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se è cosi' se te ne vai
se te ne vai...perché è cosi'
perché finisce tutto qui
tra poco andrai...
un lento, l'ultimo oramai...
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Ritmi uguali scandiscono il tempo, nella vita come nella musica, nulla cambia, nulla muta se non per brevi attimi: l’assolo, e per un po’ sono protagonista.
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Momenti indimenticabili della mia adolescenza:
“C'è un respiro in più
stanotte sei tu”
Ricordi la prima volta che abbiamo dormito insieme,
eravamo in montagna.
Era l’ultimo dell’anno, nevicava.
“La prima volta
l'amore proprio qui
in casa mia
senza quasi conoscerti”
E’ stata la nostra prima volta, la mia prima volta.
“poi domandarti
chi sei
non lo so
nascerò fra un minuto
con te.”
E così è successo, sono nato con te quel giorno.
Partorito da una straordinaria forza:
scoprire l’amore.
“sei nata qui
stanotte così
ed ogni giorno
nascerai fra le mie braccia”
E così e stato, ogni giorno della mia vita
fino a quando è durato.
Oggi sono felice ugualmente,
ma piango sempre quando ascolto questa canzone.
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Mi piacciono le donne. Tutte le donne: alte basse magre o ben piazzate. In ognuna riesco a percepire qualcosa che mi attira. Per alcune è il colore dei capelli o semplicemente il modo in cui li pettinano per altre e il taglio degli occhi o delle labbra o il loro modo di atteggiarsi. Certo sono solo cose che riguardano l’aspetto fisico, d’altronde senza conoscerle non ho altro che quelle. A volte, però, e il loro modo di scrivere di parlare, di esprimere il loro pensiero. Ultimamente ho conosciuto nel web tante persone, mi sono avvicinato a tante donne e di tante sono rimasto affascinato dalle loro parole, senza sapere neppure come sono fatte. Tuttavia mi ritrovo quasi ogni giorno a fare i conti con la dura realtà della natura: l’uomo è attratto dalle donne e viceversa, almeno dovrebbe essere così. Quotidianamente esploro tanti corpi femminili, per strada, in metrò, al lavoro, nei supermercati durante, le ormai irrinunciabili, scappatine che faccio con mia moglie e mia figlia. I supermercati sono dei luoghi ad alto concentrato di figa. A qualsiasi ora e in un qualsiasi giorno ce n’è tanta, se fossi libero da impegni sentimentali sarebbe il mio territorio di caccia preferito, la mia miniera dalle pepite d’oro, il mio lago colmo di pesci. Ma ahimè!! Tempo addietro, feci una promessa che ancor oggi ha validità nel mio cuore, ed è per questo che ho messo sotto chiave le armi della seduzione e lascio sempre in rimessa il carro attrezzi che usavo per rimorchiare le mie prede. Mi resta solo la vista, guardare e non toccare, e neanche pensare: questo però non l’ho mai garantito, qualche volta la fantasia è volata. Così finisco per osservare le varie rotondità che volta per volta attraversano la mia strada, come un buon pastore che seduto sotto un bel ombreggiante albero guarda le pecorelle brucare l’erba del prato. Capita che qualcuna s’accorge del faro che le è puntato addosso e allora reagisce. Alcune si mostrano lusingate e ricambiano con un sorriso e sono quasi sempre da sole; altre ricambiano con occhiate di dissapore e sono spesso accompagnate. Non ci vedo niente di male che qualcuno guardi mia moglie e che le faccia degli apprezzamenti, non sono geloso. Quando andiamo a fare la spesa ci separiamo. Ognuno ha una lista di cose da prendere. Dopo circa un’ora e mezza c’incontriamo vicino alle casse, facciamo così da anni. Io sono un tipo pratico, non perdo tempo, so dov’è la roba che devo prendere, perciò in mezz’ora-quarantacinque minuti al massimo finisco di fare la spesa. Il resto del tempo lo passo nel reparto libri e a praticare lo sport che più amo: guardare le femmine. Spesso capita che di libri nuovi non ce ne sono e allora passo subito alla seconda attività. Così Giovedì scorso mi sono addentrato nel reparto oli e sottaceti, avevo visto da lontano una rotondità che mi attizzava parecchio, e mi sono diretto verso di essa quasi meccanicamente. La donna era di statura media, aveva in testa un cappello e un grande foulard sulle spalle. Lei era di schiena, ma quel che vedevo era molto bello. Ero ancora abbastanza lontano, quando si piegò per prendere un prodotto sullo scaffale in basso. Ho avuto un tonfo al cuore. Mi sono fermato e appoggiato al carrello, avevo avuto un leggero giramento di testa. La pressione sanguigna deve aver subito uno sbalzo tremendo con un’impennata verso alto, come il mio coso che cominciò a pulsarmi dietro la patta alla vista di quella donna messa a novantagradi. Sono rimasto fermo, pietrificato, tutto il tempo dell’esposizione. Le altre persone sembravano mosche che mi ronzavano intorno, le tolleravo solo perché facevano da barriera, da copertura, tra il mio sguardo e quella deliziosa creatura in posa. Tornò eretta e mi sciolsi. Cominciai ad avvicinarmi pian piano, dovevo assolutamente vedere il suo volto. A pochi centimetri scoprì che aveva qualcosa di familiare, riconobbi il giaccone appoggiato sul carrello, il viso nascosto dal cappello: era mia moglie. Mi vide e si tolse il cappello mostrandomelo. Disse che desiderava comprarlo. Risposi che ero d’accordo e le chiesi di rimetterlo in testa. L’abbracciai da dietro stringendola forte e baciandola sul collo. Lei mi chiese che cosa avessi e perché fossi eccitato. Risposi che avevo fame e che avevo voglia di mangiarla.
Non importa dove e perché ci viene fame, importante è mangiare a casa.
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Inviato da: c.sonia
il 28/06/2010 alle 11:49
Inviato da: salsadetress
il 15/03/2010 alle 08:28
Inviato da: c.sonia
il 12/03/2010 alle 16:18
Inviato da: c.sonia
il 30/10/2009 alle 21:23
Inviato da: Sonia
il 28/10/2009 alle 11:21