Gamzatti

Vai che ce la fai!


La patetica soap opera, nella quale sta evolvendo la mia personale marcia di allontamento verso la Laurea (l'ignobile pezzo di carta), segna oggi una nuova demenziale puntata. Dopo che il Preside della Facoltà ha moltiplicato i pani e i pesci, camminato sull'acqua, fatto resuscitare Taylor di "Beautiful", è riuscito persino nell'ardua impresa di concederci una finestra d'esami il 22 Dicembre (già il Natale è quello che è, poi mettiamoci pure gli esami...).  Tale miracolosa "finestra", come lo spot di un profumo anni fa, è "per molti ma non per tutti". Bisogna proprio essere fortunati in effetti per rientrare nella graziosa concessione del Preside più inutile del Mondo, e io potenzialmente sarei tra quei benedetti. Se solo non avessi scelto di sostenere l’esame sbagliato, col professore sbagliato: il succitato Preside appunto. Il quale, ligio al motto “mi spezzo ma non mi piego”, ha stabilito che gli esami disattivati, come quello che io avrei dovuto sostenere (sono pur sempre una sorta di relitto archeologico universitario; quindi i miei esami non esistono più, pare!), mai e poi mai si sarebbero svolti in un appello straordinario quale quella di Dicembre. Venerdì pomeriggio vengo contattata al telefono, e messa al corrente che l’assistente del professore deve darmi delle comunicazioni urgenti. Lunedì a colloquio. Da quella telefonata in poi è chiaramente cominciato un incubo.Ansia, battito accelerato, notti insonni, sudore freddo et similia hanno accompagnato il mio week - end da lì in poi. E tutto per cosa?Per sottolineare l’ovvio: ho studiato fin qui un esame che non potrò sostenere. Appuntamento a Gennaio che tanto non c’è problema. Ah beh allora. Ora sì che va tutto bene. Il drammatico incontro di stamattina con l’assistente, dunque, ha avuto una centralità inenarrabile nell’alterare ulteriormente le possibilità di una miseria di stabilità emotiva, nella mia vitaViaggio allegramente verso una leggerissima paranoia: chi ha le prove che non ci sia un complotto contro di me, per non farmi laureare, le tiri fuori. Secondo me il complotto c’è tutto. Eccome se c’è!E pensare che stamane ero pronta a utilizzare (quasi) tutte le armi che una gentildonna in fase finale di disperazione può usare, quando sa che il suo destino dipende da un altro: dalla parte dell’orfanella sola a questo triste Mondo, a quella della “ragazza difficile che ha bisogno di finire gli studi per mandare avanti una numerosa famiglia”. Per non dire che mi sono messa in tiro, truccata e ben vestita come se avessi dovuto andare a un cocktail party. Così, tanto per chiarire che “tutto è perduto, anche la dignità”.