Genoa ti amo!

Konko l'antidivo che dice no alla tv e guarda i Miserabili


Genova. La televisione la guarda soltanto. L'idea di andare davanti alla telecamera proprio non gli va: Abdoulay Konko , 23 anni, il miglior esterno del campionato secondo le classifiche dei media sportivi, ha una sua teoria personale. Un po' di timidezza e un po' (forse) di scaramanzia. La palla la fa correre veloce, il cervello ancora di più. Insomma è uno di quei calciatori che non si "nasconde" se non si parla di pallone. E ama pure Victor Hugo.Konko, l'Italia del pallone è nel pallone. Cosa ne pensa?«Sono successe cose molto negative domenica scorsa, pericolose per il calcio e lo sport».Lei crede che siano "cose" legate al calcio o che c'entri anche dell'altro, come la politica -«Ci sono problemi che non sono solo del calcio, io credo che ci sia anche molta politica e che ci siano dei problemi legati alla società. I tifosi vivono nella società, nelle città e nella periferia, possono avere anche dei problemi che con il calcio non c'entrano».Il calcio e lo sport cosa possono fare per questo tipo di problemi?«Quando succedono cose come quelle di domenica, i più penalizzati siamo noi, la gente, le società del calcio. Siamo consapevoli però che con il nostro comportamento possiamo anche aiutare a non creare situazioni difficili».Poi Konko aggiunge facendo un gesto chiarificatore con la mano sopra la testa: «Sono anche cose che ci passano sopra la testa».Marsiglia e Genova, la Francia e l'Italia.«In Italia ci sono dal 2000, Genova e Marsiglia sono simili nella passione dei suoi tifosi, sono città di mare, aperte».Anche a quelli con la pelle come la sua?Sorriso. «Certo, io non ho avuto alcun problema a Genova nell'inserimento nella squadra, né nella città., tantomeno con i tifosi».L'essere un "nero" però a volte fa vivere in modo difficile. Negli stadi il razzismo, purtroppo, non è uno spettatore sconosciuto.«Sì, è vero, ma io a Genova non ho avuto problemi».Non a Genova, altrove. E' mai stato contestato, insultato in modo razzista?«Quest'anno no, non è ancora successo, negli altri anni sì, ho subito in qualche caso il razzismo come altri stranieri di colore».La sua reazione?«Non li "sento", mi passa addosso come l'acqua. Anzi, quando succedono queste cose l'effetto è quello di giocare ancora di più, di spingere e di fare meglio, magari se ci riesco anche un gol. La migliore risposta è sul campo, la gente in maggioranza non è razzista».Konko, la musica, i libri, i film...«Leggo, mi piacciono un po' tutti i genere di film e seguo molto la televisione, la fiction».C'è un programma che l'ha interessata più di altri?«Sto seguendo i Miserabili ».Secondo lei è una ricostruzione fedele, fedele al testo originale di Victor Hugo?«Sì, direi proprio di sì, è fatta bene e interessante».Avevamo promesso di parlare poco del pallone giocato. Ma lei è attualmente in testa alla classifica dei migliori esterni del campionato e nelle considerazioni dei commentatori.«Me lo hanno detto...».Allora non legge i giornali sportivi?«No, li leggo, ma non me ne ero accorto».Secondo le immagini tv, a Reggio su di lei c'era un rigore. Forse è caduto "poco" per convincere l'arbitro.«Come si deve cadere? Sono caduto perché spinto. Ho detto all'arbitro "ma non è rigore questo?"».E l'arbitro?Risata: «Mi ha detto che sono caduto come una foglia morta. Ma poi in campo è meglio parlare poco».A differenza di chi darebbe una quota dell'ingaggio per una comparsata televisiva, Konko dice no anche a una intervista. Anche durante il ritiro "sfuggì" con un paio di dribbling alle telecamere. Ma perchè non ama farsi intervistare dai colleghi delle tv?«No, con i giornalisti delle televisioni non ho nulla, nulla. Ma è una cosa mia, personale».Timido lei?Sorriso.«Forse un po'».A vederla sul campo non si direbbe. Potrebbe essere un po' di scaramanzia, di superstizione?Altro sorriso: «Diciamo così». Il piccolo segreto di Konko, nella società dove molti amano più l'apparire dell'essere, continua.