Genoa ti amo!

Qualcuno è genoano perché è nato vicino al mare. Qualcuno è genoano perché il bisnonno, il nonno, lo zio, il padre e la madre erano genoani, il cugino no! Qualcuno è genoano perché ha visto perdere quasi tutte le partite fondamentali. Qualcuno è genoano perché quelle poche che ha visto vincere le ha cantate in gola fino alla fine di quella notte ed ancora al ricordo si scopre le lacrime agli occhi. Qualcuno è genoano perché ha solo visto vendere giocatori. Qualcuno è genoano perché la maglia rossoblu è bellissima sullo sfondo di un prato verde. Qualcuno è genoano perché quando da bambino diceva di tenere Genoa, negli occhi degli adulti vedeva quella malinconia e quell'orgoglio che non avrebbe più ritrovato se non nei suoi occhi di adulto. Qualcuno è genoano perché a Natale gli avevano regalato il disco dell'inno. Qualcuno è genoano perché non vede l'ora che entrino le squadre per cantare l'inno. Qualcuno è genoano perché si va in serie C con una festa allo stadio in diecimila. Qualcuno è genoano perché c'è la gradinata nord. Qualcuno è genoano perché quando in gradinata si tendono le braccia all'urlo Genoa sembra di essere su di una locomotiva che trancia i binari. Qualcuno è genoano perché il mare di Nervi è blu e le creuze di Carignano sono rosse. Qualcuno è genoano perché da bambino credeva che al mondo esistessero solo due colori. Qualcuno è genoano perché si va a Modena a salvarsi dalla C in 8.000. Qualcuno è genoano perché si va a Ravenna a perdere la serie A in 12.000. Qualcuno è genoano perché si va ad Amsterdam in 6.000 sapendo di non potercela fare. Qualcuno è genoano perché Iorio l'ha buttata dentro e vuoi vedere che. Qualcuno è genoano perché Genova si colora di rossoblu quando altri vincono lo scudetto.

Creato da pulvaz il 29/07/2006

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Per ogni ragazzo..

Post n°529 pubblicato il 13 Novembre 2007 da pulvaz
 

Per ogni ragazzo che ha detto “il sesso PUÓ aspettare”

Per ogni ragazzo che ha detto “sei bella”

Per ogni ragazzo che non era mai troppo impegnato per guidare dall’altra parte della città (o dello stato) per vederla

Per ogni ragazzo che le regala fiori e un biglietto quando è malata

Per ogni ragazzo che le regala fiori solo perché

Per ogni ragazzo che ha detto che sarebbe morto per lei

Per ogni ragazzo che lo avrebbe fatto veramente

Per ogni ragazzo che ha fatto quello che voleva lei

Per ogni ragazzo che ha pianto di fronte a lei

Per ogni ragazzo di fronte a cui lei ha pianto

Per ogni ragazzo che le ha tenuto la mano

Per ogni ragazzo che la bacia con un motivo

Per ogni ragazzo che la abbraccia perché è triste

Per ogni ragazzo che la abbraccia senza alcun motivo

Per ogni ragazzo che le darebbe la giacca

Per ogni ragazzo che chiama per sapere se è tornata a casa sana e salva

Per ogni ragazzo che starebbe seduto ad aspettare per ore solo per vederla dieci minuti

Per ogni ragazzo che le cederebbe il posto

Per ogni ragazzo che vuole solo coccolarla

Per ogni ragazzo che la rassicura che è bella non importa cosa faccia

Per ogni ragazzo le ha confidato i suoi segreti

Per ogni ragazzo che ha provato a dimostrarle quanto le volesse bene attraverso ogni parola e respiro

Per ogni ragazzo che ha pensato “questa potrebbe essere quella giusta”

Per ogni ragazzo che ha creduto nei suoi sogni

Per ogni ragazzo che avrebbe fatto qualunque cosa perché lei li potesse realizzare

Per ogni ragazzo che non le ha riso in faccia quando lei gli ha raccontato i suoi sogni

Per ogni ragazzo che l’ha accompagnata alla macchina

Per ogni ragazzo che ci mette il cuore

Per ogni ragazzo che prega perché lei sia felice anche se non è con lei



…questo è per te…



Non molte ragazze apprezzano i bravi ragazzi, ormai…

Perciò, non ce ne sono più molti là fuori…



Garantisco che il 90% dei ragazzi non ricopieranno queste righe, perché
sono troppo preoccupati della loro immagine di ragazzi forti...



Se sei un bravo ragazzo copialo sul tuo blog col titolo “siamo una razza in estinzione…”



Se sei una ragazza che crede che ogni ragazzo dovrebbe trattare così una ragazza copialo col titolo “Per ogni ragazzo…”

 
 
 

Post N° 528

Post n°528 pubblicato il 12 Novembre 2007 da pulvaz


 
 
 

Sconfitte..a volte fanno più male..

Post n°527 pubblicato il 12 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

Ieri il Genoa ha perso.. ma non ha perso solo il Genoa..ieri ha perso il calcio.. ieri un tifoso della Lazio è morto mentre andava a vedere la sua squadra del cuore..ieri un tifoso della Lazio doveva vivere..doveva esultare per un gol..doveva versare qualche lacrima per una sconfitta..doveva abbracciare l'amico per una rimonta..doveva..doveva..doveva..e invece è morto.. ancora non si capisce bene come sia successo..
Nessuno si è fermato!! Dieci minuti per una morte cosa sono??..é morto un innocente..non era solo un tifoso..era un uomo..un ragazzo..una persona..con dei sentimenti..poteva esserci chiunque al posto suo..potevo esserci anch'io..
Mi sento legata a questo tifoso senza conoscerlo..mi sento legata a lui dall'amore per una squadra..un amore per una squadra diversa ma pur sempre amore..
Nessuno si è fermato!! Il calcio è continuato, tutti hanno dato dei calci al pallone, hanno spinto la palla in porta, hanno segnato, hanno esultato!!
I tifosi volevano fermarsi!!Nessuno si è fermato!!
E così altri casini..A Bergamo i tifosi di MIlan e Atalanta si sono coalizzati contro le forze dell'ordine..La questione era di principio..per un poliziotto tutti si erano fermati per un tifoso NESSUNO SI E' FERMATO!!
E così si è peggiorata la situazione..a Roma scontri con la Polizia, un autobus bruciato..vetri spaccati..motorini ribaltati..solamente perchè NESSUNO SI E' FERMATO!!
Potevano fermarsi, forse non sarebbe successo niente. Il dolore di una famiglia non si cancella.. Non si può pensare al calcio mentre un giovane innocente perde la vita. Ho pensato tanto a questo giovane ragazzo. Il genoa ha perso ma non ci ho pensato più di tanto, non potevo, è morto un giovane ragazzo e NESSUNO SI E' FERMATO!!

 
 
 

Le ultime prima di Reggina-Genoa

Post n°526 pubblicato il 10 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..


GENOVA. Arriva all’allenamento su un’inusuale Bmw 320 td, ma è al suo
ingresso nella sala stampa di Villa Rostan che ritrovi un Gasperini ad
immagine e somiglianza di Claudio Baglioni: «E tu...» accenna il
passaggio di uno dei brani più popolari dell’artista romano. In
calzoni, maglione e camicia scuri, con tanto di giacca di pelle nera,
il tecnico torinese si mostra in giornata particolarmente serena e come
ha scritto Baglioni è bello «accoccolati ad ascoltare il mare, quanto
tempo siamo stati senza fiatare...». Anche perché il tecnico rossoblù
regala pillole di notizie in vista della trasferta di domani a Reggio
Calabria. Dall’onda di parole del “grande vecchio” genoano, il Grifone
scopre di avvicinarsi allo Stretto senza nessuna previsione di
staffetta offensiva, ma con la possibilità di vedere Figueroa in campo:
«Se sta bene ho intenzione di farlo giocare, anche perché non siamo
tantissimi in attacco e poi lo considero un giocatore recuperato». E’
sincero Gasperini nel manifestare le sue intenzioni, anche se sul tema
l’impressione è che l’allenatore di Grugliasco possa preferirgli
Giuseppe Sculli al centro dell’attacco con Leon sulla destra: «Vedremo
questi due giorni come sta Figueroa». Ecco servita quindi la prima
incognita settimanale. La chioma grigia spicca come una pennellata di
neve su quel fisico a tinte scure e l’esperienza gli fa sottolineare
«come non devono tremare le gambe a guardare l’esito della partita. La
Reggina ne arriva da un buon pareggio a Napoli, ma andiamo in Calabria
senza timori». Parole che lasciano trasparire l’intenzione del Grifone
di andare a fare la partita al Granillo. Tema attorno al quale potrebbe
ruotare anche il resto dello schieramento genoano, più propenso a far
male piuttosto che a coprirsi. «Mancheranno Borriello, Papa Waigo e
Santos» sono le uniche certezze regalate dal manager rossoblù in una
vigilia lunga nel silenzio del centro sportivo Gianluca Signorini. Sarà
in campo, al centro della difesa, invece, Cesare Bovo. Chissà poi se
Renzaccio Ulivieri hamandato qualche spia a piazzarsi sul viadotto
autostradale come aveva fatto l’anno scorso quando era a Bologna per
scoprire i segreti delGrifo? Non c’è stato bisogno di occhi indiscreti
per capire che Manuel Coppola è vicinissimo al forfait(se non scontato)
per i postumi di una botta al ginocchio destro rimediata
nell’amichevole con l’Andora. Il Piranha ha provato a correre, ma ha
dovuto ben presto alzare bandiera bianca e, anche se gli accertamenti
diagnostici dovessero dare esito negativo, è improbabile che il romano
faccia parte della comitiva in partenza per Reggio Calabria. «E tu»,
canta Gasperini. Il tecnico guarda la sua creatura «sfiorando il
profilo» del Grifo e lo ritrova solido «con il conforto di una
prestazione importante con il Palermo. Il rendimento in quella partita
non è stato casuale e l’unico rammarico è maturato per il pari al
novantesimo. Altrimenti sarebbe stata una settimana esaltante». Il
tecnico rossoblù non si sbilancia sui temi caldi della sua squadra e,
pur senza dare altre indicazioni, rimarca «l’assenza di Borriello ci fa
perdere qualcosa in altezza.Dovremo trovare alternative». Di altro
impossibile chiedere. Al Fantacalcio di Gaetano De Rosa in versione
centravanti non rischia di cadere in mare con i vestiti bagnati come il
protagonista del brano del cantante romano ma si limita a sottolineare
che «De Rosa continuerà a giocare nel ruolo occupato nella sua lunga
carriera. Anche l’anno passato ha fatto tanti gol nonostante giocasse
centrale difensivo». Rispetto a domenica sarà almeno in panchina. La
squadra partirà oggi dopo l’allenamento per ritrovarsi poi al Pio XII
mercoledì mattina (doppio allenamento) per la ripresa dei lavori,
nonostante la sosta per la Nazionale. Non si giocherà invece a Genova
l’amichevole con il Monaco prevista in un primo momento per sabato 17
novembre. «E’ saltata» ammette Gasperini, ma potrebbe essere giocata
altrove.

 
 
 

Il Capitano:Gianluca Signorini

Post n°524 pubblicato il 06 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..



Cinque anni fa è morta una persona. Cinque anni fa è morto un giocatore, un capitano.. che prima di tutto era un uomo! Un uomo che ha combattutto, un uomo che ha vinto molte partite nella sua vita, ha vinto molte battaglie, ha lottato stringendo i denti, non ha mai smesso sperare, di lottare ma purtroppo non ce l'ha fatta. Purtroppo si è arreso alla malattia, a quella malattia che piano piano l'ha divorato. Non amo ricordarlo su quella sedia a rotelle, privo di quella vitalità, di quella grinta che l'avevano reso quello che era, amo ricordarlo sul campo da calcio, amo ricordarlo con la fascia da capitano al braccio, a testa alta, a correre e lottare su ogni pallone, amo ricordarlo ad Anfield vittorioso, amo ricordarlo in quella corsa sotto la Nord dopo la fine della partita, quando tornò fuori dagli spogliatoi gridando per il pareggio dell'Inter contro il Padova che ci impediva di non retrocedere direttamente, amo ricordare quelle lacrime di gioia in quel giorno. Chi avrebbe mai detto che sarebbe tornato sotto quella gradinata in sedia a rotelle, malato, non per questo vinto e abbandonato al dolore, chi avrebbe detto che sotto quella gradinata un giorno avrebbe versato lacrime di dolore. Il capitano ci guarda da lassù, a cinque anni dalla sua scomparsa il genoa è tornato in Serie A, chissà quanto a gioito Gianluca. Avrà gioito per la squadra del suo cuore, per suo figlio Andrea in ritiro con la prima squadra, sarà un orgoglio per lui. Non amo dire che Gianluca è morto, perchè Gianluca ogi giorno vive nei cuori di ognuno di noi.. Gianluca vive nel Genoa.. vive nei nostri cuori, nelle nostre menti.

CIAO CAPITANO!! PER SEMPRE CON NOI!!!


 
 
 

AUGURI DANILO!!!!

Post n°523 pubblicato il 03 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..



AUGURI A UNA PERSONA SPECIALE!! Oltre che essere un giocatore del genoa è anche un'ottima persona, disponibile, gentile, sempre sorridente. gli auguro un ottima giornata, insieme a sua moglie, all'allenamento, gli auguro tanta felicità!!
spero che domani si regali un gol, magari il gol della vittoria. Dai Dani sei un mito!!!!

 
 
 

Il Punto sul Genoa: Quattro gol ed un sorriso

Post n°522 pubblicato il 01 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..


Inter-Genoa è una classica del nostro calcio, un match che affonda le
proprie origini nei tempi arcaici del football, nei primi anni del
secolo scorso. Dopo una pausa troppo lunga, dovuta alle vicissitudini
capitate al glorioso Grifone, ritorna ad arricchire il panorama di una
Serie A che questa stagione può vantare parecchie sfide “storiche”.

Nerazzurri
milanesi e rossoblu genovesi si sono affrontati a viso aperto in un
match vivace, giocato a buoni ritmi. I grifoni salivano a San Siro ben
decisi a fare un’ottima figura e a non snaturare le proprie
caratteristiche, e tutto sommato ci sono riusciti, nonostante il
passivo finale che forse è un po’ troppo pesante in relazione a quanto
si è visto in campo. Eccellente prova di Leon, sempre vivace ed
agguerrito, al quale era affidato il compito di ispirare la manovra
ligure con le sue giocate. L’honduregno ha impegnato severamente
Orlandoni nel primo tempo con un bel calcio di punizione, ed ha
sfiorato il gol nella ripresa quando un suo velenosissimo tiro ha
accarezzato la traversa. In mezzo, tanto movimento e tocchi illuminati
per i compagni. Non disprezzabile la prova di Borriello, che come al
solito si è battuto come un leone, pur non riuscendo a pungere. Il
centravanti prelevato dal Milan non segna da tre turni, ma sta bene sia
fisicamente che psicologicamente e la sua astinenza non preoccupa
nessuno; da rivedere contro avversari più “morbidi”.

Buonissimo
spezzone di gara per Figueroa, acclamato dagli argentini dell’Inter che
sono stati suoi compagni in Nazionale, prima dello spaventoso
infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi per un anno e mezzo. L’ex
River Plate ha servito l’assist vincente a Konko ed ha avuto una
ghiotta occasione per timbrare il cartellino, trovando la pronta
risposta di Orlandoni. Segnali particolarmente incoraggianti per un
giocatore che, se sta bene, può fare la differenza. Buona prova anche
del centrocampo, che a tratti ha subito, come prevedibile, le
devastanti accelerazioni degli assi nerazzurri, ma complessivamente ha
tenuto botta. Sugli scudi in particolare Marco Rossi, autore di una
pregevole prestazione sia in fase offensiva che in fase difensiva.

Per
la prima volta questa stagione, qualche pecca l’ha palesata la difesa.
In occasione del raddoppio nerazzurro, Rubinho è stato poco reattivo
sul calcio di punizione di Chivu, facendosi tradire ingenuamente dal
rimbalzo del pallone. La cosa peggiore, però, l’ha fatta De Rosa, che
col suo errore di appoggio a Rubinho ha permesso a Suazo di trovare
davanti a sé una prateria e di segnare così la rete che di fatto ha
chiuso il match, vanificando la rete di Konko, siglata una manciata di
secondi prima. Era assente Bovo, colonna della retroguardia rossoblu,
ma gli errori che hanno contribuito alla sconfitta ricordano certe
ingenuità che, a volte, venivano palesate la passata stagione.

Domenica
il Genoa concluderà il suo ciclo di ferro, affrontando al Ferraris il
Palermo. I siciliani, partiti con grandi ambizioni, cercheranno di
tornare alla vittoria, che manca loro da più di un mese; sarà compito
di Gasperini e della sua banda cercare di protrarre l’astinenza dei
rosanero.


 
 
 

IL GENOA E DE ROSA

Post n°521 pubblicato il 01 Novembre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..


Tutti si ricordano di te quando sbagli..si mettono alle spalle le cose che belle che hai fatto e ti criticano e condannano per un errore.. un giorno sei fortissimo il giorno dopo sei zero, per un dannato, minimo sbaglio. è vero uno sbaglio che compromette la partita, ma cosa vuoi fare contro i campioni d'italia??? alzi la mano chi credeva di vincere!! il risultato è bugiardo, lo diranno anche gli interisti mi auguro. Per il nome sta scritto che il Genoa è il Genoa e deve fare bella figura, ma sulla carta non ci sono paragoni. Mi è dispiaciuto molto per la sconfitta ma non mi sono disperata, me l'aspettavo, certo meno pesante, anche perchè non abbiamo demeritato, non abbiamo avuto molta fortuna. Il genoa è una buona squadra, neopromosso, l'Inter è formata da marziana, è squadra e individualità, ognuno di loro con un guizzo può risolvere la partita. non dipsero per questa sconfitta, ma mi dispiace troppo per de rosa, vorrei dirglielo, immagino che in questo momento non stia attraversando uno dei suoi momenti migliori, ci sarà rimasto male per il gol del 3 a 1. si sentirà responsabile di ciò!! gli vorrei dire che non è importante, avremmo perso comunque, "verranno tempi migliori, il tempo è una ruota che gira!!"... dai GAETANO NON MOLLARE!!! Voglio conoscerti ma ormai non ci spero più.......


 
 
 

Bega, ultrà contro «Da ragazzo scavalcavo per la mia Inter»

Post n°520 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..




Una volta lo beccarono pure: «Io,
Michele e Cristian, gli amici di sempre, a San Siro spesso
scavalcavamo. Un giorno ci nascondemmo nel terzo anello, che ancora non
era agibile, ci portarono nella camionetta della polizia. Finì con una
ramanzina
». Francesco Bega aveva 17 anni e solo l'Inter in
testa. Ci era andato vicino ai nerazzurri, ma il calcio è strano e la
sua fortuna cominciò con la gavetta, a Monza. Oggi Ciccio Bega ritorna
nello stadio dei sogni da vicecapitano del Genoa.

Con Gasperini come va?
«E'
un tecnico preparatissimo. Ha un pregio: in allenamento ci fa
divertire, usiamo molto la palla, creiamo situazioni di gioco. E' un
offensivista e coinvolge anche noi difensori».

L'Inter... «L'Inter
era la passione, impazzivo per Berti e i tedeschi. Ho vissuto lo
scudetto di Trapattoni. Ma ho sempre tenuto un posticino per il Genoa.
Andai con un amico a vedere Genoa-Liverpool di Coppa Uefa
».

Cosa significa stare al Genoa? «E'
davvero come mi dicevano: è qualcosa di incredibile e giocarci è una
fortuna. Un pubblico unico. Il gruppo è buono, lo scorso anno siamo
stati benissimo e ora ce la caviamo
».

Fonte: Gazzetta dello Sport


 
 
 

Uno stadio per Figueroa

Post n°519 pubblicato il 30 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..


E’ una bella atmosfera quella che fa da contorno a un
Genoa-Fiorentina finalmente da serie A. E le strade che conducono al
Ferraris si riempiono di tifosi con abbondante anticipo.


Il rossoblu è certamente il colore dominante ma neppure il vivace
gruppo di tifosi viola, arrivati a Genova a bordo di una decina di
pullman, non passano inosservati. Soprattutto a causa di antiche
rivalità anni Ottanta quando molto forti erano i gemellaggi tra genoani
e pisani e tra fiorentini e doriani. All’epoca, ad aumentare la
ruggine, contribuì anche il grave infortunio che, il 22 novembre 1981,
causò a Giancarlo Antognoni la frattura delle ossa craniche dopo uno
scontro di gioco con il portiere Silvano Martina. Ma questa è pura
storia ultrà. Negli anni più recenti, per motivi diversi, le due
tifoserie hanno attraversato l’inferno come novelli Dante per poi
uscirne addirittura rafforzate. Alla faccia dei maligni e grazie al
potere della fede calcistica. Più attriti, a voler proprio essere
pignoli, oggi sembrano esserci fra i due presidenti: Preziosi e Della
Valle non si sono mai amati e, da uomini di carattere, non hanno mai
fatto nella per nasconderlo. Così come Pantaleo Corvino, diesse
gigliato, non ha mai celato il suo essere tifoso genoano.

Se il
pre-partita è all’insegna dei più tipici battibecchi e cori tutt’altro
che amichevoli, dal fischio d’inizio in poi - soprattutto da parte
genoana - il fiato viene usato esclusivamente per sostenere la propria
squadra. La conferma più piacevole è notare quanto, dalla Gradinata
Nord, il tifo si espanda a macchia d’olio in tutto lo stadio. Al punto
che anche una Sud stracolma fa la sua bella figura; non solo nei
controcanto ad alcuni dei più suggestivi cori del panorama delle
tifoserie europee, ma con un contributo pressoché costante.


La partita è tesa e vibrante. Assolutamente mai noiosa. E, quando
potrebbero esserci dei cali di ritmo, ci pensa l’arbitro Morganti a
tener vivi gli animi con decisioni alquanto discutibili. Un po’ per
colpa sua, un po’ per il balbettante supporto dei suoi assistenti di
linea. Chi dopo mezz’ora ne fa le spese in prima persona è Fabrizio
Preziosi. Proprio lui che rappresenta l’anima più pacata e riflessiva
della famiglia del re dei giocattoli. La sua passerella sotto l’altare
del tifo rossoblu per raggiungere l’ingresso degli spogliatoi è una
standing ovation. Con il trascorrere dei minuti gli sbuffi e la rabbia
del Ferraris montano in un crescendo i cui effetti sono utili soltanto
a rendere ancora più confusa la direzione di gara. Persino dalla gabbia
(così viene chiamato il settore ospiti) viola si alzano improperi nei
confronti dell’arbitro.


Il Genoa, costretto dalla scelta del capitano ospite Ujfalusi a
giocare il secondo tempo attaccando verso la Sud, non alza mai il piede
dall’acceleratore. Leon, mai domo e talvolta ingordo, è la scintilla
positiva della sfida. Ma la Fiorentina non sta a guardare, ribatte con
ripartenze che seminano preoccupazioni tra i sostenitori avversari e
testano la solidità della difesa genoana. Il 32’ della ripresa
rappresenta un momento storico per la gestione-Preziosi. La lavagnetta
luminosa del quarto uomo indica l’ingresso in campo di Figueroa. Il
26enne argentino, arrivato sotto la Lanterna, dopo le ottime
impressioni offerte in nazionale ma con il ginocchio sinistro
malconcio. Dopo aver subito due delicatissimi interventi chirurgici ora
sembra essere uscito dal tunnel. La gente rossoblu, ormai quasi
rassegnata a privarsene per sempre, lo accoglie come un eroe. Morganti,
invece, dopo quattro-secondi-quattro lo fa fischiandogli,
ingiustamente, un fallo contro. Il sipario cala su un’occasionissima
che Di Vaio calcia a fil di palo. Alla fine il punto che va ad
aggiungersi in classifica è di quelli pesanti. Il popolo del Grifone lo
sa e torna a casa ancora una volta soddisfatto.


 

 
 
 

Figueroa: «Mi è venuta la pelle di pollo»

Post n°518 pubblicato il 29 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

Genova. L'amarognolo per quei tre punti meritati che sono invece
rimasti nelle speranze lo senti e non ti lascia certo soddisfatto, ma
nel gruppone rossoblu c'è la convinzione anche di aver ottenuto un
punto importante per la classifica e il morale «contro una formazione
di tutto rispetto».
È la sensazione che si ricava nel dopo partita
dalla sfilata di personaggi genoani:nessuno in cerca di autore. Bega,
Danilo, Figueroa e Leon non hanno dubbi sul concetto diffuso «perché
abbiamo disputato una bella partita e pur senza gol le due squadre
l'hanno interpretata al meglio». Ciccio Bega non ha dubbi e soprattutto
si coccola una prestazione personale e collettiva «di grande spessore.
Difficile tenere novanta minuti a questa intensità, ma il Genoa deve
andare avanti così. In effetti negli spogliatoi abbiamo pensato al
rammarico per la vittoria mancata, però abbiamo la consapevolezza di
aver dato tutto».
Concetti ribaditi dallo stesso Danilo, il
brasiliano arrivato in punta di piedi, ma trasformatosi a suon di
prestazioni in una colonna portante di questa squadra: «Gasperini è
stato fondamentale per la mia crescita e sono soddisfatto perché mi ha
dato l'occasione di giocare. Con la Fiorentina meritavamo di vincere,
ma adesso dimentichiamoci in fretta di questa gara perché mercoledì c'è
l'Inter».
Tra i rossoblù ce n'è uno in particolare, però, che
faticherà a dimenticare la notte di Marassi. «Mi è venuta la pelle di
pollo a sentire il boato della gente quando sono entrato», è la
particolare dedica di Lucho Figueroa tornato in campo a distanza di due
anni dal derby di Baires in cui si ruppe il legamento del ginocchio
sinistro. «Sono felice di essere tornato in campo. So che mi mancano il
ritmo e i cambi di velocità, ma solo giocando li riesco a ritrovare.
Piano piano, a quindici minuti alla volta, spero di tornare quello di
prima». Sorride, non fa niente per nascondere la sua gioia e
sicuramente pensa a papà Jorge che è in Argentina e che in questi anni
gli è stato molto vicino.
«Il boato al momento di entrare in campo
resterà indelebile nella mia mente» aggiunge il bomber che «sogna il
primo gol nel Genoa» e che se avesse messo dentro l cross di Di Vaio
nei minuti finale sarebbe «andato a casa».
Se Figueroa ride di
gusto, Leon sorride e pensa «a quella partitina di mercoledì» che
metterà il Genoa di fronte alla capolista. «Nessun timore e personalità
giusta», è la ricetta dell'honduregno che puntualizza come «avremo
potuto vincere» e questo aspetto lo rende insoddisfatto «perché in casa
bisogna sempre lottare per i tre punti». Il pari è giusto «vedendolo da
fuori, mentre dal campo l'opinione cambia un pochino», ma Leon non
attribuisce particolari colpe all'arbitro Morganti.
Sulla tanto
contestata trattenuta di Kronldrup nella ripresa,il centroamericano
sottolinea come «non so se me la sarei sentita di fischiarlo. Certi
falli forse poteva fischiarli, ma va bene così. Anche gli arbitri sono
esseri umani e possono sbagliare. Noi abbiamo il dovere di non
ingannarli».
Scontato il riferimento a Bergonzi: «Fossi stato al
posto dei napoletani avrei consegnato il pallone nelle mani del
portiere. Se vogliamo un calcio pulito dobbiamo essere i primi noi a
dare l'esempio. Anche perché in questo modo non ti rendi conto che puoi
rovinare la carriera di un arbitro?».
E per questa volta, dopo aver ammesso di «fare concorrenza a Juric nel rincorrere gli avversari», si fa serio.


 
 
 

Super Borriello per affondare la Fiorentina

Post n°517 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

Cinque gol in sei partite disputate, cinque reti gonfiate nelle tre
passerelle al Ferraris fanno di Marco Borriello il tiranno di Marassi,
l’imperatore indiscusso del prato verde genovese. Ne sanno qualcosa le
difese di Livorno, Udinese e Cagliari che si sono trovate a combattere
contro uno scatenato attaccante che nella propria tana sembra trovare
risorse insperate. Segna a raffica, Borriello, ma soprattutto di fronte
al pubblico amico mette in mostra il campionario caratteriale e morale
che tanto piace al popolo rossoblù. Domani sera sarà ancora lui a
comandare le operazioni al centro dell’attacco genoano, nonostante
qualcuno ieri abbiamesso in giro la voce di un suo forfait per
infortunio. I centralini della società sono stati presi di mira da
tifosi terrorizzati dall’idea di dover rinunciare al granatiere
offensivo che, in questomomento, sembra in grado di trasformare ogni
pallone in un baule d’oro. «Deve continuare a crescere e migliorare »
tira il freno il tecnico Gasperini. L’uomo del miracolo genoano deve
lavorare a tenere bassi i toni e pensare «ad integrarsi al massimo con
i compagni e loro devono capire che è un giocatore importante. Ci sono
ancora margini di amalgama». Borriello contro tutti, ma non solo. Ci
sono Sculli,DiVaio e Leon a creare ansie. C’è soprattutto un attacco
contro una difesa che in trasferta ha subito una sola rete e vanta una
solidità importante. Il tema c’è, quindi.Comunque. Marco Borriello
preferisce non parlare alla vigilia della partita. Probabilmente
comincia presto per lui il lavoro di ricerca della concentrazione
ideale, ma il momento è di quelli importanti e deve scoccare l’ora che
anche gli avversari debbano cominciare a preoccuparsi del Grifone.
Borriello tiene la bocca chiusa in questi frangenti, ma non si commette
reato ad immaginare la sua voglia di continuare a gioire sotto la Nord
per una prodezza. Senza avere nulla di personale con la Viola, il
bomber napoletano sarebbe disponibile a pagare una pizza per un gol
decisivo. E chissà che nel chiuso e nel silenzio del pancione di villa
Rostan il patto sia stato sottoscritto. La benedizione arriverebbe poi
dalla fidanzata Belen e dal fratello Piergiorgio che saranno in tribuna
come sempre. Non ci sono solo Mutu, Montolivo, Semioli e Liverani,
quindi, sul piedistallo delle stelle. E non tocca esclusivamente a
Gasperini occuparsi di fermare le bocche da fuoco fiorentine. In maglia
a quarti c’è un tal Borriello, ma non solo lui. Super Marco è comunque
l’uomo del momento, l’attaccante che dalla polvere delle panchine
milaniste è arrivato alle stelle genoane. Cinque gol in sei presenze
sono un bigliettino da visita importante,ma anche a Torino, pur non
segnando, ha fatto la guerra con Chiellini e Le grottaglie. E proprio
la grinta è una caratteristica importante del suo gioco. Sinistro e
colpo di testa ne fanno un attaccante potente e imprevedibile, ma anche
una calamita da botte. Nella centrifuga avversaria, Borriello si trova
bene e domani la rete fiorentina pare essere a maglie fitte con
Ujfalusi e Gamberini prevedibilmente ad agire dalle parti del
partenopeo. Marco ne prende e ne dà e,in questo frangente, il bilancio
sembra essere in parità anche se una delle capacità dell’attaccante
genoano è di riuscire a limitare gli interventi avversari. L’importanza
della posta in palio ha comunque solleticato anche i tifosi che hanno
acquistato quasi 2 mila tagliandi. E la prevendita continuerà anche
oggi al Genoa Store di Piccapietra (9-13 e 15-19) e presso le
ricevitorie autorizzate della Lottomatica. Domani le biglietterie dello
stadio resteranno chiuse.




 
 
 

Il Punto sul Genoa: Una sconfitta ma tante conferme

Post n°516 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

E’ iniziato contro la Juventus il primo dei test di maturità del Genoa,
ed il verdetto – risultato a parte – è tutto sommato accettabile. I
rossoblu sono saliti a Torino decisi a strappare un risultato utile,
non ci sono riusciti anche per via della presenza tra le file
bianconere di autentici fuoriclasse, che hanno sempre le capacità di
mutare il corso delle partite con le loro invenzioni: il gol che ha
deciso la partita, non a caso, è venuto da una splendida intuizione di
Del Piero, abile a raccogliere l’ottimo cross di Nedved e a spiazzare
Rubinho. Gol di tempismo e intelligenza, di “rapina”, che ha piegato un
Genoa ordinato, concentrato, molto attento in fase difensiva e
tutt’altro che timido nel proporre il suo gioco.

Nel
primo tempo le note dolenti sono venute dalla fase offensiva: Borriello
si è trovato troppo spesso da solo a lottare tra Chiellini e
Legrottaglie, che hanno vinto il duello fisico con l’ariete rossoblu
(talvolta utilizzando metodi fin troppo gladiatori…). Di Vaio non ha
collaborato granché con il compagno, un po’ meglio Sculli che però ha
brillato maggiormente nella ripresa, quando ha messo in seria
difficoltà un Molinaro piuttosto confuso. Discrete le prove di Leon e
Papa Waigo, entrati nella ripresa, che hanno dato maggiore vivacità
alla manovra, pur non riuscendo a mordere come avrebbe desiderato
Gasperini.

In difesa solita ottima prova di Bovo, sempre più
protagonista tra le file dei grifoni. Il centrale romano ha duellato
con un cliente difficile come Trezeguet, concedendogli ben poco. Pulito
negli interventi e ordinato in fase di riproposizione della manovra,
l’ex granata è ormai una colonna della retroguardia rossoblu. Bene
anche Lucarelli, anche se ha palesato qualche eccesso di nervosismo che
gli è costato pure un giallo in occasione di un poco edificante
tete-a-tete con Del Piero.

A centrocampo è parso in crescita
Milanetto, finora oscurato dalle buone prestazioni di Paro, fuori per
infortunio. Il regista genoano ha provato a porre un po’ di geometrie
in fase propositiva, affiancato dal sempre vivace Juric, reggendo il
confronto con i suoi dirimpettai. Non è ancora ispirato come ai tempi
d’oro, ma ha dato dei riscontri importanti. Sempre in mezzo al campo
spicca la prova di Marco Rossi, instancabile stantuffo tra i reparti,
che ha giocato sia da terzino (specie nel primo tempo, quando il Genoa
era più coperto) sia da esterno di centrocampo vero e proprio. Sulla
fascia opposta, meno bene ha fatto Danilo, comunque autore di una prova
sufficiente.

In estrema sintesi, il Genoa esce dalla prova
dell’Olimpico a testa alta, consapevole di aver disputato una gara
piuttosto positiva sul profilo del gioco e dell’impegno. Adesso i
liguri sono attesi da altre tre prove particolarmente impegnative,
contro la lanciatissima Fiorentina di Prandelli domenica sera a
Marassi, contro l’Inter nel turno successivo e poi ancora a Marassi
contro l’ambizioso Palermo di Miccoli e Amauri. Altri test utili per
sondare le reali potenzialità di una squadra che, in ogni caso, ha già
dimostrato di possedere ottimi requisiti come compattezza,
determinazione e versatilità, e che ora cerca il consolidamento in
classifica ben al di fuori della zona a rischio.


 
 
 

Il nuovo Borriello sulla strada della Juve

Post n°515 pubblicato il 21 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

È un altro Borriello, quello che ha fatto volare il Genoa al quinto
posto. Più maturo, più serio, più consapevole dei propri mezzi. Più
Borriello. Cinque gol nelle prime sette partite di campionato, una
tripletta all’Udinese, un capolavoro contro il Cagliari, una rete
pesantissima al Livorno, il tocco decisivo nella vittoria di Napoli...
E oggi a Torino contro la Juve, un gol alla Signora è sempre da mettere
in cornice.
È un altro Borriello, che ha più titoli sui giornali
sportivi che su quelli di gossip. Che, continuano, certo. E sfiderei
chiunque a pensare il contrario, considerando che ha una fidanzata come
la modella argentina Belen Rodriguez, bellissima, sensualissima e
simpaticissima, capace di distrarre dal gioco gli spettatori delle
partite. I tifosi rossoblù le hanno dedicato uno striscione geniale:
«Belin, Belen!». E, anche per i non genovesi, anche per i non addetti
alla filosofia del «belin», dice già tutto. Ed è più di una splendida
presenza da attrice non protagonista della carriera di Marco, perché
Belen è stata decisiva in quella che poteva essere la svolta negativa
per fare di Borriello un giocatore con un grande avvenire dietro le
spalle: in una delle sue tre esperienze rossonere, dopo la sconfitta
casalinga del Milan con la Roma dell’11 novembre 2006, Marco venne
trovato positivo all’antidoping: prednisolone e prednisone, per la
precisione, due corticosteroidi vietati. Il tutto gli costò tre mesi di
squalifica, ma fu la difesa a entusiasmare tutti i cuori teneri
d’Italia: Belen spiegò che quelle sostanze erano contenute in una crema
che usava lei per un’infezione vaginale e che proprio non aveva
resistito senza fare sesso con Marco anche in quei giorni. Tutte le
donne che conosco, mi confermarono che si trattava di una spiegazione
attendibile. Non tanto la crema. Proprio il fatto che a uno bello come
Borriello non si possa resistere. Da lì, da quella che poteva essere la
fine, è cominciata la resurrezione. Borriello non si nasconde e come
non nasconde la sua bellezza («Sì, sono bello, e allora?»), non
nasconde nemmeno la fiducia nei suoi mezzi: «Non voglio apparire
presuntuoso, ma conosco le mie qualità, conosco il mio carattere,
conosco la serietà e la costanza con cui mi alleno e quindi non mi
stupisco che le cose mi stiano andando così bene. Quello che ho, l’ho
fortemente voluto e l’ho fortemente cercato». Non basta: «Con le mie
qualità fisiche e tecniche, almeno due palle buone a partita mi
capitano e poi sono avvantaggiato dal gioco straordinario di questo
Genoa».
Spesso, si parla di un Milan pentito che lo rivorrebbe a
gennaio, visto che ce l’ha in comproprietà con i rossoblù. Per
Borriello sarebbe una rivincita di quelle epiche: «Anche se gli altri
non erano in forma, la scelta non cadeva mai su di me». E anche
Ancelotti è sistemato. Anche se Marco è calmissimo e ripete: «Non ce
l’ho con nessuno, non cerco rivincite».
È un altro Borriello: «Sono
ancora giovane, ho venticinque anni, ancora otto o nove buoni di
carriera davanti a me. Col Genoa è iniziata la mia nuova carriera. E
devo ringraziare moltissimo anche la squadra e i compagni, nessuno
arriva in alto da solo».
La prossima volta che qualcuno mi stressa
coi luoghi comuni sui belli stupidi e sui calciatori stupidi, lo chiudo
in una stanza con Borriello.




 
 
 

-3

Post n°514 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..

-3 giorni al match del comunale di Torino.. Juventus-Genoa.. e ora le male lingue e i gufi diranno "non c'è nemmeno storia!!la juve ve ne da minimo 3!!ma dove volete andare??in porta abbiamo buffon..in attacco del piero e trezeguet....".... blablabla..... sono cresciuta a pane e sogni, forse perchè la realtà era troppo dura per essere accettata... anni di B, poi la C, poi di nuovo la B.....ed ora finalemnte il paradiso.... e non me ne frega niente se perdo, vinco o pareggio.... sono in paradiso..... e non me ne frega niente se la prima giornata il Milan ci ha asfaltato e se a Torino perderemo o faremo brutta figura.. perchè noi siamo il genoa e il genoa è il mio sogno.... il mio amore..... la mia gioia, la mia sofferenza e comunque andrà qualsiasi partita il genoa non lo lascerò mai. Non importa che perdiamo contro una super Juve, certo se vinciamo avremmo il nostro momento di gloria, affronteremo con convinzione anche la partita contro la Fiorentina e quelle a seguire, ma l'importante è vincere contro le piccole, l'importanti sono i punti salvezza perchè ora che siamo in paradiso non lo vogliamo più lasciare.




 
 
 
 
 

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