Zena

Cimitero di Staglieno


Il cimitero monumentale di Staglieno è il più grande di Genova, ed è uno dei maggiori cimiteri monumentali d’Europa.Si trova in Val Bisagno, valle nel centro città che comprende il quartiere di Staglieno, dove c’è l’uscita autostradale di Genova Est. Per la vastità dei suoi imponenti monumenti funebri è considerato un vero e proprio museo a cielo aperto. In esso sono sepolti figli illustri del capoluogo ligure, tra cui uno dei padri della Patria italiana, Giuseppe Mazzini, il partigiano Ferruccio Parri, il compositore della musica dell'Inno d'Italia Michele Novaro, il garibaldino Antonio Burlando (che fece parte della spedizione dei Mille), l'attore Gilberto Govi, il cantautore Fabrizio De André e la moglie di Oscar Wilde. E' un cimitero monumentale, un giardino di marmo, una città dei morti, ma anche un'antologia di scultura ed architettura. Ci sono vialetti, scale, gallerie, cappelle in tutti gli stili. E soprattutto statue, una vera galleria di figure fermate nella pietra di una Genova scomparsa e che danno al Cimitero di Staglieno un'atmosfera assolutamente unica. "Una delle meraviglie del mondo" come lo definiva Ernest Hemingway, uno che il mondo lo conosceva davvero.CENNI STORICIAperto nel 1851, il Cimitero di Staglieno si è sviluppato rapidamente fino a raggiungere gli attuali 18.000 metri quadrati. Contiene anche un cimitero inglese, uno greco-ortodosso ed uno ebreo. Il più famoso attore genovese, Gilberto Govi, è sepolto qui. Il primo progetto per l'area cimiteriale di Staglieno e' del 1835 e fu affidato all'architetto Carlo Barabino, che muore però qualche mese dopo e quindi il lavoro viene affidato a G.B. Resasco, un allievo del Barabino. Il progetto originale viene ampliato, fino a creare una opera neoclassica mastodontica che verrà compiuta solo nel 1872 alla morte di Resasco. Nel 1891 si rende necessario l'ampliamento dell'area mediante un'altra struttura semicircolare ; da questa data in poi il cimitero inizia un'espansione sempre più disordinata dettata soprattutto dall'espansione della città di Genova. Ogni area viene utilizzata per inserirci tombe ed ossari fino ad far diventare tutta l'area un enorme ed irreale tempio alla "Memoria di Pietra". Staglieno e' un'antologia di neo-stili. Il neoclassicismo tardo investe generalmente i monumenti più antichi, con qualche preferenza per l'aristocrazia o i personaggi pubblicamente altolocati. Avrà però vita breve, per lasciare il posto ad un realismo quasi fotografico apparentemente solo puntiglioso, ma forse molto più sincero e pungente di quel che non si pensi. Parallelamente si scatenano il neogotico, romantico e fiorito, il neobizantino ierarico e sontuoso, il neorinascimento secco e decorativo, il neoegizio, I'umbertino, il liberty che, più raro di quanto comunemente si immagini, ha lasciato una vena di poesia. Del Novecento e di alcune più o meno attuali astrazioni misticheggianti e' difficile giudicare.Appena entrati dal maestoso ingresso che si affaccia sul fiume Bisagno ci troviamo davanti la "Statua della Religione" opera dello scultore Santo Vanni (1866); dietro l'imponente scultura ci appare il "Tempio dei Suffragi", una copia in picco del Pantheon di Roma già presente nel progetto originale del Barabino (1835). Davanti ai due lati i "Campi di Terra" con pietre tombali e piccole lapidi, ai nostri fianco l'inizio delle gallerie o corridoi, veri e propri rifugi di opere Neoclassiche della nobiltà genovese. Vere e proprie custodie di tesori neoclassici, le gallerie del Cimitero partono dall'entrata fino ad estendersi per tutto il perimetro delle mura originarie del 1872. All'interno di esse troviamo i più bei esempi dell'arte funeraria italiana della fine dell'800, marmi quasi vivi ricoperti ormai da un spessa coltre di polvere, segno del tempo e dell'incuria.