I mie scritti con SM

Una riflessione


Nella prima conferenza sulla SM tenutesi all' Itis di Biella nella settimana dedicata a tale malattia, lo psicologo dr. Lo Monaco aveva detto che noi, ammalati di SM, eravamo  come entrati in tunnel dal quale, per ora, non si poteva uscire. Allora mi sono immaginata di essere lì, all' ingresso di questo tunnel, in una piccola automobile, ferma a decidere. Dovevo scegliere se restare sempre in quel punto e piangere tutte le mie lacrime, oppure fare in modo  che la mia automobile partisse e andasse avanti, sperando di trovare stimoli che dessero ancora senso e valore alla mia vita.  Ho scelto la seconda soluzione, perchè non potevo accettare che tutto fosse finito. Ho messo benzina, controllato olio e acqua nell' auto, rifornita di una ruota di scorta e sono partita. Mi sono subito accorta che la galleria non era buia e vuota, qualcuno aveva provveduto ad illuminarla, c' erano i gard rail e i cartelli stradali per segnalare eventuali pericoli, così ho potuto proseguire abbastanza tranquilla. A un certo punto, '' meraviglia'', le pareti del tunnel presentavano delle grosse aperture dalle quali potevo ammirare bellissimi paesaggi: il mare blu solcato da bianche vele e sovrastato da un cielo, altrettanto blu, con fiocchi di nuvole, un verde prato dove brucava un candido gregge, un campo di grano con grosse spighe gialle, punteggiato dal rosso e dal blu dei papaveri e dei fiordalisi. E poi vedevo le alte montagne illuminate dal sole radioso e le morbide colline coperte a tratti da boschi ombrosi e a tratti da vivaci coltivazioni. Ma sopprattutto vedevo le persone, tante persone che parlavano e Mi parlavano, Mi sorridevano, mostrando il piacere di scambiare quattro chiacchiere con me che nel frattempo avevo scacciato la tristezza e mi era ritornata la voglia di vivere . Tutto questo immaginare vuol far capire: la medicina, i medici, i ricercatori ci forniscono gli aiuti per non farci precipitare o perlomeno allontanare sempre di più quel pericolo. Ma noi '' dobbiamo'' collaborare e cercare quella forza, anche con l' aiuto di altri, quella forza che ci permette di dire '' SONO SEMPRE IO'', anche sulla carrozzina.