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Razze e selezione oggi


Tra ipocrisia e ignoranza, arroganza e superficialità - parte 2Della tristissima realtà degli allevamenti lager che producono sfilze di cuccioli per alimentare il commercio dei cani di razza ma “di seconda scelta” (spesso senza pedigree e venduti già in stato di deperimento in negozi e fiere) per chi vuole un cane simile alla razza desiderata ma spendendo meno nell’acquisto, parleremo in un altro momento. Da notare che, tanto quanto il fenomeno esiste da noi (spesso i cuccioli arrivano da allevamenti lager in est Europa), altrettanto esiste e pare ben diffuso negli Stati Uniti (lo denuncia sempre Patricia B. McConnell). Per farsi un’idea della portata del fenomeno, al seguente link sono raccolti alcuni articoli interessantissimi: http://www.unaecoanimali.it/Stampa/traffico_dallest.htm. Quindi, sfatiamo un primo mito: al di là dei traffici appena menzionati (che di legale ed umano hanno poco o nulla), la percentuale di allevatori veramente seri, lungi da qualsiasi interesse al lucro ed animati solo ed unicamente da profonda passione per la peculiare razza allevata sono sicuramente una minoranza, che presumibilmente è nota ad una ristretta cerchia di amatori e che certamente non si affida a metodi commerciali per reclamizzare i propri prodotti ed avere maggiore diffusione. Tutto il resto, è mero commercio di carne viva, che l’allevamento sia blasonato o meno. Chi nega questo, dovrebbe anche trovare una motivazione credibile per giustificare i prezzi esorbitanti della maggior parte dei cuccioli di razza: e non vale per questo citare il costo di monte ed acquisto dei riproduttori, perché il loro costo è il frutto del medesimo meccanismo che si vorrebbe giustificare citandolo. La realtà é molto semplice: il valore e prezzo di un cane, segue lo stesso andamento di quello di qualsiasi altra “merce”, secondo le stesse regole: quelle della domanda e dell’offerta. E se non è degradare il cane questo…Ora, dal punto di vista del futuro proprietario, vediamo quali garanzie dovrebbe dargli l’acquistare un cucciolo da un “allevatore serio”. Facendo un passo indietro, un punto cruciale è la scelta della razza. Ed è su questo punto che ignoranza e superficialità rasentano l’assurdo.Molte persone proprietarie di cani, anche quelle con le quali ho avuto degli scambi in forum varii, dichiaravano di aver scelto una razza ben precisa generalmente dopo averne letto lo standard, averne studiato le attitudini, la storia ed essersi assicurate di poter raggiungere un allevamento serio dove procurarsi un cucciolo di ottima genealogia. E qui c’è la prima sciocchezza.Lo standard di razza è un documento steso dai primi selezionatori della razza o (per razze che hanno avuto numerose revisioni dello standard nel corso del tempo) da allevatori ed appassionati della razza, che non ha nessun valore se non come dichiarazione di intenti e professione di fede. Quello che viene descritto nello standard, di qualsiasi razza stiamo parlando, è il cane ideale che non ha nulla a che vedere con il quadrupede peloso, in carne ed ossa, che si aggira per la casa dell’ingenuo proprietario. Questo si dimostra molto banalmente: anche immaginando la genetica e la trasmissione ereditaria come leggi infallibili e volendo pensare gli allevatori tutti tanto in gamba da saper gestire i corredi genetici di un cane ed una cagna (per non parlare della loro ascendenza) con la stessa abilità con la quale mischierebbero gli ingredienti di un Negroni fino ad ottenere una cucciolata geneticamente assolutamente predeterminata (e già solo questa è un’idiozia insostenibile), lo standard di una razza non può in alcun modo rendere conto o prevedere tutto quello che rappresenta il peso sull’altro piatto della bilancia, tanto nella vita di un cane, quanto nella nostra: l’esperienza ed il frutto dell’apprendimento. Inoltre, nessuno standard parla delle tare ormai endemiche di alcune razze (esempio principe, displasia dell’anca nel pastore tedesco), probabilmente derivate da un allevamento indiscriminato su larga scala e dalla mania di “tipicizzare” i soggetti, a tutto detrimento della loro funzionalità come organismi viventi. Crolla quindi anche il falso mito del pedigree  come garanzia di salute del cane: aggirare i controlli che darebbero qualche garanzia in più all’ingenuo acquirente è abbastanza semplice. Alcuni allevatori arrivano ad operare i loro soggetti riproduttori malati per poi far loro le lastre (perfette) da presentare ai futuri proprietari che si rivelassero pignoli ed informati e quindi giustamente scrupolosi ed attenti nella scelta.