola teoria...LA CRISI NON ESISTE...non equivocate, quello che penso io è che non ci troviamo davanti ad una semplice crisi, le crisi passano, si superano; qualcuno ne esce con le ossa rotte per carità, ma chi sopravvive è "più forte". Una specie di selezione naturale per togliere i rami secchi e lasciare che la pianta possa tornare a nuova vita, raccogliere nuova linfa per i rami "buoni" e godere dei raggi del sole senza più ombre.Io penso che ci troviamo davanti ad un cambiamento strutturale, qualcosa che stravolgerà inesorabilmente la nostra società, qualcosa come le grandi glaciazioni,  o come l'estinzione (evoluzione) dei dinosauri. Riguardo questo argomento ho trovato molto illuminante il video che vi ripropongo nel post.La nostra società ormai è "vecchia", ha poca voglia di cambiare e pensa solo a tenersi stretto il piccolo spazio che si è "conquistato". I vari governi che si sono alternati, o chi per loro, ci hanno svuotato di ciò che ci ha reso famosi nel mondo, il made in italy, e noi stiamo farmi a guardare.In questi ultimi tempi le uniche vere "rivolte" del mondo del lavoro sono state fatte da extracomunitari ormai tirati fino all'osso, e mentre "lottano" per aver riconosciuto qualche diritto in più, vengono tacciati di delinquenti che distruggono le città.Non voglio analizzare se la colpa sia dei singoli governi o di un progetto misterioso di grossi gruppi imprenditoriali, cio che vedo e che intuisco io è che gli interessi economici si tanno spostando verso est.Analizzando dal punto di vista prettamente economico/finanziario noi siamo ormai una civiltà post-industriale, siamo ormai un "mercato" che ha tutto il necessario e anche il superfluo; il mercato asiatico invece ha bisogno di tutto, ed è un mercato immenso se si conta quanti sono in particolare gli abitanti di Cina e India sommati insieme. Una volta il mio professore di economia aziendale fece un esempio in classe, ci disse di immaginare un produttore di lapis che fosse riuscito a vendere il suo prodotto uno per ogni abitante della cina; avrebbe venduto un miliardo e trecentomila lapis, una cifra impressionante.A volte mi fermo a pensare e non so perchè mi immagino che lentamente, ma inesorabilmente, saremo noi a diventare la manodopera da terzo mondo che produrrà per il mercato dei nuovi consumatori, l'oriente.La realtà è che per le grandi multinazionali è indifferente dove si produce e dove si vende, per loro basta produrre al costo minore e vendere al costo maggiore.La mia è solo una supposizione ma temo che non si discostetrà molto dalla realtà se non riusicremo a preservare l'originalità delle nostre idee, il nostro "dodo" MADE IN ITALY.allego ulteriore video appena reperito su internet: "Cina, una sfida da cogliere per l'industria italiana"... si d'accordo, ma quale industria???