Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 1 – Di Omega Click
Vi siete mai chiesto come è nato l’Antico Egitto e perché la civiltà tecnologicamente più avanzata del passato si trovava lì?
Gli antichi scritti egizi raccontano di un Egitto predinastico in cui gli Dei camminavano sulla Terra. Gli antichi papiri egizi raccontano di un’era così incredibile, sovrumana che la comunità scientifica internazionale non ha esitato a definirla Mitologia. E se questa Mitologia fosse Storia?
Lo Zep Tepi letteralmente significa la “Primo Tempo” dell’Antico Egitto, prima dell’Egitto predinastico.
Lo Zep Tepi dell’Antico Egitto è storicamente diviso in successioni: prima c’era il Regno degli Dei, poi il Regno dei Semidei e dopo il Regno degli Esseri Umani, esattamente come racconta la Bibbia: gli Angeli Caduti che si mescolarono con la prole Umana.
Civiltà Avanzata
Durante lo Zep Tepi nacque la scrittura geroglifica, i primi cimiteri con le sepolture reali e i primi cartigli con i nomi dei sovrani.
Ma dobbiamo fare un passo indietro.
Lo Zep Tepi è il periodo antecedente al periodo predinastico dell’antico Egitto e i documenti storici disponibili sono mozzafiato.
Intorno al 300 a.C. Manetone, storico e sacerdote greco, ricostruì la storia dell’antico Egitto nella sua opera “Aegyptiaca” attraverso la mitologia e i ricordi ancestrali trasmessi oralmente da vecchi sacerdoti egiziani che si riferivano a millenni prima.
È importante sottolineare che l’Egitto è così antico che ad esempio, Cleopatra è storicamente più vicina a noi che alla prima dinastia.
Non fu solo Manetone a parlare dello Zep Tepi. Un altro utile documento storico che ci racconta di quel periodo in cui dei e semidei camminavano sulla Terra e delle tribù di cacciatori-raccoglitori civilizzati, è la Pietra di Palermo.
La Pietra di Palermo è un frammento di una stele di diorite nera che sembra essere il più antico annale reale dell’antico Egitto faraonico conosciuto fino ad oggi e costituisce una fonte di estremo valore per la ricostruzione della fase dell’Antico Regno.
Questa stele menziona in modo frammentario i nomi di sette sovrani che regnarono nel Basso Egitto. Poiché questo è l’unico documento del suo genere sopravvissuto fino ai giorni nostri, sarà facile capire che non sappiamo nulla di questi sette sovrani: avrebbero potuto avere quattro braccia e quattro gambe e noi non sappiamo assolutamente nulla di loro. Questo è quanto sappiamo della storia, questo è quanto vorrei mostrare la Pietra di Palermo ai dottori che pensano di conoscere ogni momento della storia umana.
Lo storico greco Eusebio di Cesarea (260 – 339 d.C.) riferisce che Manetone fa iniziare la storia egizia nel 30.544 a.C.: beh, questo sarebbe lo Zep Tepi.
Stiamo parlando di qualcosa che sarebbe in grado di riscrivere l’intera storia umana ma non te lo dicono a scuola.
Sono solo racconti mitologici o ci sono fatti storici dietro la tradizione dello Zep Tepi? Ottima domanda.
È interessante notare che la divisione di Manetone nei periodi degli Dei, Semidei, Spiriti Venerabili e Sovrani costituisce lo Zep Tepi. La suddivisione di Manetone corrisponde in modo assoluto e indiscutibile alle cosiddette quattro età della razza umana, dall’oro al ferro, qualcosa che troviamo in ogni cultura della storia umana.
Pietra di Palermo
Manetone ci racconta che quella che lui chiama la Dinastia degli Dei, all’inizio dei tempi, governò il Basso Egitto con un regno che sarebbe durato 13.900 anni lunari, dove un anno lunare corrisponde a 354 giorni. Il Regno degli Dei comprende sette grandi e potenti dei, i Neteru, che regnarono sulle terre del Nilo durante il cosiddetto Zep Tepi.
Durante quel periodo la terra d’Egitto era abitata dai Neteru e da un’altra razza non umana, gli Urshu, i Guardiani, o creature divine al 100% che sono menzionate nel Papiro di Torino come intermediari tra gli dei e gli esseri umani.
Questa non è una speculazione in stile Indiana Jones, questa è esattamente la storia che ci racconta il principale storico egiziano, Manetone.
Il Papiro dei Re, noto anche come Papiro di Torino, è un documento risalente alla XIX dinastia egizia, probabilmente durante il regno di Ramesse II nel 1290 a.C.
Scritto in ieratico, contiene una introduzione scritta sui re divini e semi-divini di Zep Tepi. Riporta anche la prole di queste divinità che in seguito divennero faraoni per concessione divina, per legami di sangue diretti con gli dei e l’elenco dei sovrani dall’unificazione dell’Alto e Basso Egitto fino al momento della compilazione del documento.
La storia convenzionale ci dice che alla fine del Paleolitico, intorno al 10.000 a.C., insieme al ritiro dei ghiacci, il clima dell’Africa divenne più secco e l’enorme lago interno africano si ritirò gradualmente, diventando l’attuale fiume Nilo.
Nacquero i primi nomadi, le civiltà stanziali, le prime culture e così via. È anche giusto sottolineare che la storia moderna accettata dagli storici e dai geologi è in totale contrasto con quella raccontata dagli storici egizi, cosa che troverebbe numerose conferme se il mondo accademico riuscisse a concepire una civiltà pre-glaciale che avesse dato origine a popoli di cacciatori-raccoglitori.
Il Papiro dei Re o Papiro di Torino
Manetone, nel libro Aegyptiaca, parlava dello Zep Tepi quando gli dei Vigilanti camminavano sulla Terra: la Pietra di Palermo e il Papiro dei Re lo confermano.
I Testi delle Piramidi sono un insieme di formule rituali egizie risalenti al cosiddetto regno antico e più precisamente tipici della quinta dinastia a partire dal 2500 a.C.
Questi documenti ufficiali confermano anche il racconto di Manetone raccontando che giunse il momento in cui l’ordine emerse dal caos e fu il momento in cui gli dei, i Neteru, governarono la terra.
Non è possibile raccontare la storia dell’Egitto – 3000 anni – in pochi minuti, ma voglio farvi riflettere: abbiamo molti documenti storici sorprendenti e certificati che parlano di creature non umane e civilizzatrici. Queste creature governarono l’Egitto durante lo Zep Tepi e alcune di loro si ibridarono con gli umani, dando inizio al secondo periodo dello Zep Tepi che è chiamato il Regno dei Semidei.
Questi testi raccontano la stessa storia della Bibbia e dei testi sumeri.
La Bibbia parla di Angeli Caduti che commisero il peccato di mescolarsi con donne terrestri dando alla luce i Nephilim; i Sumeri parlano del saggio Apkallu che civilizzò la popolazione locale.
Apkallu
Berosso, astronomo, astrologo e storico dell’antica Grecia, scrive dei saggi Apkallu, esseri di origine non umana che sbarcarono in Mesopotamia, ne civilizzarono gli abitanti e si ibridarono con loro. Questi esseri ibridi divennero anche consiglieri dei re sumeri.
Questo accadde esattamente nell’Antico Egitto durante lo Zep Tepi.
Epoche diverse, civiltà diverse, stesse storie: antichi documenti che parlano di esseri non umani che camminavano sulla Terra.
Come facevano i cacciatori-raccoglitori di quel periodo ad identificare gli alti esponenti di una civiltà così avanzata?
Sarebbero stati identificati come Dei civilizzatori.
Dopo il tempo dei Semidei, nel terzo periodo dello Zep Tepi giunsero gli Shemsu-Hor, cioè gli Spiriti Venerabili. Erano chiamati Akh, i luminosi; non erano propriamente divinità ma la loro natura era comunque divina. Formavano il seguito di un Neteru, Orus, ed erano venerati nei suoi templi. Sono loro che hanno guidato la transizione tra i Reami Divini e il Reame degli Esseri Umani.
Lo storico Manetone dice che il titolo Reale dei Faraoni derivava dai Venerabili.
Questo è l’ultimo periodo dello Zep Tepi, il tempo in cui i primi sette Faraoni raccontati nella Pietra di Palermo, discendenti di semidei, iniziarono a regnare in Egitto.
Nei successivi 3000 anni questa tradizione non fu mai abbandonata. Il Faraone regnò per discendenza di sangue diretta, per volontà divina.
Il potente banchiere francese Jaques Attali scrisse della progenie divina::
Circa 6000 anni fa, alcuni sacerdoti e soldati si arrogarono il potere di governare il mondo.
Dei e imperatori si mescolarono allora in dinastie comuni. Gli uomini divennero eredi di altri e governarono vaste parti del mondo, degli imperi. Questi primi imperatori – in Cina, in Mesopotamia, in Egitto, in India, in Africa, in America – governarono ciascuno una vasta area del mondo per garantire il loro potere. I primi Principi, sebbene provenienti da imperi diversi, utilizzarono una serie di strumenti per
millenni pressoche identici. Si dichiararono di origine divina, controllarono i sacerdoti, si impossessarono delle risorse naturali e dei raccolti su un territorio estremamente vasto, misero in atto un esercito e una amministrazione, conquistarono le terre vicine, imposero la loro giustizia, spiarono il resto del mondo, trasmisero ordini anche a grandi distanze, attrassero le élite dei popoli che sottomisero e scatenarono conflitti tra rivali.
Nel libro di Enoch il primo “capitolo” è chiamato il Libro dei Guardiani.
Gli storici ipotizzano che la prima sezione di questo libro, trovata intatta nella prima versione – non come la Bibbia riscritta migliaia di volte – tra i Rotoli del Mar Morto, sia più antica dell’Antico Testamento.
Sembra che ci sia stato un bacino di conoscenza condivisa sul pianeta Terra che è registrata nei testi scritti: gli Dei della Guardia Urshu d’Egitto e gli Angeli della Guardia nei testi biblici antidiluviani. Testi che la comunità scientifica internazionale sceglie INTENZIONALMENTE di ignorare. Per gli accademici questa è solo mitologia.
Ma attenzione! Manetone è il principale storico dell’Antico Egitto. Se il tuo professore conosce tutti i nomi dei Faraoni, delle loro madri e delle dinastie egiziane è grazie a Manetone. Ma nessun accademico parla dello Zep Tepi come del periodo in cui le Divinità camminavano insieme ai cacciatori-raccoglitori.
Nun, dio dell’Oceano Primordiale
Gli antichi miti egizi descrivono le azioni degli Dei come mezzo per comprendere il mondo che ci circonda e rappresentano una parte importante della antica religione egizia.
I miti stessi compaiono frequentemente negli scritti e nell’arte egizia, in particolare nei racconti e nel materiale religioso come inni, testi rituali, testi funerari e decorazioni dei templi. Scene e simboli della mitologia egizia appaiono nell’arte, nelle tombe, nei templi e negli amuleti sacri.
Queste fonti raramente contengono un resoconto completo di un mito e spesso ne descrivono solo brevi frammenti.
Ispirati dai cicli della natura, gli egiziani consideravano il tempo nel presente come una serie di schemi ricorrenti e affermavano che prima della prima dinastia, l’Egitto era governato dai Guardiani, creature semi-divine che gettarono le basi per la maestosa civiltà egizia e le basi ideologiche per la regalità.
Nun, l’incarnazione delle acque primordiali che solleva la barca del dio del Sole Ra nel cielo al momento della creazione.
Nelle credenze egizie, Maat è l’ordine fondamentale dell’Universo che distingue il mondo dal caos che lo ha preceduto e che lo circonda. Quindi, si potrebbe dire che distingue la Terra e la sua organizzazione dallo spazio interstellare con molti riferimenti alla fisica dello spazio.
Di nuovo, secondo la antica mitologia egizia, Maat include sia il comportamento corretto degli esseri umani, sia il normale funzionamento delle Forze della Natura, leggi che rendono possibile la vita e la felicità.
Ovviamente, per gli egiziani il più importante sostenitore umano di Maat era il Faraone. Nel mito il Faraone è figlio di una diversa varietà di divinità e come tale è l’unico rappresentante designato obbligato a mantenere l’ordine nella società umana, proprio come fanno gli dei nella Natura e sulla base di ciò il Faraone era obbligato dalle leggi divine a continuare i rituali e i sacrifici di sangue che supportavano le attività degli Dei.
Poiché le azioni degli Dei governano le forze naturali, i miti esprimono tali azioni; la mitologia egizia rappresenta niente di meno che il corretto funzionamento del mondo e il sostentamento della vita stessa.
La perfetta unione tra astronomia e mitologia egizia anticipa di 5000 anni le odierne scoperte scientifiche.
Quando parliamo del cielo egizio parliamo di antichi dei, mitologia, antichi rituali sacri, astronomia e intuizioni davvero sensazionali per l’epoca.
Secondo i testi egiziani Nun e Nunet erano la personificazione dell’Oceano Primordiale Universale.
Nun era la parte Maschile dell’oceano primordiale universale che esisteva prima che il mondo conosciuto fosse creato e Nunet era l’aspetto Femminile delle acque primitive.
Da questi due Dei nacquero Jeb, la Terra e Nut, il Cielo. Da Nun nacque anche il dio del Sole Ra.
Libro dei Morti
Oggi, grazie alle nostre fantastiche scoperte scientifiche, sappiamo bene che all’interno dell’universo primordiale immense nubi di idrogeno si scontrarono tra loro, innescando inequivocabilmente reazioni nucleari e dando vita alle stelle, ma pochi sanno che gli antichi Egizi descrissero questo processo a modo loro migliaia di anni fa.
Se Nun era la parte maschile che insieme a Nunet la femminile formava l’Oceano Primordiale, come chiamavano gli antichi Egizi l’oceano primordiale?
Bene, lo chiamavano Nu e di questo luogo misterioso ci viene solo detto quello che non è. Dagli antichi testi percepiamo che questo strano luogo, questo primo squarcio di vita si collocava all’interno della condizione che esisteva nel Cosmo e che da esso nacque il mondo.
Ci sono molti indizi che ci fanno pensare che gli Egizi conoscessero bene lo spazio profondo. Forse potete immaginare il motivo. Oggi sappiamo che il concetto su cui si è evoluto l’Universo si basa sull’entropia, sul caos ordinato, sono concetti nati nell’ultimo millennio a cui gli scienziati sono arrivati eseguendo esperimenti molto complicati.
Ma cosa potevano sapere gli Egizi? Il termine Nu, cioè l’oceano primordiale da cui tutto è nato, non significa niente di meno che “Non organizzato”. Gli antichi Egizi sapevano più cose sullo spazio profondo e sulla natura del Cosmo di quanto possiamo immaginare.
Nel capitolo 175 del Libro dei Morti, Osiride fa una descrizione che ha davvero il potere di riscrivere i libri di storia: “Cos’è questo luogo deserto in cui sono giunto? Ho viaggiato, non c’è acqua, non c’è aria, è profondo senza limiti ed è nero come la notte più nera”.
Partiamo già dal presupposto che sia un luogo che una divinità non conosceva – le divinità sanno tutto indipendentemente – quindi nemmeno una divinità sa cosa sia questo posto e la domanda che ci poniamo è: è forse lo spazio profondo?
Bene, questo solleva dubbi anche sulla natura delle divinità stesse. Dalla descrizione sembra che Osiride non conoscesse affatto il luogo in cui si è recato e un dubbio mi tormenta da tempo: se le antiche divinità egizie erano alieni o ibridi perché sono sempre raffigurate con sembianze umane? Forse perché gli dei e le linee divine faraoniche sono nati da alcuni prescelti che sono stati portati a visitare lo spazio? O sono stati rapiti?
Cancellate tutto ciò che sapete. Immaginate di essere un sacerdote e di essere rapito pubblicamente da una “luce” nel 3000 a.C.
Quindi, dal momento in cui rimettete piede di nuovo sulla Terra, potete essere certi che diventerete il primo faraone perché siete speciali, siete il prescelto dagli dei e quindi dovete essere il re e di conseguenza anche i vostri figli dovranno essere re.
È forse questo il motivo? Come sono nate le dinastie faraoniche o piuttosto da cosa è nato il mito del dio-re?
Nel Libro dei Morti c’è l’immagine di due figure femminili che rappresentano l’Uovo Cosmico del Sud a sinistra e l’Uovo Cosmico del Nord a destra. Le due figure femminili versano le acque di Nu, cioè le acque della creazione, nell’Uovo Cosmico al centro.
Le figure stilizzate all’interno dell’Uovo Cosmico rappresentano le otto divinità primordiali e si pensa che l’Uovo Cosmico stesso rappresenti la singolarità gravitazionale che si è espansa (nel Big Bang).
Il disco solare degli Egizi è la trasposizione diretta dell’Uovo Cosmico che a sua volta rappresenta la vita dopo la morte.
Molte altre culture lo hanno utilizzato nel simbolismo rituale: abbiamo la pala di Brera di Piero della Francesca, un’opera del 1472 in cui l’Uovo Cosmico è raffigurato per simboleggiare la vita dopo la morte; abbiamo l’Uovo Cosmico nel microcosmo di una raffigurazione esoterica medievale; la Pietra Filosofale che assomiglia molto all’Uovo Cosmico e forse abbiamo anche l’Uovo Cosmico tra i Sumeri, nelle mani degli Anunnaki.
Uovo Cosmico
Nella tomba di Senenmut, sotto uno strato di intonaco sul soffitto, è stata trovata una riproduzione della volta celeste.
Il ricercatore Robert Bauval ha analizzato questa riproduzione del cielo nel suo libro intitolato The Orion Mystery. Ebbene, la raffigurazione più ambigua è quella delle Tre Stelle che assomigliano molto alla cintura di Orione. Una di queste stelle è circondata da una goccia d’acqua. La raffigurazione descrive anche gli antichi Decani stellari degli egizi, le 36 stelle del cielo egizio a cui era associata un’ora della notte, alternata a seconda del periodo dell’anno.
Una scoperta un po’ ambigua dato che era ricoperta di intonaco, forse per nasconderla?
I Decani egizi sono identificati da tabelle precise e sono demarcati da linee verticali parallele che partono dall’alto e scendono verso il basso. La raffigurazione delle tre stelle diagonali e la formazione a goccia, secondo la teoria illustrata da Bauval, non possono riferirsi a Orione perché questa stessa divinità associata a Orione è già posta a sinistra della cornice e separata da una linea di demarcazione.
Infatti, come confermato da tutte le fonti egittologiche, la direzione di lettura delle note o informazioni collegate ai Decani stellari nelle tavole egizie rappresentate nei soffitti astronomici segue una direzione di lettura verticale e non orizzontale.
Cosa volevano comunicarci gli antichi con questa raffigurazione astronomica?
Soffitto della tomba di Senenmu
Possiamo certamente percepire l’estremo interesse degli egizi per il Cosmo. Ciò che colpisce è la forte conoscenza dello spazio che circonda il pianeta. Il soffitto della tomba di Senenmut rivela una grande conoscenza del Cosmo da parte degli antichi Egizi ed è decorato con la lista delle stelle decane, le costellazioni del Cielo Australe come il Cane Maggiore: come se non bastasse, sono raffigurati anche i pianeti Giove, Saturno, Mercurio e Venere con le divinità a loro associate e che viaggiano – incredibile –su piccole imbarcazioni nel cielo.
I misteri che avvolgono quella fantastica civiltà continueranno ad affascinarci per migliaia di anni perché dobbiamo ancora comprendere appieno il legame che quelle persone avevano con l’Universo che pervade la nostra esistenza e da dove provenissero tutte le loro conoscenze, così precise e capaci di progettare veri e propri soffitti astronomici.
Come i Decani stellari, anche alcune classi di Angeli biblici, dai Serafini ai Troni, erano associate a specifici pianeti e lune del sistema Solare.
Omega Click