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Dell’abbandono ed altre sevizie - parte 1.Ogni estate, tra le notizie d’obbligo (insieme a quelle sul rincaro degli ombrelloni, quelle sulle code degli esodi estivi e sulle località di mare più gettonate) proposte dal sempre attento servizio d’informazione (pubblico e privato) nazionale, anche i soliti, ipocriti appelli contro gli abbandoni vengono diffusi con enfasi da ogni emittente televisiva.Quest’anno si è mobilitato anche il Governo ed i cartelloni della campagna patrocinata dal Ministero della Salute sono un po’  ovunque, oltre a passare lo spot in tv.
I numeri, tuttavia, anche quest’anno sono altissimi: http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/cani-abbandonati/cani-abbandonati/cani-abbandonati.htmlE’ chiaramente inutile commentare l’azione di chi abbandona il proprio cane; anche l’inasprimento delle pene negli ultimi anni, evidentemente, non ha sortito gli effetti sperati:Codice Penale"Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze".Inoltre, l’evidente e radicata diffusione del fenomeno, dimostra che anche la pratica di microchippare i cani di proprietà (http://www.anagrafecanina.com) è poco diffusa….e talvolta si è portati a credere che sia meglio così, dopo aver visto un cane maciullato dal padrone che ne vuole strappare il microchip prima di abbandonarlo…L’elenco delle brutalità commesse dalle persone ai danni dei cani (e di tanti altri animali domestici: anche se non ne parlo per ignoranza della materia, non è da dimenticare la poliedricità della cattiveria umana) è lungo e contempla azioni talvolta al limite dell’incredibile; alcune efferatezze dovrebbero portare semplicemente all’arresto dei responsabili (quando individuati…) non per un generico ed ipocrita animalismo , ma perché assunto lo status di ‘esseri senzienti’ dei cani (la scienza e la Legge lo attestano), qualsiasi brutalità ai loro danni rivela nei colpevoli un animo corrotto e malato ed una devianza psicologica che deve essere trattata come si conviene. A meno che non vogliamo ormai accettare la brutalità come un aspetto sdoganato delle nostre vite. E poiché ormai nella nostra società uccidere un nostro simile costa solo qualche mese di carcere, effettivamente le mie riflessioni sono forse poco aderenti alla realtà…Secondo una mia scala parametrica (è mia!, quindi non la troverete da nessuna parte ed è assolutamente opinabile…o condivisibile… Se ne esiste una simile ed ufficiale, chiedo scusa: non ne ero a conoscenza), i ‘livelli di violenza’ sui cani sono indicativamente sette, in ordine crescente di gravità:Livello 1.      Esasperazione del rapporto uomo – caneLivello 2.      Negazione delle esigenze etologicamente proprieLivello 3.      Deprivazione Livello 4.      Negazione delle esigenze elementariLivello 5.      Violenza psicologicaLivello 6.      Violenza fisica e coercizioneLivello 7.      BrutalizzazioneLivello 1. Esasperazione del rapporto uomo – cane.Come diceva Bruto, l’antagonista di Braccio di Ferro, “il troppo, stroppia!”.E così – inaspettatamente forse per molti di voi, inaccettabilmente, probabilmente, per alcuni – anche il troppo amore diventa ‘violenza’. Alcuni di noi lo ha provato come figlio di una madre magari un po’ troppo apprensiva o col vizio del controllo esasperato. Sta di fatto che, quando trattate il vostro cane come una persona, come un bambino, lo state snaturando e questo getta spesso le basi per incomprensioni via via crescenti, per un disagio via via più evidente nel cane. Nei casi peggiori, è l’inizio dell’escalation ad altri livelli di violenza. Spesso inconsapevolmente da parte del proprietario, magari animato da ottimi propositi e da amore sincero per il proprio cane. Solo che il cane lo dovrete sempre amare come necessita di essere amato un cane. Sono molti, troppi gli esempi di cani vittime di transfert affettivi. Stigmatizzare queste situazioni può sembrare ingiustamente duro ed inflessibile: in fondo questi padroni amano tanto i loro cagnolini!Se vi è capitato in vita vostra di essere amati come NON volevate essere amati, aggiungendoci anche la reciproca incomprensibilità data dal rapporto interspecifico, capirete che razza di vita vivono i cani che sono costretti a riempire i vuoti affettivi lasciati da figli mai arrivati o da partner spariti nel passato… Annoverabili in questo contesto, sono ad esempio:-         l’esagerata ed irrispettosa manipolazione del cane;-         l’assoggettarlo a trattamenti per lui stressanti (es., frequenti toelette);-         l’agghindarlo con vestitini, cappottini ed ogni genere di altra stupidaggine inventata per spillare soldi ai proprietari…;-         alimentarlo come un umano;-         vezzeggiarlo e proteggerlo fino a renderlo inetto a normali rapporti sociali coi suoi simili;-         ecc. ecc. ecc…Livello 2. Negazione delle esigenze etologicamente proprie.Ne ho parlato già diffusamente in altri messaggi di questo blog, ma è (credo) utile ricordare qui brevemente gli atteggiamenti contrari alla natura ed esigenze del vostro cane, contestualizzandoli in una scala che contempla anche chi i cani li uccide.Certo, la differenza che corre tra chi un cane lo ammazza per ‘svago’ e chi, magari, lo fa uscire di casa solo un paio di volte al giorno e solo per il tempo di fare i bisognini, è abissale…ma è giusto che le persone della seconda categoria siano consapevoli ed ammettano di arrecare comunque un danno esistenziale ai loro cani.Come ricordato, sottolineato e scongiurato in altri messaggi del blog, un cane necessita di contatti sociali coi simili, di inquadrarsi in una gerarchia familiare (ma dimenticate gli inapplicabili pattern delle gerarchie lupine), di avere un contatto costante col proprietario, di fare un’attività fisica congrua e di godere di un’alimentazione sana e bilanciata sulle sue reali necessità. Un cane ha bisogno di stimoli, in grande quantità e di tempo (quotidianamente!) da trascorrere all’aperto e fuori dai limiti della proprietà a lui nota.Tutto quello  che negherete, di questa lista, al vostro cane, mi dispiace per voi se non lo avevate mai realizzato prima, ma è violenza sul vostro cane.Tranquilli, però: solo di livello 2, secondo questa scala…  Livello 3. Deprivazione.Non si fosse mai sentita una storia simile…Arriva un bel cucciolo a casa: i primi tempi sono fantastici, la palla di pelo si conquista l’amore di tutti… per qualche settimana. Poi, comincia ad essere inviso a chi deve pulire le pisciatine e cacatine in casa, a chi si è ritrovato con qualcosa di rosicchiato,… ‘Inspiegabilmente’, da giocherellone con tutti, verso il primo  anno di età diventa indomabile quando incontra altri cani per strada e le rare e brevi passeggiate diventano un’angoscia per chi, già svogliatamente, se ne occupava: fortuna che c’è il giardino. Dietro casa, poi: così, quando attacca ad abbaiare, non disturba… Et voilà: il cuccioletto beniamino di casa di una volta finisce in disarmo nel giardino di casa (dove non rientrerà più o quasi, dato che sporcherebbe i pavimenti…), dove rimarrà finché scampa. Non c’è più nemmeno bisogno di portarlo fuori: sporca in giardino e la sua gestione si limita a mettergli da mangiare una o due volte al giorno…con cautela: ha iniziato anche a ringhiare sulla ciotola da un po’ di tempo e fa cose strane come acchiapparsi la coda o correre ossessivamente avanti e indietro o in tondo.Questa è la deprivazione (da ‘deprivare’: “psic., pedag., privare di elementi essenziali allo sviluppo culturale, sociale e psichico dell’individuo” – De Mauro Paravia).Livello 3 di violenza, secondo me, perché un cane cresciuto in questo modo richiede il doppio del tempo vissuto perché possa essere recuperato ed in alcuni casi il recupero totale della sua integrità psichica non è nemmeno possibile.Quanti cani di vostra conoscenza riconoscete in questa descrizione?