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Messaggi del 14/08/2024

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA

Post n°10795 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO
A LUZ DE MARIA
12 AGOSTO 2024


   

Amati figli del nostro Re e Signore Gesù Cristo, vengo a voi per Volontà Divina.

 
VOI SIETE AMATI DA DIO.
OGNI ESSERE UMANO APPARTIENE AL CUORE DELLA TRINITÀ SACROSANTA.

 
Vengo a chiedervi di restare uniti e di unirvi fraternamente, di essere cauti e obbedienti.

 
QUESTO NON È UN MESSAGGIO IN PIÙ, È UNA CHIAMATA ALL'OBBEDIENZA ALLE RIVELAZIONI CHE AVETE RICEVUTO E CHE LE RENDIATE VITA.

 
La guerra sta avanzando a passi accelerati, sta andando avanti ed è entrata nella mente e nel cuore degli uomini.
 
È iniziata la persecuzione dei cristiani, pertanto tutte le Miei Legioni Celesti che si trovano sulla Terra, vi stanno già proteggendo e aiutando.
 
Ogni vita ha un valore infinito per la Trinità Sacrosanta; ogni essere umano è un Tesoro Divino e fino all'ultimo istante della sua vita, può dichiararsi peccatore e chiedere perdono.
 
L'umanità comincerà a vivere in ansia, nell'angoscia per i propri fratelli e per sé stessa.
 
La guerra non rimarrà circoscritta, ma avanzerà fino a generalizzarsi.
 
Sarete testimoni di scene inimmaginabili...


La guerra è feroce, senza pietà, dimenticando che tutti sono fratelli...

 

La guerra scoppierà e divamperà come un fuoco incontrollato, avanzando e distruggendo, disintegrando famiglie, lasciandosi dietro gli orfani. 

 

Tutto è stato preparato come desiderato dal Nuovo Ordine.
Nessun uomo è schiavo del male (Cf. Rom. 6,16), se non è l'uomo stesso a desiderarlo e a permetterlo.


Nessuno può appropriarsi della mente e del cuore altrui, per questo è indispensabile che ciascuno di voi abbia una fede matura.

 
NON TREMATE, MA AL CONTRARIO,
TEMETE DI OFFENDERE DIO (Cf. Prov. 8, 13).

 
La terra accelererà il tremore, si verificheranno terremoti dove non ci sono mai stati e le loro magnitudini aumenteranno.
 
Preparatevi, procuratevi quello con cui fare luce e con cui prepararvi il cibo.  Procuratevi una scorta d'acqua da tenere in casa.

 

Figli della Trinità Sacrosanta e figli di Nostra Regina e Madre degli Ultimi Tempi, siate consapevoli della necessità di condividere con i vostri fratelli il cibo, ma soprattutto la Parola Divina.

 
DOVETE SALVARE L'ANIMA E FA PARTE DELLA SALVEZZA DELL'ANIMA ESSERE ALLA MANIERA DI CRISTO.

 
Se non avrete l'umiltà, un buon modo di trattare, la fraternità, se non sarete mansueti e umili di cuore, il cammino per poter raggiungere la Vita Eterna sarà più arduo.


Pregate il Santo Trisagio con amore e riverenza.

 
Posizionate una croce di ulivo benedetto sulla porta della casa, sulla parte interna. Rimettete l'olio benedetto sugli stipiti della porta e soprattutto siate persone umili, creature di Dio e tornate a consacrarvi ai Sacri Cuori.
 
Vi benedico e le Mie Legioni stanno aspettando la vostra chiamata per difendervi.
 
Pregate la nostra e vostra Regina e Madre.
 
Chiamatemi, io sono pronto a soccorrervi!

 
SENZA PAURA, MA PER AMORE DELLA TRINITÀ SACROSANTA E PER LA NOSTRA E VOSTRA REGINA E MADRE, MANTENETEVI SPIRITUALMENTE PREPARATI.

 
Vi benedico tutti.

 
San Michele Arcangelo

 

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


 
COMMENTO DI LUZ DE MARIA


Fratelli:

 

Preghiamo in fraternità gli uni per gli altri, pregando per i nostri fratelli e per coloro che ci hanno fatto del male.

 

In questo Appello, San Michele Arcangelo mi ha fatto sentire il bisogno di sondare il cuore e soprattutto la coscienza, mi ha permesso di sentire che c'è una speciale urgenza, l'urgenza di fronte a un pericolo imminente che si verificherà sulla Terra.

 

Lo spettro della guerra ha cessato di essere uno spettro, per diventare una realtà non voluta da nessuno, ma che sopraggiungerà nonostante indesiderata.
La stoltezza umana continuerà implacabile a causa del suo desiderio di vittoria.

 

Fratelli, dobbiamo essere più di Dio, più della Nostra Madre Santissima, ricordiamo che dove c'è il male, sovrabbonda la Grazia.
Accogliamo quella Grazia che ora sovrabbonda, perché sia di crescita per la nostra anima e per tutti i fratelli.

Uniti nella preghiera e nella fraternità.

 

Amen.

 

 
 
 

Risonanza Schumann Oggi

Post n°10794 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild






Risonanza Schumann Oggi  Power 21

 

 
 
 

Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 1 – Di Omega Click

Post n°10793 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild

Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 1 – Di Omega Click

Vi siete mai chiesto come è nato l’Antico Egitto e perché la civiltà tecnologicamente più avanzata del passato si trovava lì?
Gli antichi scritti egizi raccontano di un Egitto predinastico in cui gli Dei camminavano sulla Terra. Gli antichi papiri egizi raccontano di un’era così incredibile, sovrumana che la comunità scientifica internazionale non ha esitato a definirla Mitologia. E se questa Mitologia fosse Storia?
Lo Zep Tepi letteralmente significa la “Primo Tempo” dell’Antico Egitto, prima dell’Egitto predinastico.
Lo Zep Tepi dell’Antico Egitto è storicamente diviso in successioni: prima c’era il Regno degli Dei, poi il Regno dei Semidei e dopo il Regno degli Esseri Umani, esattamente come racconta la Bibbia: gli Angeli Caduti che si mescolarono con la prole Umana.


Civiltà Avanzata

Durante lo Zep Tepi nacque la scrittura geroglifica, i primi cimiteri con le sepolture reali e i primi cartigli con i nomi dei sovrani.
Ma dobbiamo fare un passo indietro.
Lo Zep Tepi è il periodo antecedente al periodo predinastico dell’antico Egitto e i documenti storici disponibili sono mozzafiato.
Intorno al 300 a.C. Manetone, storico e sacerdote greco, ricostruì la storia dell’antico Egitto nella sua opera “Aegyptiaca” attraverso la mitologia e i ricordi ancestrali trasmessi oralmente da vecchi sacerdoti egiziani che si riferivano a millenni prima.
È importante sottolineare che l’Egitto è così antico che ad esempio, Cleopatra è storicamente più vicina a noi che alla prima dinastia.
Non fu solo Manetone a parlare dello Zep Tepi. Un altro utile documento storico che ci racconta di quel periodo in cui dei e semidei camminavano sulla Terra e delle tribù di cacciatori-raccoglitori civilizzati, è la Pietra di Palermo.
La Pietra di Palermo è un frammento di una stele di diorite nera che sembra essere il più antico annale reale dell’antico Egitto faraonico conosciuto fino ad oggi e costituisce una fonte di estremo valore per la ricostruzione della fase dell’Antico Regno.
Questa stele menziona in modo frammentario i nomi di sette sovrani che regnarono nel Basso Egitto. Poiché questo è l’unico documento del suo genere sopravvissuto fino ai giorni nostri, sarà facile capire che non sappiamo nulla di questi sette sovrani: avrebbero potuto avere quattro braccia e quattro gambe e noi non sappiamo assolutamente nulla di loro. Questo è quanto sappiamo della storia, questo è quanto vorrei mostrare la Pietra di Palermo ai dottori che pensano di conoscere ogni momento della storia umana.
Lo storico greco Eusebio di Cesarea (260 – 339 d.C.) riferisce che Manetone fa iniziare la storia egizia nel 30.544 a.C.: beh, questo sarebbe lo Zep Tepi.
Stiamo parlando di qualcosa che sarebbe in grado di riscrivere l’intera storia umana ma non te lo dicono a scuola.
Sono solo racconti mitologici o ci sono fatti storici dietro la tradizione dello Zep Tepi? Ottima domanda.
È interessante notare che la divisione di Manetone nei periodi degli Dei, Semidei, Spiriti Venerabili e Sovrani costituisce lo Zep Tepi. La suddivisione di Manetone corrisponde in modo assoluto e indiscutibile alle cosiddette quattro età della razza umana, dall’oro al ferro, qualcosa che troviamo in ogni cultura della storia umana.
Pietra di Palermo
Manetone ci racconta che quella che lui chiama la Dinastia degli Dei, all’inizio dei tempi, governò il Basso Egitto con un regno che sarebbe durato 13.900 anni lunari, dove un anno lunare corrisponde a 354 giorni. Il Regno degli Dei comprende sette grandi e potenti dei, i Neteru, che regnarono sulle terre del Nilo durante il cosiddetto Zep Tepi.
Durante quel periodo la terra d’Egitto era abitata dai Neteru e da un’altra razza non umana, gli Urshu, i Guardiani, o creature divine al 100% che sono menzionate nel Papiro di Torino come intermediari tra gli dei e gli esseri umani.
Questa non è una speculazione in stile Indiana Jones, questa è esattamente la storia che ci racconta il principale storico egiziano, Manetone.
Il Papiro dei Re, noto anche come Papiro di Torino, è un documento risalente alla XIX dinastia egizia, probabilmente durante il regno di Ramesse II nel 1290 a.C.
Scritto in ieratico, contiene una introduzione scritta sui re divini e semi-divini di Zep Tepi. Riporta anche la prole di queste divinità che in seguito divennero faraoni per concessione divina, per legami di sangue diretti con gli dei e l’elenco dei sovrani dall’unificazione dell’Alto e Basso Egitto fino al momento della compilazione del documento.
La storia convenzionale ci dice che alla fine del Paleolitico, intorno al 10.000 a.C., insieme al ritiro dei ghiacci, il clima dell’Africa divenne più secco e l’enorme lago interno africano si ritirò gradualmente, diventando l’attuale fiume Nilo.
Nacquero i primi nomadi, le civiltà stanziali, le prime culture e così via. È anche giusto sottolineare che la storia moderna accettata dagli storici e dai geologi è in totale contrasto con quella raccontata dagli storici egizi, cosa che troverebbe numerose conferme se il mondo accademico riuscisse a concepire una civiltà pre-glaciale che avesse dato origine a popoli di cacciatori-raccoglitori.
Il Papiro dei Re o Papiro di Torino
Manetone, nel libro Aegyptiaca, parlava dello Zep Tepi quando gli dei Vigilanti camminavano sulla Terra: la Pietra di Palermo e il Papiro dei Re lo confermano.
I Testi delle Piramidi sono un insieme di formule rituali egizie risalenti al cosiddetto regno antico e più precisamente tipici della quinta dinastia a partire dal 2500 a.C.
Questi documenti ufficiali confermano anche il racconto di Manetone raccontando che giunse il momento in cui l’ordine emerse dal caos e fu il momento in cui gli dei, i Neteru, governarono la terra.
Non è possibile raccontare la storia dell’Egitto – 3000 anni – in pochi minuti, ma voglio farvi riflettere: abbiamo molti documenti storici sorprendenti e certificati che parlano di creature non umane e civilizzatrici. Queste creature governarono l’Egitto durante lo Zep Tepi e alcune di loro si ibridarono con gli umani, dando inizio al secondo periodo dello Zep Tepi che è chiamato il Regno dei Semidei.

Questi testi raccontano la stessa storia della Bibbia e dei testi sumeri.

La Bibbia parla di Angeli Caduti che commisero il peccato di mescolarsi con donne terrestri dando alla luce i Nephilim; i Sumeri parlano del saggio Apkallu che civilizzò la popolazione locale.
Apkallu
Berosso, astronomo, astrologo e storico dell’antica Grecia, scrive dei saggi Apkallu, esseri di origine non umana che sbarcarono in Mesopotamia, ne civilizzarono gli abitanti e si ibridarono con loro. Questi esseri ibridi divennero anche consiglieri dei re sumeri.
Questo accadde esattamente nell’Antico Egitto durante lo Zep Tepi.
Epoche diverse, civiltà diverse, stesse storie: antichi documenti che parlano di esseri non umani che camminavano sulla Terra.
Come facevano i cacciatori-raccoglitori di quel periodo ad identificare gli alti esponenti di una civiltà così avanzata?
Sarebbero stati identificati come Dei civilizzatori.
Dopo il tempo dei Semidei, nel terzo periodo dello Zep Tepi giunsero gli Shemsu-Hor, cioè gli Spiriti Venerabili. Erano chiamati Akh, i luminosi; non erano propriamente divinità ma la loro natura era comunque divina. Formavano il seguito di un Neteru, Orus, ed erano venerati nei suoi templi. Sono loro che hanno guidato la transizione tra i Reami Divini e il Reame degli Esseri Umani.
Lo storico Manetone dice che il titolo Reale dei Faraoni derivava dai Venerabili.
Questo è l’ultimo periodo dello Zep Tepi, il tempo in cui i primi sette Faraoni raccontati nella Pietra di Palermo, discendenti di semidei, iniziarono a regnare in Egitto.
Nei successivi 3000 anni questa tradizione non fu mai abbandonata. Il Faraone regnò per discendenza di sangue diretta, per volontà divina.
Il potente banchiere francese Jaques Attali scrisse della progenie divina::

Circa 6000 anni fa, alcuni sacerdoti e soldati si arrogarono il potere di governare il mondo.

Dei e imperatori si mescolarono allora in dinastie comuni. Gli uomini divennero eredi di altri e governarono vaste parti del mondo, degli imperi. Questi primi imperatori – in Cina, in Mesopotamia, in Egitto, in India, in Africa, in America – governarono ciascuno una vasta area del mondo per garantire il loro  potere. I primi Principi, sebbene provenienti da imperi diversi, utilizzarono una serie di strumenti per
 millenni pressoche identici. Si dichiararono di origine divina, controllarono i sacerdoti, si impossessarono delle risorse naturali e dei raccolti su un territorio estremamente vasto, misero in atto un esercito e una amministrazione, conquistarono le terre vicine, imposero la loro giustizia, spiarono il resto del mondo, trasmisero ordini anche a grandi distanze, attrassero le élite dei popoli che sottomisero e scatenarono conflitti tra rivali.
Nel libro di Enoch il primo “capitolo” è chiamato il Libro dei Guardiani.
Gli storici ipotizzano che la prima sezione di questo libro, trovata intatta nella prima versione – non come la Bibbia riscritta migliaia di volte – tra i Rotoli del Mar Morto, sia più antica dell’Antico Testamento.

Sembra che ci sia stato un bacino di conoscenza condivisa sul pianeta Terra che è registrata nei testi scritti: gli Dei della Guardia Urshu d’Egitto e gli Angeli della Guardia nei testi biblici antidiluviani. Testi che la comunità scientifica internazionale sceglie INTENZIONALMENTE di ignorare. Per gli accademici questa è solo mitologia.

Ma attenzione! Manetone è il principale storico dell’Antico Egitto. Se il tuo professore conosce tutti i nomi dei Faraoni, delle loro madri e delle dinastie egiziane è grazie a Manetone. Ma nessun accademico parla dello Zep Tepi come del periodo in cui le Divinità camminavano insieme ai cacciatori-raccoglitori.
Nun,  dio dell’Oceano Primordiale
Gli antichi miti egizi descrivono le azioni degli Dei come mezzo per comprendere il mondo che ci circonda e rappresentano una parte importante della antica religione egizia.
I miti stessi compaiono frequentemente negli scritti e nell’arte egizia, in particolare nei racconti e nel materiale religioso come inni, testi rituali, testi funerari e decorazioni dei templi. Scene e simboli della mitologia egizia appaiono nell’arte, nelle tombe, nei templi e negli amuleti sacri.
Queste fonti raramente contengono un resoconto completo di un mito e spesso ne descrivono solo brevi frammenti.
Ispirati dai cicli della natura, gli egiziani consideravano il tempo nel presente come una serie di schemi ricorrenti e affermavano che prima della prima dinastia, l’Egitto era governato dai Guardiani, creature semi-divine che gettarono le basi per la maestosa civiltà egizia e le basi ideologiche per la regalità.
Nun, l’incarnazione delle acque primordiali che solleva la barca del dio del Sole Ra nel cielo al momento della creazione.
Nelle credenze egizie, Maat è l’ordine fondamentale dell’Universo che distingue il mondo dal caos che lo ha preceduto e che lo circonda. Quindi, si potrebbe dire che distingue la Terra e la sua organizzazione dallo spazio interstellare con molti riferimenti alla fisica dello spazio.
Di nuovo, secondo la antica mitologia egizia, Maat include sia il comportamento corretto degli esseri umani, sia il normale funzionamento delle Forze della Natura, leggi che rendono possibile la vita e la felicità.
Ovviamente, per gli egiziani il più importante sostenitore umano di Maat era il Faraone. Nel mito il Faraone è figlio di una diversa varietà di divinità e come tale è l’unico rappresentante designato obbligato a mantenere l’ordine nella società umana, proprio come fanno gli dei nella Natura e sulla base di ciò il Faraone era obbligato dalle leggi divine a continuare i rituali e i sacrifici di sangue che supportavano le attività degli Dei.
Poiché le azioni degli Dei governano le forze naturali, i miti esprimono tali azioni; la mitologia egizia rappresenta niente di meno che il corretto funzionamento del mondo e il sostentamento della vita stessa.
La perfetta unione tra astronomia e mitologia egizia anticipa di 5000 anni le odierne scoperte scientifiche.
Quando parliamo del cielo egizio parliamo di antichi dei, mitologia, antichi rituali sacri, astronomia e intuizioni davvero sensazionali per l’epoca.
Secondo i testi egiziani Nun e Nunet erano la personificazione dell’Oceano Primordiale Universale.
Nun era la parte Maschile dell’oceano primordiale universale che esisteva prima che il mondo conosciuto fosse creato e Nunet era l’aspetto Femminile delle acque primitive.
Da questi due Dei nacquero Jeb, la Terra e Nut, il Cielo. Da Nun nacque anche il dio del Sole Ra.
Libro dei Morti
Oggi, grazie alle nostre fantastiche scoperte scientifiche, sappiamo bene che all’interno dell’universo primordiale immense nubi di idrogeno si scontrarono tra loro, innescando inequivocabilmente reazioni nucleari e dando vita alle stelle, ma pochi sanno che gli antichi Egizi descrissero questo processo a modo loro migliaia di anni fa.
Se Nun era la parte maschile che insieme a Nunet la femminile formava l’Oceano Primordiale, come chiamavano gli antichi Egizi l’oceano primordiale?
Bene, lo chiamavano Nu e di questo luogo misterioso ci viene solo detto quello che non è. Dagli antichi testi percepiamo che questo strano luogo, questo primo squarcio di vita si collocava all’interno della condizione che esisteva nel Cosmo e che da esso nacque il mondo.
Ci sono molti indizi che ci fanno pensare che gli Egizi conoscessero bene lo spazio profondo. Forse potete immaginare il motivo. Oggi sappiamo che il concetto su cui si è evoluto l’Universo si basa sull’entropia,  sul caos ordinato, sono concetti nati nell’ultimo millennio a cui gli scienziati sono arrivati eseguendo esperimenti molto complicati.
Ma cosa potevano sapere gli Egizi? Il termine Nu, cioè l’oceano primordiale da cui tutto è nato, non significa niente di meno che “Non organizzato”. Gli antichi Egizi sapevano più cose sullo spazio profondo e sulla natura del Cosmo di quanto possiamo immaginare.
Nel capitolo 175 del Libro dei Morti, Osiride fa una descrizione che ha davvero il potere di riscrivere i libri di storia: “Cos’è questo luogo deserto in cui sono giunto? Ho viaggiato, non c’è acqua, non c’è aria, è profondo senza limiti ed è nero come la notte più nera”.
Partiamo già dal presupposto che sia un luogo che una divinità non conosceva – le divinità sanno tutto indipendentemente – quindi nemmeno una divinità sa cosa sia questo posto e la domanda che ci poniamo è: è forse lo spazio profondo?
Bene, questo solleva dubbi anche sulla natura delle divinità stesse. Dalla descrizione sembra che Osiride non conoscesse affatto il luogo in cui si è recato e un dubbio mi tormenta da tempo: se le antiche divinità egizie erano alieni o ibridi perché sono sempre raffigurate con sembianze umane? Forse perché gli dei e le linee divine faraoniche sono nati da alcuni prescelti che sono stati portati a visitare lo spazio? O sono stati rapiti?
Cancellate tutto ciò che sapete. Immaginate di essere un sacerdote e di essere rapito pubblicamente da una “luce” nel 3000 a.C.
Quindi, dal momento in cui rimettete piede di nuovo sulla Terra, potete essere certi che diventerete il primo faraone perché siete speciali, siete il prescelto dagli dei e quindi dovete essere il re e di conseguenza anche i vostri figli dovranno essere re.
È forse questo il motivo? Come sono nate le dinastie faraoniche o piuttosto da cosa è nato il mito del dio-re?
Nel Libro dei Morti c’è l’immagine di due figure femminili che rappresentano l’Uovo Cosmico del Sud a sinistra e l’Uovo Cosmico del Nord a destra. Le due figure femminili versano le acque di Nu, cioè le acque della creazione, nell’Uovo Cosmico al centro.
Le figure stilizzate all’interno dell’Uovo Cosmico rappresentano le otto divinità primordiali e si pensa che l’Uovo Cosmico stesso rappresenti la singolarità gravitazionale che si è espansa (nel Big Bang).
Il disco solare degli Egizi è la trasposizione diretta dell’Uovo Cosmico che a sua volta rappresenta la vita dopo la morte.
Molte altre culture lo hanno utilizzato nel simbolismo rituale: abbiamo la pala di Brera di Piero della Francesca, un’opera del 1472 in cui l’Uovo Cosmico è raffigurato per simboleggiare la vita dopo la morte; abbiamo l’Uovo Cosmico nel microcosmo di una raffigurazione esoterica medievale; la Pietra Filosofale che assomiglia molto all’Uovo Cosmico e forse abbiamo anche l’Uovo Cosmico tra i Sumeri, nelle mani degli Anunnaki.

Uovo Cosmico

Nella tomba di Senenmut, sotto uno strato di intonaco sul soffitto, è stata trovata una riproduzione della volta celeste.
Il ricercatore Robert Bauval ha analizzato questa riproduzione del cielo nel suo libro intitolato The Orion Mystery. Ebbene, la raffigurazione più ambigua è quella delle Tre Stelle che assomigliano molto alla cintura di Orione. Una di queste stelle è circondata da una goccia d’acqua. La raffigurazione descrive anche gli antichi Decani stellari degli egizi, le 36 stelle del cielo egizio a cui era associata un’ora della notte, alternata a seconda del periodo dell’anno.
Una scoperta un po’ ambigua dato che era ricoperta di intonaco, forse per nasconderla?
I Decani egizi sono identificati da tabelle precise e sono demarcati da linee verticali parallele che partono dall’alto e scendono verso il basso. La raffigurazione delle tre stelle diagonali e la formazione a goccia, secondo la teoria illustrata da Bauval, non possono riferirsi a Orione perché questa stessa divinità associata a Orione è già posta a sinistra della cornice e separata da una linea di demarcazione.
Infatti, come confermato da tutte le fonti egittologiche, la direzione di lettura delle note o informazioni collegate ai Decani stellari nelle tavole egizie rappresentate nei soffitti astronomici segue una direzione di lettura verticale e non orizzontale.
Cosa volevano comunicarci gli antichi con questa raffigurazione astronomica?

Soffitto della tomba di Senenmu
Possiamo certamente percepire l’estremo interesse degli egizi per il Cosmo. Ciò che colpisce è la forte conoscenza dello spazio che circonda il pianeta. Il soffitto della tomba di Senenmut rivela una grande conoscenza del Cosmo da parte degli antichi Egizi ed è decorato con la lista delle stelle decane, le costellazioni del Cielo Australe come il Cane Maggiore: come se non bastasse, sono raffigurati anche i pianeti Giove, Saturno, Mercurio e Venere con le divinità a loro associate e che viaggiano – incredibile –su piccole imbarcazioni nel cielo.
I misteri che avvolgono quella fantastica civiltà continueranno ad affascinarci per migliaia di anni perché dobbiamo ancora comprendere appieno il legame che quelle persone avevano con l’Universo che pervade la nostra esistenza e da dove provenissero tutte le loro conoscenze, così precise e capaci di progettare veri e propri soffitti astronomici.
Come i Decani stellari, anche alcune classi di Angeli biblici, dai Serafini ai Troni, erano associate a specifici pianeti e lune del sistema Solare.

Omega Click

 

 
 
 

Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 2 – Di Omega Click

Post n°10792 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild

Zep Tepi – Il Regno Degli Dei Parte 2 – Di Omega Click

Akhenaton, padre di Tutankhamon, fu certamente il faraone più controverso dell’Antico Egitto. Regnò dal 1353 al 1336 a.C. e fu definito il faraone eretico poiché portò un drastico cambiamento religioso all’interno dell’intera comunità egizia.
I faraoni sono sempre stati raffigurati come potenti, belli e perfetti. Basta guardare la maschera mortuaria di Tutankhamon. Invece, le analisi della mummia di Tutankhamon hanno rivelato un aspetto molto diverso. Bene, anche se più brutti di uno scarabocchio nel piano divino, sono sempre stati raffigurati come potenti e perfetti. Tuttavia, Akhenaton è stato raffigurato in un modo insolito e deforme.
Perché Akhenaton è passato alla storia?
Akhenaton
Poche figure sono state così polarizzanti come Akhenaton. Il regno di questo faraone egizio fu caratterizzato da sconvolgimenti sociali, politici e religiosi che poche altre culture al mondo hanno  sperimentato.
In poco meno di due decenni, per tutta la durata del suo regno, Akhenaton impose nuovi aspetti della religione, riorganizzò lo stile artistico reale, spostò la capitale egiziana in un sito precedentemente inutilizzato, implementò una nuova forma di architettura e tentò di cancellare i nomi e le immagini di alcune divinità tradizionali.
È in parte dovuto alla natura tumultuosa del mandato di Akhenaton che questa epoca della storia egiziana, nota come periodo di Amarna, ha ricevuto così tanta attenzione da parte di studiosi e pubblico.
Akhenaton propose una vera rivoluzione in Egitto ed essendo il dio, nessuno poteva ribellarsi: tutti credevano nella discendenza divina dei faraoni e la parola degli dei non poteva assolutamente essere messa in discussione.
Akhenaton è meglio conosciuto per la nuova religione incentrata su una divinità chiamata Aten (o Aton), il dio del disco solare, l’incarnazione del Sole e della luce prodotta dal sole stesso.
Il re eretico salì al trono con il suo nome di nascita Amenofi IV, ma nel quinto anno del suo regno cambiò il suo nome in uno che riflettesse meglio le sue idee religiose.
Amenofi significa “Amon è soddisfatto”, mentre Akhenaton significa “efficace per Aton”: persino il nome del faraone doveva essere coerente con il cambiamento di paradigma in atto.
Ma cosa spinse Akhenaton ad un cambiamento di paradigma così drastico, introducendo per la prima volta una sorta di monoteismo in Egitto?
Quale nuova religione spinse Akhenaton a rovesciare così tanti elementi classici della storia egizia?
Bene, le risposte sono radicate nelle incertezze che hanno portato gli egittologi a dibattere a lungo sulla natura della trasformazione di Akhenaton. Gli studiosi si sono espressi a favore del monoteismo, dell’ateismo, dell’agnosticismo. Ciò che è certo, tuttavia, è che questa nuova religione elevò l’Aton di Akenaten alla posizione di divinità di Stato e si concentrò in gran parte sul suo culto.
Akhenaton perseguitò coloro che praticavano il culto di alcune divinità tradizionali, in particolare il culto di Amon, la principale divinità egizia, per gran parte della XVII dinastia.
Intorno al suo quarto anno di regno, Akhenaton inviò persino degli incaricati per cancellare i nomi e le immagini di alcune divinità dai testi e dai monumenti esistenti.
Il nuovo approccio di Akhenaton alla religione si manifestò in altri aspetti della cultura egizia, in particolare nella sfera artistica. Le prime opere commissionate dal re apparvero nello stile tradizionale tebano impiegato da quasi tutti i faraoni che lo avevano preceduto. Tuttavia, mentre implementava nuove idee religiose, anche l’arte vera e propria si adattò per riflettere i concetti di Aton.
I cambiamenti più sorprendenti si vedono nell’aspetto della famiglia reale stessa: le teste divennero più grandi e più oblunghe rispetto allo stile tradizionale ed erano sostenute da colli allungati e sottili.
Akhenaton ordinò che i membri della famiglia reale fossero raffigurati come simili ai Grigi, con teschi allungati, occhi grandi e corpi molto diversi dalle precedenti raffigurazioni faraoniche.

Aton aveva parlatoe Akhenaton era in contatto con questa divinità.

Akhenaton and NefertitiAkhenaton e NefertitiRicorda la storia del profeta persiano Zarathustra che fondò lo Zoroastrismo basato sul culto di Ahura Mazda che vide uscire sotto forma di luce da un disco d’argento in mezzo alle nuvole. Riferimenti a casi di UFO sono presenti in tutto l’Antico Medio Oriente, dai Sumeri alla Persia all’antico Egitto. Sicuramente il cambio di paradigma del Faraone eretico fu comandato da qualcuno.Al museo del Cairo c’è una delle più grandi statue dell’Antico Egitto. Questa statua svela un enorme mistero. La statua in questione raffigura il padre di Akhenaton o meglio il presunto padre di Akhenaton, ovvero Amenofi III il Grande, che regnò nel periodo di massima potenza ed espansione dell’Egitto. Accanto al dio c’era la regina Tiye. I due ebbero quattro figli, un maschio e tre femmine.Questa statua è il ritratto di famiglia: sono raffigurati Amenofi III, la regina e le loro tre figlie ma manca Akhenaton e questo è sensazionale perché avrebbe dovuto essere l’erede al trono. Non includerlo nel ritratto di famiglia, nella statua più grande della storia d’Egitto, è qualcosa di veramente assurdo.Perché Akhenaton non appare? La famiglia reale ha ignorato l’erede al trono?Anche nella sua infanzia sembra che ci sia stato qualcosa di sbagliato. Mentre le sorelle hanno ricevuto titoli e onori, la presenza di Akhenaton non è nota.Amenhotep III. Quando la corte faraonica si recava nei templi per le offerte votive al dio Amon, le presenze venivano registrate e in questo gli antichi egizi erano estremamente precisi nel redigere quelle registrazioni ma di Akenaton nemmeno l’ombra. Nessun Amenofi IV è stato registrato per le offerte votive.Nell’antico Egitto tutto ruotava attorno ai templi e alle migliaia di sacerdoti del re dio. La comunità scientifica suppone che il principe Akhenaton fosse stato bandito dai templi quando la famiglia reale portava doni agli dei e si diffuse la voce che persino gli dei non accettavano il ragazzo.A 300 km a sud delle piramidi di Giza troviamo Amarna. Nascosti sotto la sabbia ci sono i resti di uno dei siti archeologici più misteriosi di tutto l’antico Egitto. In questo luogo, 3000 anni fa, accaddero cose molto strane: qui nacque una nuova religione per ragioni e manifestazioni celesti che ancora oggi ci sono sconosciute, un faraone deforme morì lasciando dietro di sé un mistero che gli egittologi stanno ancora cercando di risolvere oggi.Alla fine del secolo scorso Flinders Petrie, il fondatore dell’egittologia moderna, scoprì un’enorme città perduta nel deserto.Tutto era come previsto, c’erano templi e palazzi ma mancavano le scene classiche del faraone che marciava in battaglia, mancavano le scene del faraone che sconfiggeva i suoi nemici. Non c’erano nemmeno le solite scene del faraone che faceva offerte alle divinità egizie e non erano presenti nemmeno le divinità classiche.Dalla scoperta di Amarna siamo venuti a conoscenza dell’intera storia del faraone eretico e del cambiamento del paradigma religioso. Nei 4000 anni di storia dell’Egitto, Akhenaton è l’unico faraone che è stato mostrato con un viso lungo, un petto flaccido e i fianchi larghi. In un’epoca in cui, indipendentemente dal vero aspetto, il faraone veniva sempre mostrato in modo imponente e perfetto.Akenaton sembrava letteralmente una creatura di un altro mondo, catapultata nel deserto egiziano per portare un drastico cambiamento di paradigma all’umanità. E cosa sia realmente accaduto in Egitto nel 1350 a.C. rimane un mistero.AmarnaNel 1922, la scoperta da parte di Howard Carter della tomba quasi intatta di Tutankhamon ricevette all’epoca una copertura mediatica mondiale, suscitando un rinnovato interesse per l’Antico Egitto. La maschera funeraria del faraone stesso rimane il simbolo più popolare tra i reperti della sua tomba.Dal 1922, il faraone Tutankhamon, figlio di Akhenaton, è diventato il simbolo moderno dell’antica cultura egizia. Tutankhamon o “Immagine vivente di Amon”, è il nome del re preceduto dall’epiteto Sa-Ra o Figlio di Ra nel titolo reale.Infatti, non è un segreto che i lignaggi faraonici derivino direttamente dagli dei Guardiani, le antiche divinità discese dal cielo che costrinsero i primi faraoni a prolungare gli imperi attraverso stretti legami di sangue.Il pugnale alieno del faraone Tutankhamon. Questo pugnale è alieno, nel senso letterale. Il materiale di cui è fatto questo antico manufatto proviene dallo spazio interstellare ed ha viaggiato per miliardi di anni nello spazio.Poiché la composizione e l’omogeneità della lama sono strettamente correlate alla composizione e alla omogeneità dei meteoriti, è stato determinato accademicamente che il materiale per la lama ha avuto origine da un impatto con un meteorite.Ciò significa che nel 1330 a.C. circa, quindi più di 3000 anni fa, per qualche strana ragione gli antichi egizi riuscirono a ottenere consapevolmente il metallo dai meteoriti.Basti pensare all’importanza rituale che dedicavano ad oggetti simili all’epoca: non solo era il pugnale del re dio ma il pugnale stesso era caduto dalle stelle che studiavano e desideravano ardentemente.Dagli anni ’60, l’elevato contenuto di nichel nella lama del pugnale è stato accettato come indicativo di origine meteoritica. Uno studio più recente pubblicato nel 2016, derivato dall’analisi dello spettrometro a fluorescenza a raggi X, mostra che la composizione della lama è principalmente ferro, 11% nichel e 0,6% cobalto. Ciò significa che la sua composizione è collocata nella media di un gruppo di 76 meteoriti di ferro precedentemente scoperti nella zona.Il contenuto di nichel nel metallo fuso della maggior parte dei meteoriti di ferro varia dal 5% al 35% mentre non supera mai il 4% nei manufatti storici in ferro provenienti da minerali terrestri prodotti prima del XIX secolo.Il pugnale di Tutankhamon è letteralmente un’anomalia perché è composto dal 11% di nichel e dallo 0,6% di cobalto. Questa scoperta di inestimabile valore, è uno dei misteri dell’antico Egitto.All’epoca della mummificazione del faraone Tutankhamon, intorno al 1123 a.C. – età del bronzo – la fusione e la lavorazione del ferro erano molto rare, persino per gli antichi egizi che avevano risorse e imperi molto ricchi.Gli oggetti in ferro venivano usati solo per scopi artistici, ornamentali, rituali, da regalo e cerimoniali, quindi il ferro in quell’epoca era più prezioso dell’oro.La determinazione della presenza del ferro nel passato molto antico, nonché dei metodi di lavorazione ma soprattutto tutto ciò che riguarda i metodi di lavorazione utilizzati per ottenere la fusione e introdurla in altre civiltà, è stato oggetto di studio e di discussione accademica.Il pugnale alieno del faraone TutankhamonDal tardo Neolitico all’Età del Bronzo, le antiche culture del Mediterraneo orientale raramente utilizzavano il ferro.I metodi di lavorazione del ferro in tempi così antichi e gli stessi usi del materiale, così come la sua dispersione e circolazione all’interno delle società preistoriche e antiche, sono questioni molto controverse all’interno della comunità scientifica, proprio a causa delle lacune nelle conoscenze e nei dati. Inoltre, è sempre stato difficile ottenere il permesso per testare gli antichi manufatti egizi. Dovevano essere testati con test non distruttivi, di certo non potevano fondere il pugnale di Tutankhamon.Ci sono voluti i progressi nelle tecnologie utilizzate per un’analisi più approfondita dei reperti, cosa che ovviamente è accaduta negli ultimi 20 anni, che ha permesso nuove applicazioni analitiche e non c’è quasi ombra di dubbio, sebbene ci siano lacune storiche incredibili riguardo al modo in cui lavoravano il ferro e soprattutto riguardo all’estrazione del ferro dai meteoriti nel 1330 a.C. quando a quanto pare, fu realizzato il sacro pugnale del faraone ragazzo.Anche se dicevano di essere figli degli antichi dei, anche se le dinastie faraoniche dicevano di essere in contatto costante con gli dei, il pugnale di Tutankhamon fu fuso da rocce meteoritiche in un periodo storico in cui la capacità degli antichi egizi di lavorare il ferro era molto scarsa.Ad Assuan c’è il più grande obelisco incompiuto d’Egitto e ci si chiede come siano riusciti a lavorare il granito, un materiale davvero duro. La Sfinge e le piramidi sono fatte di calcare molto più lavorabile mentre alcune statue e opere dell’antico Egitto sono composte dalle rocce più dure del mondo.Il taglio in sé non è poi così importante. Nella cava di granito di Assuan, un obelisco ordinato dalla regina Hatshepsut può ancora essere visto parzialmente attaccato alla roccia che, se completato, sarebbe stato il più grande mai costruito in Egitto. Fu abbandonato perché qualcosa andò storto e si crearono delle fratture nella roccia.Cava di granito di AssuanCiò che resta difficile da spiegare è lo straordinario livello di levigatura e lucidatura delle statue realizzate con pietre ancora più dure del granito come la diorite. Per lavorare il granito è possibile che abbiano utilizzato la diorite anche se ritengo che sia dura e nonostante le speculazioni non è mai stata trovata una prova certa di questa affermazione. Ma anche se si suppone che abbiano utilizzato la diorite per lavorare il granito, cosa hanno utilizzato per lavorare la diorite?Per informazione, la diorite si lavora con punte di diamante. La scala di Mohs è un criterio empirico per valutare la durezza dei materiali e la diorite è una delle più dure del pianeta.La diorite era così importante per le civiltà mesopotamiche che le campagne militari contro alcuni paesi del Golfo Persico avevano lo scopo di raccogliere anche quel materiale. Nei musei egizi di tutto il mondo sono presenti statue e manufatti in diorite. Nel corso degli anni sono state avanzate ipotesi relative a paste abrasive fatte di fango e cristalli di quarzo ma non ci sono assolutamente certezze. L’unica vera prova che abbiamo, l’unica certezza è che il rame egiziano non può scalfire il granito, figuriamoci la diorite.Esistono i diabasi, cioè rocce magmatiche con grane diverse, dolerite, diorite ecc… il diamante può lavorare la diorite ma gli egiziani di certo non lavoravano statue con punte di diamante, per quanto ne sappiamo.
Forse la dolerite sarebbe in grado di lavorare la diorite o la diorite con la diorite ma non ci sono certezze. L’unica certezza che abbiamo è che gli antichi egizi nel 3500 a.C. non solo ricavavano il ferro dai meteoriti ma mentre il resto del mondo non era nemmeno in grado di eguagliarli, disponevano di abilità e tecniche molto insolite. Resta un mistero, non tanto il taglio ma certi angoli, proporzioni e lavori di lucidatura su pietre molto dure, dal granito alla diorite.L’ipotesi più accreditata è che pietre di diorite lavorate a mano sono state trovate anche prima degli egiziani, addirittura al tempo dei Sumeri in Mesopotamia.La statua in diorite di Kefren, risalente alla quarta dinastia egizia nel 2600 a.C.I dettagli scolpiti in una roccia che oggi tendiamo a lavorare con punte di diamante sono davvero incredibili. Inoltre, il trono di Kefren dimostra che la statua è stata scolpita da un unico blocco di diorite.Come facevano gli egizi ad avere tali capacità? Una cultura davvero affascinante.Ci sono così tanti aspetti misteriosi di questa antica civiltà che nonostante siano stati ripetuti per 200 anni, non cessano mai di affascinare giovani studiosi e ricercatori in tutto il mondo.Pensate all’eredità duratura di queste straordinarie civiltà. Ogni geroglifico, ogni monumento e ogni tomba non solo ci ricordano una storia di potere e fede ma ci sfidano anche a guardare oltre il velo del tempo e a scoprire cosa significa essere umani.Gli antichi egizi ci hanno lasciato un messaggio immortale: la ricerca della conoscenza e del significato è una parte essenziale del nostro viaggio collettivo. Forse la vera grandezza del loro mistero risiede nel continuo risveglio della nostra meraviglia e curiosità.Ricordiamoci che i misteri dell’antico Egitto non sono solo una finestra sul passato ma anche un invito a continuare a cercare, scoprire e sognare. Ogni volta che avviciniamo la nostra mente a questa antica cultura del passato, ci rendiamo conto che non cessa mai di stupirci e affascinarci.Antico EgittoI misteri che circondano le sue monumentali piramidi, i suoi enigmatici geroglifici e la sua avanzata conoscenza astronomica, continuano letteralmente a sfidare la nostra comprensione. Gli allineamenti celesti delle piramidi con le stelle della cintura di Orione ci lasciano senza parole, suggerendo una profonda connessione tra cielo e Terra, tra dei e uomini.Ma c’è di più: gli antichi Egizi possedevano una sorprendente conoscenza dei movimenti delle stelle e delle stagioni, una saggezza che sembra troppo avanzata per la loro epoca; poi ci sono le storie che parlano di visitatori provenienti dalle stelle. Possiamo davvero escludere la possibilità che siano stati influenzati da civiltà extraterrestri o comunque non umane?Le raffigurazioni di esseri con caratteristiche non umane, tecnologie apparentemente senza tempo e racconti di dei che scendono dal cielo sono tutti indizi che ci portano a riflettere su una storia dell’umanità che è molto più complessa e interconnessa di quanto abbiamo mai immaginato.L’antico Egitto ci lascia più domande che risposte e forse è proprio questo il suo dono più grande: spingerci a guardare oltre i confini della nostra conoscenza, ad esplorare l’ignoto ed a cercare la verità tra le stelle.Mentre osserviamo il cielo notturno non possiamo che meravigliarci e chiederci: siamo davvero soli nell’Universo?Forse, come sembrano suggerire gli antichi egizi, le risposte sono già lì, nascoste tra le lontane costellazioni e galassie che aspettano di essere scoperte.

 

 
 
 

Risonanza Schumann Oggi

Post n°10791 pubblicato il 14 Agosto 2024 da childchild






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