Genoa ti amo!

Il Punto sul Genoa: Una sconfitta ma tante conferme


E’ iniziato contro la Juventus il primo dei test di maturità del Genoa, ed il verdetto – risultato a parte – è tutto sommato accettabile. I rossoblu sono saliti a Torino decisi a strappare un risultato utile, non ci sono riusciti anche per via della presenza tra le file bianconere di autentici fuoriclasse, che hanno sempre le capacità di mutare il corso delle partite con le loro invenzioni: il gol che ha deciso la partita, non a caso, è venuto da una splendida intuizione di Del Piero, abile a raccogliere l’ottimo cross di Nedved e a spiazzare Rubinho. Gol di tempismo e intelligenza, di “rapina”, che ha piegato un Genoa ordinato, concentrato, molto attento in fase difensiva e tutt’altro che timido nel proporre il suo gioco. Nel primo tempo le note dolenti sono venute dalla fase offensiva: Borriello si è trovato troppo spesso da solo a lottare tra Chiellini e Legrottaglie, che hanno vinto il duello fisico con l’ariete rossoblu (talvolta utilizzando metodi fin troppo gladiatori…). Di Vaio non ha collaborato granché con il compagno, un po’ meglio Sculli che però ha brillato maggiormente nella ripresa, quando ha messo in seria difficoltà un Molinaro piuttosto confuso. Discrete le prove di Leon e Papa Waigo, entrati nella ripresa, che hanno dato maggiore vivacità alla manovra, pur non riuscendo a mordere come avrebbe desiderato Gasperini.In difesa solita ottima prova di Bovo, sempre più protagonista tra le file dei grifoni. Il centrale romano ha duellato con un cliente difficile come Trezeguet, concedendogli ben poco. Pulito negli interventi e ordinato in fase di riproposizione della manovra, l’ex granata è ormai una colonna della retroguardia rossoblu. Bene anche Lucarelli, anche se ha palesato qualche eccesso di nervosismo che gli è costato pure un giallo in occasione di un poco edificante tete-a-tete con Del Piero. A centrocampo è parso in crescita Milanetto, finora oscurato dalle buone prestazioni di Paro, fuori per infortunio. Il regista genoano ha provato a porre un po’ di geometrie in fase propositiva, affiancato dal sempre vivace Juric, reggendo il confronto con i suoi dirimpettai. Non è ancora ispirato come ai tempi d’oro, ma ha dato dei riscontri importanti. Sempre in mezzo al campo spicca la prova di Marco Rossi, instancabile stantuffo tra i reparti, che ha giocato sia da terzino (specie nel primo tempo, quando il Genoa era più coperto) sia da esterno di centrocampo vero e proprio. Sulla fascia opposta, meno bene ha fatto Danilo, comunque autore di una prova sufficiente. In estrema sintesi, il Genoa esce dalla prova dell’Olimpico a testa alta, consapevole di aver disputato una gara piuttosto positiva sul profilo del gioco e dell’impegno. Adesso i liguri sono attesi da altre tre prove particolarmente impegnative, contro la lanciatissima Fiorentina di Prandelli domenica sera a Marassi, contro l’Inter nel turno successivo e poi ancora a Marassi contro l’ambizioso Palermo di Miccoli e Amauri. Altri test utili per sondare le reali potenzialità di una squadra che, in ogni caso, ha già dimostrato di possedere ottimi requisiti come compattezza, determinazione e versatilità, e che ora cerca il consolidamento in classifica ben al di fuori della zona a rischio.