AFFACCIATI AL MONDO

LIBERO MERCATO


Circa due anni fa partecipai con la lista civica del mio paese ad una conferenza su i rifiuti e raccolta differenziata. Chiedo scusa in anticipo se non metto i nomi ma è semplicemente perchè non li ricordo dopo tutto questo tempo. Intervennero diverse personalità locali, rappresentanti del comune, della provincia e il rappresentante di un comune che aveva fatto della raccolta differenziata la sua forza "vincendo" le forze politiche che volevano costruire un inceneritore nel loro paese.durante la conferenza sentii molte belle parole e devo dire che a posteriori mi pento di non aver posto alcune domande.il promotore della raccolta differenziata difendeva con forza quello che erano riusciti a fare nel proprio comune in pochi anni, asserendo che si potevano raggiungere percentuali di riciclo altissime, portando gli sperchi a zero; qui avrei fatto meglio a chiedere cosa intendesse per "rifiuri zero", perchè nonostante io creda nella raccolta differenziata credo altrettanto che il 100 % in natura non esista, sotto nessuna forma; un margine di errore esiste sempre.Il rappresentante di un ente credendo nella raccolta differenziata diceva semplicemente che per diminuire i rifiuti era doveroso diminuire l'uso di certi materiali, soprattutto contenitori di vario genere, creando per alcuni settori la cosidetta distribuzione "alla spina" (latte, vino, detersivi, shampoo etc). questo discorso mi colpì molto, perchè faceva da "bilanciatore" per arrivare ai "rifiuti zero" (utopico per me) del promotore della R.D.. Sarebbe stato un buona idea legare insieme iniziative del genere, ma durante il congresso ognuno dei due conferenzieri rimase sulle proprie posizioni senza cercare un incontro.Il più incredibile per me fu un conferenziere, direttore di un' azienda che disse chiaro e tondo che l'idea di di fare prodotti alla spina era deleteria per il mercato affermando che le aziende produttrici di contenitori avrebbero chiuso. Per me questa è una questione ostica perchè capisco le necessità di una ditta per vivere, ma allo stesso tempo il "progresso" non può fermarsi per mere questioni personali. Se è vero che il mercato si autoregola, per un' azienda che non fa più flaconi ne nasce una che costruisce distributori alla spina e una che li ripara.Mi è tornata in mente questa cosa perchè riflettevo sul progresso e sul libero mercato che secondo me non esiste più, e forse non è mai esistito.Molte aziende di oggi sono nate quando il mercato aveva poche regole e sgomitando sono riuscite a crearsi il proprio spazio; adesso che il mercato è saturo e più regolamentato vorrebbero tornare ad avere meno regole ma allo stesso tempo non vogliono correre il rischio che qualche nuovo imprenditore lungimirante dia loro qualche spallata con nuove idee e progetti.Le imprese storiche sono ormai irrigidite, dei dinosauri che hanno fatto il loro tempo, difficili da buttare giù, che semmai cadessero non riuscirebbero più ad alzarsi, così un "libero mercato" dove loro possono schiacciare le "uova" delle nuove idee anzichè pensare a reinventarsi gli sembra più semplice. Peccato che anche se sono esistiti per 60 milioni di anni alla fine i dinosauri si sono ESTINTI...A breve un post anche sul "PROGRESSO", che mi è venuto di gettito dopo questo post; per adesso chiudo, non ho più ne tempo ne vogliaBUONA SERATA...