Inter-Genoa è una classica del nostro calcio, un match che affonda le
proprie origini nei tempi arcaici del football, nei primi anni del
secolo scorso. Dopo una pausa troppo lunga, dovuta alle vicissitudini
capitate al glorioso Grifone, ritorna ad arricchire il panorama di una
Serie A che questa stagione può vantare parecchie sfide “storiche”.Nerazzurri
milanesi e rossoblu genovesi si sono affrontati a viso aperto in un
match vivace, giocato a buoni ritmi. I grifoni salivano a San Siro ben
decisi a fare un’ottima figura e a non snaturare le proprie
caratteristiche, e tutto sommato ci sono riusciti, nonostante il
passivo finale che forse è un po’ troppo pesante in relazione a quanto
si è visto in campo. Eccellente prova di Leon, sempre vivace ed
agguerrito, al quale era affidato il compito di ispirare la manovra
ligure con le sue giocate. L’honduregno ha impegnato severamente
Orlandoni nel primo tempo con un bel calcio di punizione, ed ha
sfiorato il gol nella ripresa quando un suo velenosissimo tiro ha
accarezzato la traversa. In mezzo, tanto movimento e tocchi illuminati
per i compagni. Non disprezzabile la prova di Borriello, che come al
solito si è battuto come un leone, pur non riuscendo a pungere. Il
centravanti prelevato dal Milan non segna da tre turni, ma sta bene sia
fisicamente che psicologicamente e la sua astinenza non preoccupa
nessuno; da rivedere contro avversari più “morbidi”. Buonissimo
spezzone di gara per Figueroa, acclamato dagli argentini dell’Inter che
sono stati suoi compagni in Nazionale, prima dello spaventoso
infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi per un anno e mezzo. L’ex
River Plate ha servito l’assist vincente a Konko ed ha avuto una
ghiotta occasione per timbrare il cartellino, trovando la pronta
risposta di Orlandoni. Segnali particolarmente incoraggianti per un
giocatore che, se sta bene, può fare la differenza. Buona prova anche
del centrocampo, che a tratti ha subito, come prevedibile, le
devastanti accelerazioni degli assi nerazzurri, ma complessivamente ha
tenuto botta. Sugli scudi in particolare Marco Rossi, autore di una
pregevole prestazione sia in fase offensiva che in fase difensiva. Per
la prima volta questa stagione, qualche pecca l’ha palesata la difesa.
In occasione del raddoppio nerazzurro, Rubinho è stato poco reattivo
sul calcio di punizione di Chivu, facendosi tradire ingenuamente dal
rimbalzo del pallone. La cosa peggiore, però, l’ha fatta De Rosa, che
col suo errore di appoggio a Rubinho ha permesso a Suazo di trovare
davanti a sé una prateria e di segnare così la rete che di fatto ha
chiuso il match, vanificando la rete di Konko, siglata una manciata di
secondi prima. Era assente Bovo, colonna della retroguardia rossoblu,
ma gli errori che hanno contribuito alla sconfitta ricordano certe
ingenuità che, a volte, venivano palesate la passata stagione. Domenica
il Genoa concluderà il suo ciclo di ferro, affrontando al Ferraris il
Palermo. I siciliani, partiti con grandi ambizioni, cercheranno di
tornare alla vittoria, che manca loro da più di un mese; sarà compito
di Gasperini e della sua banda cercare di protrarre l’astinenza dei
rosanero.