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« Malessere – Di LevLEV »

LEV

Post n°9986 pubblicato il 24 Aprile 2023 da childchild

SECONDA PARTE

Spesso siamo tormentati dalla domanda: “perché ho un cattivo rapporto con questa o quella persona?”. Gli scenari sono sempre diversi ma la ragione è sempre la stessa: la mancanza di accettazione (per lo più del prossimo, a volte di se stessi) e di Amore. Gli errori karmici, gli Oscuri, i Grigi e le altre entità non c’entrano nulla. Sono solo una conseguenza ma non la causa principale e se li alimentiamo, verranno a mangiarci, provocando negatività.

Quando qualcuno ci tocca su un punto dolente, dovremmo ringraziarlo perché ce lo ha manifestato e lo ha reso disponibile per il trattamento. Di vita in vita manchiamo le stesse lezioni, anzi non siamo mai pronti ad ammettere a noi stessi i nostri errori (anche se non ci sono errori ma solo esperienza e potremmo imparare in fretta a non cadere nelle stesse trappole) e tendiamo a dare la colpa solo a fattori esterni. Siamo stati derubati, insultati, umiliati e non lo dimenticheremo né perdoneremo mai! Brucia in noi il desiderio di una vendetta terribile e giusta e la mettiamo in atto immediatamente. Solo alla fine di queste vite, una persona distesa sul letto di morte si pente, si pente e giura a se stessa di correggere gli errori e… tutto si ripete di nuovo.

Naturalmente non si tratta sempre di vendetta o di violenza. Ma questi programmi mostrano chiaramente quanto siamo convinti che esista solo il bianco e il nero, il male e il bene, quanto deleghiamo la nostra vita alle circostanze, alle mani sbagliate, affidandoci non a noi stessi ma alle forze superiori o inferiori che ci inviano prove crudeli e ingiuste.

Nessuno ci dà niente per niente; dobbiamo lavorare su tutto. Spesso non siamo pronti per questo. Ci sono troppe paure in noi, abbiamo bisogno di una pulizia profonda della coscienza o altrimenti una nuova visione può gettarci nello shock. Percepiamo con difficoltà anche le informazioni insolite che il nostro cervello non accetta. Cosa succederebbe allora se si aprisse una visione e cominciassimo a vedere tutte le
entità che abbiamo allevato in casa nostra con scandali, parolacce, eterno malcontento perché tutto non ci basta mai.

Oggi mi è venuto in mente che il mio cuore è chiuso. Mi sono persino ricordata di come facevo da bambina, incapace di sopportare qualche emozione, di come lo circondavo mentalmente con un muro di fortezza. Non so da dove l’ho imparato ma di sicuro ho identificato la fonte del dolore che non riuscivo a sopportare. Che era il cuore. E lo muravo. Forse me lo sono ricordato perché è arrivato il momento di aprirlo. Contemporaneamente a questo ricordo sono arrivate la nausea e le lacrime, come se il diavolo sapesse cosa può uscire da lì.

È sbagliato aspettare nuovi salvatori, è assolutamente sbagliato voler cambiare il mondo! Non c’è nessun dovere per le persone risvegliate, tranne uno: cercare se stessi, rafforzare se stessi all’interno di se stessi, cercare la propria strada per andare avanti, ovunque essa conduca… Questo mi ha profondamente scioccata e questo è stato il risultato dell’esperienza per me”.

Questa è stata la sua scoperta…

In effetti, la vera vocazione di ciascuno di noi consiste solo in una cosa: trovare a se stessi. Trovare il proprio, non un destino qualsiasi e abbandonarsi ad esso internamente, indivisibilmente e incrollabilmente. Tutto il resto è un mezzo passo falso, un tentativo di svignarsela, di rifugiarsi nel Sistema, nel conformismo e nella paura di sé.

Se esiste, come trovare il nostro destino? Vogliamo ancora sentire “dall’alto”le istruzioni chiare sulla nostra missione e sui nostri obiettivi. Con strana regolarità, ripetiamo: “Solo gli sciocchi imparano dai loro errori, gli intelligenti imparano dagli errori degli altri”. È così?

È possibile darci un “libro sacro” per imparare subito tutto dai postulati degli altri? Perché allora fare esperienza se possiamo semplicemente leggere la verità di qualcuno o prenderla da Internet? La storia conosce molti esempi di persone che hanno delegato il loro sviluppo a determinate scuole, tendenze, religioni, filosofie ed altre egregore. Ma questo dà un effettivo aggiornamento della coscienza o l’esperienza personale è più preziosa e ci permette di minimizzare il lavaggio del cervello da parte degli “sciocchi intelligenti”?

Per rispondere alla domanda su come trovare il nostro destino è meglio guardarsi dentro, non fuori. Il destino non è un obiettivo esterno fissato una volta per tutte per una vita o per una catena di vite. Come creatori, influenziamo costantemente il nostro destino e possiamo persino cambiarlo, per questo è così dinamico. Questo codice energetico-informativo si trova ad un livello molto più alto della nostra mente
quindi abbassare la vibrazione del codice al nostro livello e ancor più formularlo a parole, significa di fatto distorcerlo enormemente. Chi altro è in grado di sentire il nostro destino meglio di noi stessi? I punti di vista e le opinioni degli altri sulla nostra missione a volte possono essere molto confusi se ci affidiamo più a loro che ai nostri sentimenti in materia.

Raramente la nostra missione sulla Terra è delineata e formulata in modo chiaro. Nella stragrande maggioranza dei casi, la nostra Anima ha bisogno di fare molte esperienze diverse. E se invece dell’esperienza prevista in questa incarnazione, la nostra Anima ne ottiene improvvisamente un’altra che non ha già fatto, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Se avevamo intenzione di fare una delle tante cose importanti per oggi e non ha funzionato ma abbiamo potuto realizzare ciò che avevamo programmato per domani, allora la giornata non è sprecata. Lo stesso vale per il destino.

Quando la nostra Anima arriva in questo mondo 3D, di solito ha diversi scopi oppure uno solo ma non così specifico come vorremmo. Il modo in cui gli eventi fatali si verificano nella nostra vita dipende SOLO dalla nostra convinzione della loro fatalità. In quanto esseri dotati di libero arbitrio, abbiamo piena libertà sia nella scelta del nostro destino e sia nel nostro atteggiamento verso l’insieme. 

Il desiderio di trovare un guru onnipotente o un sito web o un blogger onnisciente che ci dicano chiaramente e dettagliatamente quale deve essere la nostra missione in questa vita, è una comune malattia evolutiva dell’Anima. È semplicemente la nostra paura di assumercene la responsabilità.

Se ci troviamo improvvisamente in uno stato in cui il programma del nostro destino è registrato, tutti i dubbi sulla correttezza delle nostre azioni scompaiono immediatamente. Per esempio, questo avviene nella coscienza che è salita al livello del codice del destino, quando una persona compie un’impresa. Qui non funzionano i programmi egoistici come l’istinto di auto-conservazione, il pensiero razionale e il buon
senso. Dall’esterno può sembrare pazza o ossessionata ma dal suo punto di vista personale la situazione le appare estremamente chiara e limpida: sa cosa sta succedendo e cosa deve fare.

In seguito, quando la persona torna alla coscienza normale non riesce a descrivere chiaramente cosa ha provato e perché si è comportata così. Di solito, alza le spalle e dice qualcosa come: “Era impossibile fare altrimenti”. In questo stato, la persona non è consapevole del proprio destino ma lo crea, lo riscrive. E in seguito scopre che sono avvenuti importanti cambiamenti nella sua vita quotidiana sia internamente e sia nella percezione del mondo esterno e delle circostanze.

Un indicatore del fatto che possiamo cambiare il nostro destino è che smettiamo di preoccuparcene. L’ansia e il desiderio di trovarlo scompaiono. Mentre se cerchiamo di capire la nostra missione, crediamo implicitamente che ci sia sconosciuta. La cerchiamo come un programma messianico che ci elevi ai livelli più alti della Gerarchia Cosmica.

Purtroppo nella maggior parte dei casi questi sono i soliti trucchi del nostro Ego. Se una persona che si chiede “come trovare il proprio destino?” viene informata che non ce n’è bisogno che lo sta già realizzando crescendo ed educando i propri figli, comprendendo le basi dell’etica cosmica, prendendo lezioni, elaborando programmi egoistici, imparando l’Amore e l’accettazione, quale sarà la sua reazione?

In realtà, ognuno di noi percepisce perfettamente il proprio destino e sulla sua base costruisce la propria vita e il proprio destino stesso. Semplicemente non ce ne rendiamo conto e non lo capiamo perché lo consideriamo una verità evidente, la regola principale del gioco. Il fatto è che l’energia stessa di questo codice è al di sopra della nostra mente e controlla persino il nostro pensiero, portandoci in una direzione o in un’altra.

Per noi il concetto di destino è troppo astratto, troppo generalizzato per poterlo comprendere appieno. Ma c’è un indizio. Facendo qualcosa, istintivamente seguiamo la nostra reazione. Se questa è di nostro gradimento, allora stiamo compiendo il nostro destino. Viceversa, se va controcorrente siamo sulla strada sbagliata. Il nostro maestro non è un guru onnisciente ma la vita stessa. Un vero maestro non dà la

conoscenza ma mostra come ottenerla, stabilisce il vettore di ricerca, l’orientamento ma prima di tutto ci INSEGNAA PENSARE DA SOLI, INDIPENDENTEMENTE.

Cosa dice la nostra coscienza? La sua risposta è sufficiente per compiere il nostro destino. Non agire contro la nostra coscienza e non fare ciò che non ci piace. Sì, è così semplice. Non c’è bisogno di sforzarsi di ricordare questo sentimento, di razionalizzarlo. Altrimenti inizierà a degenerare in un insieme di regole obbligatorie e di “comandamenti”; nei concetti di “bene-male”, “giusto-sbagliato”, “necessario-non necessario”. Con il tempo, questo causerà molta confusione e il desiderio di conformarsi alla lettera alle regole piuttosto che al loro contenuto interno. Questo lo si vede chiaramente nell’esempio dei nostri insegnamenti religiosi di massa. La nostra mente non è in grado di raggiungere le vibrazioni dell’Anima che operano su livelli diversi. Ed è bene che la mente sia obbediente alla voce della coscienza e non viceversa.

Intuitivamente comprendiamo la differenza tra vita ed esistenza, quando viviamo e in quali casi esistiamo. Il nostro Ego è uno strumento, un meccanismo che funziona secondo i programmi incorporati, che siano i comportamenti o le reazioni psicologiche allo stesso tipo di stimoli. La nostra Anima non vive di programmi ma in modo creativo, qui e ora e cioè nel flusso.

Se la nostra vita diventa troppo automatica, troppo misurata e monotona, quando tutte le nostre azioni sono strettamente regolate, soggette a un ordine rigido, a un programma, a un ritmo, così che è impossibile per le vibrazioni dell’Anima rompere quella crosta, allora abbiamo la sensazione che la nostra Anima e il nostro corpo vivano da soli, come coniugi divorziati nello stesso appartamento.

Se non siamo nello stato del “qui e ora” significa che il nostro Ego ha smesso di servire l’Anima ed è passato sotto il controllo di altre forze. Queste ultime possono riprogrammare l’Ego secondo i loro interessi e di conseguenza l’Ego e l’Anima cessano di comprendersi. Questo può portare a malattie mentali e fisiche o a una interazione puramente formale poiché l’Ego dipende energeticamente dall’Anima.

Per l’Ego, il suo “Io” significa sempre alcuni oggetti distinti: il corpo, la mente, il corpo astrale, la percezione di sé come persona. Quando l’Io è manifestato dall’Anima prevale il sentimento di estraneità, non il “io sono qualcosa” ma semplicemente “io sono” e può facilmente sintonizzarsi con qualsiasi oggetto, identificarsi con esso, sentirsi come lui e capire immediatamente che tipo è, come sente, cosa pensa e così via.

La nostra vera vocazione consiste in una cosa sola: tornare a noi stessi. Spesso siamo convinti di non avere il tempo, l’energia o la capacità di migliorare autonomamente la qualità della nostra coscienza. Crediamo che se troviamo il sito web, la religione, l’organizzazione, il libro, l’insegnante, il guru o il consigliere giusto, possiamo ridurre al minimo lo sforzo necessario per sviluppare la nostra esperienza della verità. Siamo sicuri che l’insegnante ci spiegherà qual’è la cosa giusta e noi ci crederemo.

Siamo certi che questa strategia funzionerà. In realtà non è così. È impossibile aprire la strada alla qualità della coscienza attraverso la fede, così come è impossibile diventare un violinista virtuoso, un maestro di karate o il presidente di un paese con l’aiuto della fede. E c’è un altro problema: la scelta della persona giusta in cui credere. Ma come possiamo farlo senza avere sufficiente saggezza? Sì, la conoscenza può essere ottenuta da altre persone ma la saggezza si raggiunge solo sopravvivendo e facendo esperienza e non può essere trasmessa da altri.

Smettete di cercare qualcosa al di fuori di voi e iniziate ad ascoltare ciò che è dentro di voi. Abbiamo paura di ciò che potremmo scoprire ma questo è l’unico posto dove possiamo trovare ciò di cui abbiamo bisogno. Se il cervello è una radio, il cuore è il sintonizzatore sull’onda che abbiamo scelto.

 

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Data di creazione: 08/02/2011
 

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