Zena

La festa dei Morti nella tradizione ligure


LA FESTA DEI MORTI "Resta ai vivi il vino ai morti il nulla…" questo lessi tempo fa su di una lapide, epigrafe forse di dubbio gusto ma il significato è fin troppo chiaro.Genova e la Liguria tutta sono particolarmente legate alla triste tradizione di questo 2 Novembre. Anticamente, la sera precedente si rifacevano i letti con lenzuola di bucato, si preparava la casa accogliente e pulita, anche con le finestre aperte per agevolare la visita delle anime trapassate.E' oggi consuetudine visitare le tombe dei propri cari nei Cimiteri cittadini ed in particolare alla Necropoli di Staglieno ove, fin dal primo mattino si svolgono una serie di cerimonie anche dedicate ai Caduti Francesi, Inglesi, Italiani, fino alla solenne funzione del pomeriggio con la presenza del Cardinale Arcivescovo ed Autorità cittadine. Simbolo gastronomico della ricorrenza le fave, che con il loro unico fiore nero simboleggiano la mestizia della giornata; piatto tradizionale Stoccafisso con bacilli, piccoli, scuri, una via di mezzo tra le fave ed i ceci. Veniva servito semplicemente bollito con i bacilli appunto ed irrorato dal nostro favoloso olio extravergine d'oliva.Per tradizione era piatto unico e dopo si consumavano i "balletti" castagne bollite in acqua con rametti di finocchio selvatico. Le nonne confezionavano un piccolo regalo per i nipoti, una "resta" una collana fatta con filo forte o sottile spago composta di castagne bollite alternate a mele carle ormai quasi introvabili.Altro piccolo dono era "L'Officieu" una sottile candela multicolore e multiforme che doveva ardere nel corso delle orazioni serali e dell'immancabile, obbligatoria, recita del S.Rosario con la famiglia riunita davanti alle immagini dei propri cari defunti.