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Post n°4 pubblicato il 29 Maggio 2012 da concablog
Ha ben ragione Curzio Maltese( Repubblica, 25 maggio) nello smascherare i trucchi escogitati dai partiti per eludere qualche norma limitatrice della vorace bulimia partitica a carico delle varie forme di finanziamento pubblico della politica. L' unica buona cosa della nuova legge dovrebbe alla fine risultare (anche se non è detto) dal dimezzamento dei rimborsi elettorali. Il secondo trucco risiede nel rendere fiscalmente più che convenienti i finanziamenti privati nei confronti di quelli pubblici. Il terzo marchingegno (togliere i fondi a chi non ha uno statuto di partito - vedi i "grillini" - ) è semplicemente una forma di autogol. Vale la pena proseguire in questa squallida casistica o tentare di riproporsi l' interrogativo di fondo sul dilagante processo di corruzione della vita politica italiana? Perché se non rispondiamo sulle ragioni, sul come e su quando una simile infezione ha cominciato a prendere piede, non saranno le panacee applicate lì per lì a lenire la piaga. Ora, alla base di tutto, vi è la trasformazione di una nomenclatura innervata fino a cavallo degli anni Settanta nel militantismo politico cattolico, comunista e socialista, che aveva trovato il suo equilibrio in una spartizione del potere più o meno automatica (manuale Cencelli) ma pur sempre sublimata da un impegno partitico vidimato da vertici riconosciuti, accettati e chiaramente riconoscibili, se non da quella pozzanghera sporca che tutti li marchia, fin dal primo vagito. A tutto questo ha fatto seguito, attraverso progressivi slittamenti, un amalgama confuso e privo di valori distintivi. Scomparsa la Dc, dissolto il Psi, evaporati i partiti minori, soggetti a ricorrenti mutazioni botaniche o semantiche (Quercia, Ulivo, Cosa 1 e Cosa 2) ciò che restava di un mondo politico che aveva occupato per decenni l' attenzione internazionale sotto l' egida del Pci, si è disgregato in un carnevale ridicolo e impudico, recitato su copioni ormai spogli di ogni autoidentificazione. La comparsata al proscenio di "partiti di passaggio", battezzati su qualche predellino, non ha salvato neppure la memoria storica di antiche sigle, un tempo gloriose. Nemmeno gli "ex" (fossero riformisti o craxiani, "miglioristi" o "rifondaroli") hanno trovato lo spazio pietoso del ricordo. Eppure siamo pronti a scommettere che questa generale scomparsa dei partiti non corrispondea una totale fame di assenza quale risulterebbe dalla nostra denuncia e, ancor più, dalle molteplici forme assunte dall' anti politica. Crediamo che il bisogno di un nuovo affaccio su un panorama attraente e non sul déjà vu resti forte nella fantasia di chi anela a nuove forme di democrazia diretta, ad un partito che accenni come l' araba fenice a rinascere dalle sue ceneri, a presentarsi davvero contendibile e non sottraibile dai faccendieri di lungo corso e di poco fiato. Se qualcuno se la sente di differenziarsi nettamente dagli altri, in primo luogo ripudiando ogni forma di finanziamento spurio, cominciando a farne un motivo di lotta fin dal prossimo Parlamento non è detto che la scommessa sia perduta. Certo, non presentandosi con vecchi compiti che neppure il più diligente degli alunni ha più voglia di recitare a memoria, così il buon Bersani la smetta di riproporci la parte del direttore di una Coop emiliana, incerto tra una forma di culatello ed una di parmigiano. Non c' è bisogno di guastarsi il gusto con le spezie vecchie di Grillo. Anche a Reggio e Modena sanno riconoscere un buon piatto di tortellini. MARIO PIRANI – La Repubblica 27 maggio 2012 |
Cacciari alla Zanzara: «Bersani? Siamo al delirio, non vede al di là del naso. Finirà come Occhetto»
Post n°3 pubblicato il 27 Maggio 2012 da concablog
«Vittoria senza se e senza ma? È un delirio di Bersani, siamo al delirio vero. Il Pd ha conquistato tanti comuni ma non ha preso un voto in piú, anzi. Ha vinto solo perché Lega e Pdl si presentavano divisi». Lo ha detto il filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, alla Zanzara su Radio 24. «Bersani - ha proseguito Cacciari - non vede al di là del suo naso. Purtroppo l'alleanza con Idv e Sel è inevitabile e rischia di fare la fine di Occhetto con la gioiosa macchina da guerra». Al nord - ha detto ancora Cacciari - il Pd «non ha appeal nell'elettorato del centrodestra che pur di non votarlo gli preferisce Grillo. E questa sarebbe una vittoria?». Berlusconi è «una specie di appestato» Montezemolo? «Una cosa già vecchia» Il Sole 24 Ore - 26 maggio 2012 |
Post n°2 pubblicato il 27 Maggio 2012 da concablog
Gli Spiazzi di Gromo escono dalla partita e si ridisegna il comprensorio sciistico che collegherà le Valli di Scalve e Seriana. Un comprensorio a ridotto impatto ambientale rispetto al progetto di due anni fa, quasi dimezzato, da 90 a 50 chilometri di piste, che vedrà la luce sotto la regia di Berghem Ski. La Srl in essere dal 1993 è stata da poco rifondata con il conferimento dei capitali da parte dei Comuni di Valbondione, Gromo, Colere e Vilminore e di Sirpa e Stl, le società che gestiscono gli impianti di Colere e Lizzola. Resta quindi fuori dai giochi la Iris degli Spiazzi di Gromo, scoraggiata da un'operazione sfumata che avrebbe dato linfa alle risorse da investire nel comprensorio. E così il progetto iniziale da 42 milioni di euro si è messo forzatamente a dieta, convertendosi in uno da 32 milioni. Collegare le due valli è da sempre stato il sogno e il must di chi credeva nel progetto. Infatti lo «scavalco» da Colere a Lizzola attraverso Vilminore resta. Sulla cartina traccia un simbolico triangolo dal monte Vigna Vaga al Pizzo di Petto, fino alla Val Conchetta, a Vilminore. Lungo il tracciato intervallivo - che comprende un tunnel nella roccia - si realizzeranno due nuove seggiovie: una verso il Pizzo di Petto e una sotto Lizzola. Per queste due opere si spenderanno 5 milioni di euro. Per il resto sarà tutta una ristrutturazione. L'Eco di Bergamo - 27 maggio 2012 Cronaca |
Post n°1 pubblicato il 26 Maggio 2012 da concablog
«Ho 47 anni, vivo a Bracca da una vita e non ricordo una tempestata di intensità come quella di venerdì. I vigili del fuoco, per accedere in paese, hanno dovuto aspettare uno spazzaneve, impossibile muoversi». Sono le parole di Giovanni Marco Muttoni, sindaco di Bracca, ancora incredulo per la violenta tempesta che si è abbattuta venerdì fra le 18 e le 18,30, lasciando a terra dai 7 ai 10 centimetri di ghiaccio. Il temporale accompagnato da un forte vento ha causato danni, non solo a raccolti ed ortaggi, ma pure ad alcune strutture del campo sportivo mentre delle abitazioni hanno riportato dei danni a gronde e tetti. «La tempesta oltre che scendere copiosa e violenta era formata da grossi chicchi di ghiaccio - spiega il sindaco Muttoni -, le auto che si trovavano in strada sono state rovinate pesantemente. Gli operai del Comune sono stati chiamati per emergenze sino a notte fonda, stamattina invece sono stati liberati e ripristinati tombini ed alberi dalle strade comunali». La viabilità è tornata sicura e regolare solo attorno a mezzogiorno di sabato. Nel corso della notte sono rimaste a terra piante e ramaglie mentre parecchi tombini si sono sollevati perchè non hanno retto alla pressione dell'acqua, alcune condotte sono scoppiate riversando acqua e terriccio sulla sede stradale e nei giardini delle abitazioni. Rinviata la festa delle associazioni. la tensostruttura allestita al campo sportivo è stata completamente forata dai chicchi, il vento ha poi spostato alcune traverse che sostengono il capannone. L'Eco di Bergamo - 26 maggio 2012 Cronaca |