Post n°11593 pubblicato il
02 Giugno 2025 da
childchild
La Tempesta È Su Di Noi – Di SiriusB
Ogni mattina, prima che il vento toccasse il crinale, il monaco si immergeva nel lago di montagna; Solo cinque minuti, in un’acqua scura come un minerale dimenticato, abbastanza fredda da strappare l’Anima dal suo guscio. Nessun pubblico, nessun applauso; solo il voto e il silenzio.
Né pubblico, né applausi
Una mattina, il lago gli restituì un’altra forma; la sua stessa forma che nuotava accanto a lui ma leggermente fuori ritmo. Una versione si impennava, l’altra vacillava. Non l’aveva sognato. L’acqua lo aveva diviso; non in simbolo ma in verità.
Dalla riva di pietra, il Maestro parlò con voce profonda come il gelo sotto la cenere. “Questo lago non attraversa solo la Terra; tu hai attraversato una linea di demarcazione. La tua devozione ha squarciato il velo. Ciò che vedi sono i tuoi Sé frammentati: uno che sorge e l’altro che si affievolisce. Devi unirli o li perderai entrambi”.
Quindi nuotò non per fuggire ma per unire. Ogni bracciata portava con sé il peso di due vite; ogni respiro forgiava la parte spezzata nel tutto. Una caduta in una riecheggiava nell’altra; un momento d’acciaio in una le rafforzava entrambe.
Ma dal profondo arrivò una terza forma: più pesante, più lenta, senza volto. Non un nemico, non un fantasma ma il peso degli anni abbandonati, delle promesse non mantenute, della versione di lui che affondava invece di nuotare. Si mosse contro lei; non con odio ma con gravità.
Il freddo lo avvolse, le membra si intorpidirono, il mondo si ridusse al dolore e all’oscurità. Eppure non si fermò. Perché fuori dal monastero, oltre le vette, il mondo non è né gentile né giusto. Non ci sono rifugi caldi; solo pietra, vento e tempesta. E chi si ferma viene reclamato.
Non era arrivato fin qui per fratturarsi. Non si sarebbe arreso. Il freddo non era mai crudeltà; il silenzio non era mai esilio. Tutto quello era stato la formazione, il lungo perfezionamento di qualcosa di più antico del corpo.
Il Maestro osservava con le vesti che sussurravano al vento e alla fine parlò, non a voce alta ma abbastanza chiaramente da attraversare la nebbia.
“Tutti questi anni sono stati il tuo allenamento. Ogni silenzio. Ogni ora nel buio. Ogni passo attraverso l’imperdonabile. Ora è il momento”.
Il monaco si voltò verso l’orizzonte. Il cielo aveva cominciato a cambiare; aveva un sapore che ricordava dai sogni.
Il Maestro sorrise, un sorriso tranquillo e consapevole. “Sei pronto; più pronto di molti altri ad affrontare ciò che verrà. Hai fatto bene”.
Il lago si calmò. Il vento si alzò.
La tempesta è su di noi.
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