Piazza Nettuno

Al mare (o quasi)


L' ultima cicala stridesulla scorza gialla dell'eucaliptoi bambini raccolgono pinòliindispensabili per la galantinaun cane alano urla dall' inferriatadi una villa ormai disabitatale ville furono costruite dai padrima i figli non le hanno voluteci sarebbe spazio per centomila terremotatidi qui non si vede nemmeno la prodase può chiamarsi così quell' ottanta per centoceduta in uso ai bagninie sarebbe eccessivo pretenderviuna pace alcionicail mare è d'altronde infestatomentre i rifiuti in totaleformano ondulate collinette plasticheesaurite le siepi hanno avuto lo sfrattoi deliziosi figli della rugginegli scriccioli o reatini come spessoli citano i poeti. E c'è anche qualche bocciodi magnolia l' etichetta di un pediatrama qui i bambini volano in biciclettae non hanno bisogno delle sue cureChi vuole respirare a grandi zaffatela musa del nostro tempo la precarietàpuò passare di qui senza affrettarsiè il colpo secco quello che fa orrorenon già l' evanescenza il dolce afflato del nullaHic manebimus se vi piace non proprioottimamente ma il meglio sarebbe troppo similealla morte (e questa piace solo ai giovani).Eugenio Montale, Quaderno di quattro anni