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Pensieri

Post n°60 pubblicato il 14 Marzo 2011 da Gaya977

Ti ho raccontato che intorno ai vent'anni, ho cambiato alcune mie scelte, poichè sono stata poco bene.

Ho passato molto tempo, troppo, a guardare il mondo dal mio balcone, sentendo di non farne più parte.

Anche quando ho ricominciato ad uscire, vivevo come dentro ad una bolla di vetro. Niente mi toccava. Mi difendevo da tutto, non lasciando che nulla passasse oltre il vetro.

Poi, complici gli eventi ed alcune persone che hanno saputo "vedere oltre", questa situazione è cambiata.

Ho deciso che non mi sarei più nascosta dietro la paura, che non avrei più guardato da quel vetro, anche a costo di sbagliare, di restare delusa, di dovermi sedere nel lungo cammino che è la Vita...

Perchè ti racconto questo? Perchè quando abbiamo parlato del "vuoto", era questa immagine che avevo, immagine a cui non pensavo da tempo ed è solo così che riesco a spiegarlo.

Perchè l'hai evocata tu? Perchè tu demolisci tutto ciò che faccio.

Spero fosse provocatorio il "ci siamo parlati 5/6 volte". Ci conosciamo dal 2008, capisco che i nostri dialoghi non siano sempre stati di grande spessore filosofico, ma direi che almeno da Dicembre in poi, potessero essere definiti degli scambi, dei dialoghi veri.

Non ho contato tali momenti, so solo di averti dedicato del tempo, ogni qualvolta me lo hai chiesto ed ho potuto.

In quel tempo ho speso anche parole, dove oltre l'incontro lavorativo, ho messo anche la mia persona.

Le parole raccontano, spiegano, illustrano, danno all'altro modo di accedere a ciò che non si vede.

Le parole presuppongono un ascolto. Ed io ti ho ascoltato. Quando, come martedì, parlavi a ruota libera e anche quando ascoltavo solo silenzi.

Eppure per te, "le parole sono solo parole". Demolite.

Al di là delle parole, molto passa dai gesti. Ti ho detto tempo fa che non sono una che elargisce certi gesti con tutti e che li accetta da tutti. Ti chiesi, allora, di dare senso a ciò che fai con me, perchè io non sono "tutti" e di dare senso a ciò che faccio io, perchè io lo davo.

Eppure per te, i tuoi gesti sono comportamenti stereotipati che hai con tutti. Così valuti anche i miei. Demoliti.

Fai dei discorsi sulla quantità di tempo che abbiamo condiviso. Io faccio un discorso di qualità di tempo che è stato donato.

Tu pensi che l'amicizia sia fare le cose insieme e pensi che io debba ambire a questo premio "della tua amicizia". No, non mi importa portare questa medaglia.

Io sono prima di tutto una persona, e dono ciò che sono, non per forza perchè miri a qualcosa, ma solo perchè mi va di farlo. Dono, condivisione, tempo, dialogo, ascolto... forse sono mezzi con cui si costruisce l'amicizia ma non la descrivono appieno, per me.

Non è il tempo che fa gli amici. Si può dare anche del tempo vuoto.

Visioni diverse. Ben venga...

Tu dici che siamo simili. Io non credo. Diversamente non avrei dovuto spiegarti queste cose.

Tu dici che non devo leggere la tua superficialità come menefreghismo. Scusami, mi risulta difficile.

Per me, quando conosco una persona, è come se si mettesse sulla mia strada. Ci faccio dei passi insieme, passi silenziosi, passi dialogando, passi osservando, facendo molto o facendo poco. Cerco di fargli notare ciò che noto io e cerco di guardare con lo sguardo dell'altro ciò che all'orizzonte mi sfugge. Rallento se necessario, mi fermo se necessario. Tendo la mano quando c'è bisogno...

Posso farci mille passi o solo pochi ma ciò che conta è ciò che metto di me in quel tratto di strada e ciò che l'altro lascia sul mio cammino.

Conoscere significa "nascere con...", significa creare legami. Un pò come il Piccolo Principe e la volpe.

Visione utopista dell'ultima dei sognatori? Forse.

Sono complessa? Sicuro!

Vado incontro a mille delusioni? Pazienza...

Ho risposto alle tue domande? Non so.

Vorrei che di tante parole ti rimanesse solo qualche certezza: che io ce l'ho messa tutta, che ho cercato di venirti incontro, che probabilmente ho dei limiti per cui, oltre di così, non riesco ad andare. Che vorrei sapere che una soluzione c'è. Che questa volta un passo, lo faccia tu...

Io ci sono.

 

 

 

 

 

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