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Miti da sfatare.


Miti da sfatare – parte 3: aggressioni intraspecifiche e sesso dei contendentiConcettualmente legata all’argomento precedente (la ‘dominanza’), questa è un’altra delle stupidaggini che sistematicamente devo sorbirmi quando incontro cani sconosciuti, in giro per parchi e campagne e la mia cagnina è libera.“È maschio o femmina?”Apparentemente, per il 99% dei proprietari di cani che ho incontrato in vita mia, questa domanda ha realmente un senso. Nessuno di loro pare capace di esimersi da questa domanda, sul fondamento scientifico della quale, evidentemente, non si sono mai interrogati.Bene, riflettiamoci un attimo.Le aggressioni intraspecifiche sono una costante dei mammiferi a più alta organizzazione sociale: primati, roditori, canidi,... Con la costante eccezione di esimere dalle conseguenze dell’aggressività intraspecifica gli appartenenti al proprio gruppo (in questo caso gli scontri sono, al limite, rituali), scimmie antropomorfe come ratti e lupi, per il resto, sono usi aggredire i conspecifici. Generalmente i maschi (quasi in tutte le specie, più grandi e forti delle femmine) non aggrediscono le femmine ed un residuo del ridirezionamento di questa aggressività intraspecifica è evidente in quasi tutti i rituali di corteggiamento. A loro volta, le femmine certamente non aggrediscono i maschi più forti e, mentre i maschi tra loro si azzuffano per le solite risorse (territorio, femmine), le femmine – nella loro posizione subalterna e, comunque, soggette ad essere ‘scelte’ dal maschio dimostratosi più forte - quasi mai si aggrediscono tra loro.Come sempre, le elucubrazioni sui lupi quali proto-cani o archetipo di atavismi che si pretenderebbero ereditati dai nostri cani, presumono a) vita allo stato brado e b) identità di gruppo, condizioni non applicabili ai nostri cani.Come può quindi, un’etero-sessualità o un’omo-sessualità avere un peso nelle aggressioni tra i nostri cani domestici?Ed infatti, il sesso dei contendenti non ha alcun peso!È solo di un paio di giorni fa l’aneddoto che posso riportare. Parco cittadino, la mia cagnina (libera) cammina un paio di metri davanti a me. A poca distanza, un signore si affretta a rimettere il guinzaglio ad un grosso molosso che non conosco e già avevo adocchiato e che, in effetti, a scanso di problemi, avevo deciso di aggirare a distanza di sicurezza. Il buon uomo mi urla l’insopprimibile domanda.“È maschio o femmina?”“Femmina…”, rispondo.“Ah, bene, allora…”, e si appresta a slegare il colosso di Rodi, che, nel frattempo, era andato in trazione sul guinzaglio in modo poco rassicurante.“Veramente – gli grido – le poche volte che la mia le ha prese, erano quasi sempre maschi”. Ed è vero.L’omino rimane basito e col pachiderma fortunatamente al guinzaglio, mentre anche la moglie (forse, in verità, per altri motivi, a me ignoti) gli dà manifestamente dell’idiota.Nell’approccio tra due cani e nel suo esito, pesano tanti, ma tanti di quei fattori (fisici, posturali, prossemici, chimici – i feromoni, per esempio, personali dei due cani – esempio, le esperienze pregresse, circostanziali,…) che ridurre tutto ad un “é maschio o femmina?” è davvero da idiota.La componente ormonale é chiaramente un importante elemento nella codifica dell’atteggiamento di un cane che ne incontra un altro che potrebbe riconoscerne, ad esempio, tramite l’olfatto, la condizione di grande stress e modificare la propria reazione improntandola probabilmente ad uno stato ansioso che, per conseguenza, aumenterebbe lo stress del primo cane (al seguente link, informazioni circa una ricerca particolarmente interessante sullo squilibrio ormonale derivato dallo stress nei cani: http://www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_prin-2004078103.htm).Pensateci la prossima volta che starete per fare l’ineffabile domanda.Se avete un minimo di spirito d’osservazione (e sapete cosa osservare!), semmai prestate attenzione all’atteggiamento dell’altro cane che avrà notato il vostro ed anche alla reazione del vostro stesso, insomma a quella parte di ciò che loro si stanno ‘dicendo’ col corpo che noi possiamo vedere ed interpretare (se foste in grado anche di cogliere i messaggi chimici, come minimo sareste dei fenomeni…).E se proprio dovete fare una domanda all’altro conduttore, chiedete “è socievole il suo cane?”.Al limite, è meglio una domanda neutrale o generica di una stupida.