Gamzatti

Torino 2006: Olimpiadi Simpatia?


Ma neanche per sogno!La prima notizia è che oggi la Fiaccola Olimpica,  che celebrerà l'inizio dei Giochi di Torino 2006, è arrivata al Quirinale. La seconda, appresa dalla radio stamane, è che il 40% dei biglietti è rimasto, a due mesi dall’inizio dei Giochi, ancora invenduto. Inoltre, la quasi totalità dei biglietti già acquistati è stata venduta a spettatori stranieri (l’80% !). Dati che confermano un entusiasmo incontenibile da parte degli italiani, verso quello che dovrebbe essere un evento coinvolgente la maggior quantità possibile di persone, soprattutto in Italia...  Ehi, le Olimpiadi mica sono il “Festival della porchetta di Ariccia” (con tutto il rispetto per la porchetta di Ariccia). Perché a nessuno frega un tubo di questi Giochi torinesi? A discolpa di chi questi Giochi se li è guadagnati, e li ha organizzati, va detto che le Olimpiadi invernali nascono con un appeal decisamente minore rispetto a quelle estive: tutti sanno cosa siano atletica, nuoto e ginnastica artistica; non tutti sono invece tenuti a sapere cosa accidenti siano biathlonh e curling (discipline bellissime tra l’altro). Gli sports invernali difficilmente hanno il carattere di “massa” che hanno invece quelli estivi. Detto ciò, passiamo al sodo.  Le Olimpiadi di Torino 2006 avrebbero bisogno di un’iniezione di energia dal punto di vista dell’immagine, del coinvolgimento emotivo anche di quelli che vivono a Napoli, a Palermo, a Matera. Sotto questo profilo, ecco una serie di clamorosi errori che hanno determinato a mio avviso la freddezza dell’italiano medio verso l’evento: Se l’ ”Operazione Simpatia” è affidata a Evelina Christillin siamo a cavallo. La Christillin fa troppo bon ton e collegio svizzero. Insomma, è troppo “Lapo Elkann”. Dunque non va. Capite che affidare a lei la rappresentatività di questi Giochi, e pretendere che l’operazione abbia successo, è come mettere Moggi a condurre lo “Zecchino d’Oro”. Insomma, ci si può provare ma non si sa se ne usciamo vivi. Bene Tomba come testimonial (suvvia, dimenticatevi per un attimo che ha fatto “Alex l’Ariete”!); malissimo il vuoto di comunicazione dietro di lui. Colmato ancora una volta dall’onnipresente e insopportabile Christillin, in genere garrula ed evanescente come l’uccellino di Del Piero (per restare en famille). Sembra poco importante ma non lo è: l’inno ufficiale di Baglioni. Vi prego, pietà! A parte il fatto che, la prima volta che l’ho sentito, pensavo fosse il jingle di “Radio Italia” per quanto è scontato e melenso. Poi mi chiedo: in questo Paese esiste solo lui? Non c’è Mondiale di calcio, di nuoto, di tiro alla fune, o sagra del cinghiale trifolato, del quale Baglioni non abbia cantato l’inno ufficiale per la squadra italiana. Inutile dire che i vari “inni” sono indistinguibili l’uno dall’altro, e identici nell’indurre in chi ascolta un senso di malessere e sconforto che, al termine del brano, ti fa pensare:”Col cavolo che la Christillin mi vede ai Giochi quest’anno!”. Ma come, le medaglie col buco? Da che esistono i Giochi Olimpici moderni, si è mai vista una medaglia che somiglia a una merendina Mister Day? E, soprattutto, con quel buco al centro, volevano per caso dirci qualcosa?