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Cani in città. La dura vita delle metropoli – parte 1.


Personalmente, la parola ‘metropoli’, evoca in me immagini opprimenti: congestione, fretta, asfissia, grigiore, maleducazione.Sopra e sotto e dentro queste colate di cemento ed asfalto, noi umani abbiamo deciso (chi più, chi meno…) di vivere (o, meglio, ‘sopravvivere’), risucchiati dai ritmi frenetici e parossistici della nostra vita consumata in questa fetta di mondo ‘civilizzato’… Ma i nostri cani?Cosa significa per loro vivere in questo contesto?Ecco una riflessione ed alcuni spunti per padroni metropolitani, ma responsabili.Le nostre case.Su Internazionale nr. 755 del 01/08/08 è apparso un articolo interessantissimo sugli ascensori ed il trasporto verticale delle persone in genere. Tra le altre cose, viene citato e si parla di uno studio di Otis (uno tra i maggiori produttori di ascensori al mondo) riguardo allo spazio libero attorno a sé minimo, avvertito come necessario dalle persone per non andare in stress; questo spazio è di 70 cmq, ma negli ascensori di solito non sono disponibili più di 60 cmq (in rapporto alla capienza massima in persone dichiarata per la specifica cabina), spesso meno, in funzione della correttezza progettuale e dell’affollamento della cabina. Il meccanismo che si innesca (quando si scende sotto la ‘soglia dell’intimità’, come viene chiamato lo spazio attorno a noi nell’area più prossima al nostro corpo) è quello del fastidio, dell’ansia ed anche dell’aggressività che conosciamo tutti o che abbiamo comunque provato di persona in molti, in un ascensore o in metropolitana. Lo studio testimoniava anche che i detenuti per crimini violenti e gli schizofrenici utilizzati per il test necessitano fino al 15% in più di spazio rispetto alle persone normali, pena un incremento dell’aggressività.Venendo ai cani, è certa la loro visione ‘padronecentrica’ del mondo, pertanto, in realtà e di contro a noi umani, sopportano di buon grado di vivere in abitazioni decisamente piccole ed affollate, purché:a) abbiano un loro posto, per quanto piccolo, off-limit per tutti, dove riposare in pace e rifugiarsi in momenti ‘difficili’;b) abbiano un costante (non ‘continuo’) e concreto contatto col padrone (interazioni quotidiane come gioco, come cura dell’igiene del cane, etc.);c) abbiano una quotidiana finestra di libertà assoluta in spazi adeguati (parchi, campi agricoli, boschi), che rappresenta una vitale fonte di stimoli (olfattive, visive, tattili, gustative), una valvola di sfogo delle energie (fisiche e psichiche) non altrimenti spese e l’occasione per mantenere tonico il fisico.Molti, troppi padroni, avendo la fortuna (dal punto di vista umano) di avere un terrazzo o addirittura un giardino, si ritengono ottimi padroni garantendo al limite due o tre uscite di 5 minuti al giorno al loro cane, giusto per portare le deiezioni fuori casa (nel primo caso) oppure anche senza quelle, dato il giardino (nel secondo caso): inutile dire che sono atteggiamenti errati e con pesanti ricadute sulla psiche del cane che, privato in questo modo di tutti gli stimoli prima esposti, di qualsiasi relazione sociale se non quella all’interno della famiglia e di qualsiasi esperienza esterna alla routine quotidiana, presto sviluppa atteggiamenti più o meno deviati, che vanno dalla stereotipia autolesionistica da stress (leccamento, rincorsa e lacerazione della coda, etc.) all’aggressività verso altri cani e/o umani.Ricapitolando: la casa, grande o piccola che sia, con o senza terrazzi e giardini, dovrà essere la ‘tana’, vostra e dei vostri cani, ma fate in modo che non diventi mai la loro priginione, ancorché ‘dorata’. Dovrà sempre essere e rimanere il posto più piacevole e sicuro dove stare tra una scorribanda e l’altra. L’alimentazione del canis metropolitanis.L’alimentazione dei cani è un argomento che ormai ‘tira’ quasi quanto il gossip delle riviste da salone di parrucchiera per signore. Ognuno ha la sua ricetta, ognuno ha la sua idea: dal BARF (Bone And Row Food) alle scatolette più costose, dal secco industriale alle diete casalinghe, le possibilità sembrano infinite.Un concetto di base ed universalmente valido (e che dovrebbe essere alla base di una scelta sensata) è che i nutraceutici (da Wikipedia: “Un nutraceutico è un ‘alimento-farmaco’ ovvero un alimento salutare che associa a componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità, le proprietà curative di principi attivi naturali estratti da piante, di comprovata e riconosciuta efficacia”) dei quali necessitano i nostri cani non corrispondono ai nostri. In tal senso, scartate a priori le diete casalinghe, il cibo industriale, quando di ottima marca e di comprovata qualità, è un’ottima soluzione, perché garantisce la presenza di quei principi che in una dieta casalinga non sarebbe assolutamente facile (o meglio, sarebbe impossibile) fornire ai nostri cani. Quindi, un ottimo secco industriale unito ad un po’ di umido (che può essere carne comprata e cotta da noi, più riso integrale o pasta e verdure) sarà una dieta ben accetta, varia senza mettere in difficoltà l’apparato digerente del vostro cane e nutriente quanto deve essere.L’accortezza inevitabile nell’alimentazione del canis metropolitanis sta nelle dosi: considerate che l’attività del vostro cane sarà limitata alla finestra di libertà della sera, quindi non dovrete riempirlo di calorie: probabilmente, durante il giorno, finirebbe con l’essere ansioso e stressato, avendo in corpo una bomba che non può esplodere. Valutate inoltre che un ulteriore apporto calorico il vostro cane l’avrà dai premi che lascerete nei suoi giochini durante la vostra assenza (vedi riquadro del blog circa il Kong).Il precetto più semplice ed efficace rimane la valutazione ad occhio del vostro cane: una volta trovata la sua linea e la sua dieta ideali, diminuite le dosi di cibo se a parità di attività fisica tende ad ingrassare, aumentatela se cala di peso. Presto dovreste trovare il vostro equilibrio.Non cadete nel tranello del ‘cane abbuffato, cane soddisfatto’; un cane appesantito da un pasto super-abbondante non è necessariamente un cane più tranquillo, anzi. Un cane appesantito è come una persona appesantita: nervosa, in attesa di sentir passare ‘quel peso’…Un cane ben nutrito e che fa la giusta attività fisica: questo sì che è un cane felice e sereno.