Gamzatti

C'è un party nel mio salotto!


Mia madre ha compiuto l’altro ieri cinquant’anni. E’ bella, fresca come una rosa, ha poche rughe (ma ben portate), e nessuno immaginerebbe che è arrivata a quell’età: sembra molto più giovane.  Ieri è stato il ferale giorno: la cena di festeggiamento con amici, parenti e imbucati. Non che i festeggiamenti siano nati e morti ieri: vanno avanti da una settimana celebrazioni degne del Carnevale di Rio, che mi hanno sommerso mio malgrado (inutile resistere, è una sconfitta su tutta la linea). Niente, è più forte di me: sono la campionessa italiana di “ammorbamento da party”. Ho stabilito, tra l’altro, un nuovo record mondiale: sette minuti netti, e ne avevo già le palle piene. La cena, dunque. Dalle 19 e 55, casa mia è stata presa d’assalto da rumorosissime famiglie di amici dei miei genitori (che a quanto pare dal numero esorbitante degli invitati, hanno una vita sociale ben più movimentata della mia), pronti ad assaltare le ricche libagioni. Liquidata la formalità delle conoscenze reciproche:”E tu che fai nella vita?” – “Ehm… cercherei di laurearmi…” – “E quanti esami ti mancano?” – “Ehm… pochi ma…” – “E il fidanzato?” (Oh! Ma sto facendo un provino per il Sismi, o volete farmi mangiare il raviolo in pace?), ho deciso di prendere la serata con filosofia, e mentre mi davo al kundalini – yoga mentale, assorbivo rapita i discorsi che animavano la serata. Con inspiegabile volo pindarico, siamo (anzi sono, loro loro! I convitati!) passati dai problemi di Napoli città, ai problemi di Napoli squadra di calcio, ai film di Totò, nel senso di review di tutta la filmografia minuto per minuto, con annessa rievocazione drammatica di tutte le battute più famose. Segnalo la performance del simpatico Giorgio (se lo becco con l’auto, non garantisco niente) che ha mimato l’intera scenetta di Totò e Peppino a Milano. Ne sentivo un bisogno impellente, mio padre quella scenetta la recita come il Rosario un giorno sì e l'altro pure.  Capitolo a parte meritano i bambini. Se arrivati a questo punto della lettura, ancora non state pensando (per un puro caso) che io sia un mostro, mosso dallo stesso calore umano dell’Uomo di Latta, vi ricrederete, e inizierete a pensarlo. Dunque, ringrazio in anticipo. Ma benedetti pargoletti, è proprio necessario inseguire furiosamente il gatto per tutta la casa, al solo scopo di mettersi in cerchio intorno a lui, gridando come dei riposseduti, che poi la povera bestiolina non sapeva più dove sbattere la testa, e tra un po’ chiedeva asilo politico al vicino di casa?! Ho visto la disperazione negli occhi di quell’animale.  Il mio caro nonnino, che di solito alle 19, 30 è già andato a letto da due ore, è stato costretto a stare sveglio fino all’una di notte, e temevo che da un momento all’altro venisse coinvolto in un trenino brasiliano. Da ricordare quale momento senza il quale la mia vita non sarebbe stata la stessa, il discorso di tal Mario che, dimenticatosi del fatto che fossimo lì per festeggiare il compleanno di mia madre, ha raccontato il gustoso aneddoto del giorno in cui i miei si conobbero ventisei anni fa. In pratica, c’entrava nulla, ma in compenso io avevo i conati (e persino mia madre si è vergognata a morte).A parte questo, tutto ok.  (Mamma ti voglio bene. E vedi di non prendertela, tresor!).