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Sito ideato, curato e smargiassamente trattato dalle Sono Aldo Pucci del Grande Fratello. Uno dei più grossi rammarichi della mia vita è che nella casa non c'erano donne pronte al miracolo del sesso acrobatico come quelle che parteciperanno al GF delle Arabe Felici Sono Mathias, del Grande Fratello. Sono tornato a lavare i vetri ai semafori di Rho perchè all'epoca non sapevo che sarei potuto diventare famoso con le Arabe Felici e non con il rutilante mondo del fatuo televisivo. Sono Pierre Francoise del Grande Fratello. Neanche io stesso so chi cazzo io sia. So solo che ho una improcastinabile desiderio di fare la cacca. Sono Tati Albero. Se avessi saputo del Grande Fratello delle Arabe Felici non avrei mai e poi mai donato il mio corpo a Lorenzo. Sogno una lotta nel fango con Ottimomarco. Ultimi commentiTagMenuCitazioni nei Blog Amici: 3 |
Creato da: GFArabeFelici il 25/02/2008
10 isterici monitorati 24 h su 24 in un unico Blog
Post n°158 pubblicato il 12 Marzo 2008 da Jack_Kerouac.FG
Direttamente dalla mia Morbida Parata. Grazie alla mitica rosafluido che mi ha ricordato una data importantissima , finalmente è arrivato il momento di dedicare un post a Jack Kerouac , che per me è sinonimo di ricerca della felicità. Scrittore Beat , viene considerato il padre di questo movimento letterario (poi diventato culturale in generale) , perchè è stato lui a inventare il termine nell'atto stesso di individuarlo e poi descriverlo nei suoi libri. Jack Kerouac era la personalità che rispecchiava in pieno i giovani della Beat , che non si riconoscevano in un certo tipo di società basata sul dilagare del consumismo , ed esprimevano il loro rifiuto attraverso un atteggiamento nel quale confluiscono diverse spinte; ribellione , manifestata attraverso la scelta di un'esistenza vagabonda sulle strade e sui treni d'America , e attraverso la libertà sessuale , rinuncia sociale , voglia di una vita sfrenata e senza regole , esigenza dell'autenticità e onestà in qualsiasi tipo di rapporto e vita comunitaria. Jack Kerouac riteneva che solo rifiutando in blocco la società moderna , sarebbe stato possibile salvare l'uomo come essere umano; scaturisce da qui quella che egli chiama disaffiliazione , un atteggiamento volutamente passivo che non si propone di abbattere le istituzioni per stabilirne altre più consone alle esigenze dell'uomo , ma contrappone alla falsità della società borghese ,la chiusura di un mondo solitario , del quale fanno parte solo quelli che condividono gli stessi ideali. Perciò la Beat non può essere considerata come un'avanguardia storica , perchè manca di spirito eversivo , ma non era questo lo scopo; dietro a questi atteggiamenti provocatori non c'era la volontà ideologica di cambiare il sociale , ma solo il distacco e la fuga dai modelli societari. Jack Kerouac ha sempre reagito con l'assenza , una particolare categoria dello spirito in cui coesistevano la fuga , il viaggio e il nomadismo, una società morale e naturale non regolata da leggi , su un'esistenza pacifista e nessun interesse per il denaro , faceva uso di droghe e amava la musica jazz. Mi ha sempre colpito l'enorme importanza che ha dato al momento dello scrivere , inteso come istante creativo durante il quale la scrittura definita da lui "automatica" , deve essere fatta con eccitazione , in fretta , fino ad avere i crampi , in accordo con le leggi dell'orgasmo. Vi consiglio di leggere On The Road , pubblicato nel '57 , ed è la storia di 3 personaggi (personificazioni di Kerouac , Ginsberg e Cassady) , che nel corso dei loro viaggi compiuti con i mezzi più disparati , ricercano tutti i piaceri che la vita può dar loro , da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall'alcool alla droga , alle eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e dalla musica jazz , al godimento sessuale volto a colmare un profondo bisogno d'affetto. Al tempo stesso però , acquisiscono anche l'esperienza della vita vissuta dai vagabondi , dai poveri , dagli emaginati della società e ne traggono un profondo senso di compassione e solidarietà. Questo è stato Jack Kerouac , un giovane beatnik eternamente ribelle , sempre e comunque sulla sua strada.
Post n°157 pubblicato il 12 Marzo 2008 da julia974
Il nostro è il tipico paese dove la sommarizzazione del senso di giustizia prende sempre il sopravvento su tutte le possibili garanzie che possono essere riconosciute a chi viene additato come il colpevole di turno. Di un omicidio. Di una violenza contro terzi o contro se stessi. Scompaiono due bimbi e tutto fa pensare al loro genitore. Ed ecco che l'opinione pubblica gli si scaglia contro. Vengono poi ritrovati, purtroppo senza vita, e la gente applaude alla scarcerazione del padre. Identico dicorso per decine e decine di fatti di cronaca. In tutti questi casi, giustizia morale privata e sommaria. Spesso e volentieri provocata da una stampa che punzecchia, che spinge le menti di omuncoli a costruire, a discriminare, a puntare il dito. C'è poi chi si scaglia contro una persona, con un mero accanimento ai limiti dell' ossessione, solo perchè vuole creare un' immagine di sè diversa dalla norma. Che assurdità. La libertà di essere " ciò che si è " è strettamente correlata al bisogno intrinseco di ognuno di apparire come meglio si crede. Non dovendosi giustificare per ottenere un consenso unanime. Giustizia sommaria. Come accade anche sul web, se vogliamo. Sommarizzazione delle opinioni. Leggi le cose che scrive un nick e questo ti fa acquistare il diritto di "conoscere" qualcuno dalle cose che scrive. Come se si restasse legati, vincolati alle proprie parole. Assurdo. Inquietante. Ai limiti della morbosità. La superficialità del nostro tempo, quella con cui ci si avvicina al prossimo, costituisce, credo, quel terreno fertile in cui nasce la giustizia sommaria e pubblica e privata. Julia
Post n°155 pubblicato il 12 Marzo 2008 da eccelso86
Tag: eccelso
Eccovi la seconda ed ultima parte del mio breve racconto... In particolare mi angosciavano le batterie che si scaricavano e il continuo bisogno di ricaricarle; il ciclo infinito carica/scarica mi inquietava in maniera indicibile. La batteria del cellulare si esauriva in un giorno, quella del mio lettore mp3 durava al massimo 2 ore; per non parlare di quella della macchina fotografica digitale…e poi quella dello spazzolino elettrico, del cordless. Io stesso, mi sentivo come una batteria e avevo l’impressione che il mondo mi stesse consumando, o meglio, scaricando. Solo che, una volta finita la mia carica, non potevo attaccarmi a nessun trasformatore e ricominciare da zero…una volta finita l’energia sarei stato out, per sempre. E avrei voluto urlare ai passanti:”Fermatevi; fermatevi cazzo…risparmiate energie, sentite la pioggia, sedevi e non correte, godetevi il mondo, imparate a sentirlo; a viverlo e non a consumarlo”. Ma chi avrebbe dato retta ad un disperato bagnato fino al midollo con un paio di pattini ai piedi?! Non mi restava che godermi la pioggia, donandole i miei vestiti, la mia testa fradicia e tutto il mio corpo come luoghi di schianto. Sentivo di dover essere solidale con lei, visto che, i miei simili, facevano di tutto per scansarla. In effetti, da quando avevo smesso di girovagare e mi ero seduto su di una panchina di marmo, non facevo altro che pensare a quanto dovessero sentirsi sole le gocce d'acqua che scendono dal cielo: scaricate dalle nuvole ed evitate dagli esseri umani...nemmeno fossero schizzi di acido muriatico. Così chiusi gli occhi, per sentire solo il rumore dell’acqua che veniva giù dall’alto, sempre più vogliosa di inondarmi di scrosciante affetto e mi parve, per qualche istante, di riuscire ad afferrare l’infinito e di avere davanti a me altri mille anni da vivere, confortato dalle lacrime del cielo e con il passo alleggerito dalle rotelle di un paio di pattini. Su quella panchina, d’un tratto, il mondo mi sembrò incredibilmente semplice, elementare e insieme inspiegabile, proprio come il senso di infinito di cui avevo bisogno e che mi colpì, sparato da nuvole nere le quali, di solito, mi spingevano a ripararmi. Stille di infinito mi colpivano di continuo, senza sosta e mi ricaricavano. Poi aprii gli occhi e rividi il mondo così com’era: uomini con gli sguardi spenti nelle auto, donne che tiravano sfinite i loro pargoli urlanti, una coppia di amanti che si baciava, sotto un portone e io che, all’improvviso, mi sentivo un povero matto schiavo dei suoi viaggi onirici. L’auto era lontana dal punto in cui mi ero fermato e, la cosa, adesso, mi preoccupava non poco. Mi sentivo i piedi stanchi e il freddo dei vestiti bagnati sulla pelle; poi guardai l’orologio e, in quel preciso momento, realizzai che ero tornato nel mondo reale, nel mondo finito…nel mondo dove, chi resta immobile su di una panchina a prendersi la pioggia, si prende una polmonite e dove, chi non guarda costantemente l’orologio, arriva in ritardo.
Post n°154 pubblicato il 12 Marzo 2008 da ietta77
In un mondo che cambia a ritmo frenetico, in una società che si deteriora quotidianamente quanto a valori, rimangono tuttavia immutati la sensibilità e il garbo delle maestranze che, grazie alla loro visuale privilegiata dall'altezza dei ponteggi, riescono a osservare il mondo con il timido distacco che li connota.
Post n°153 pubblicato il 11 Marzo 2008 da noraa66
La bellissima Dea Nora, tanto dolce, carina e simpatica passeggiava col suo uccelletto preferito... quando incontrò JACK lui, così brutto e cattivo, le mise subito paura! Ma, grazie all'intervento dell'uccelletto, Nora cominciò a chiacchierare con Jack e scoprì che, pur essendo brutto cattivo, nascondeva un lato tenero e romantico. La sua passione per i GLITTER ne è la dimostrazione! E così, lei ora, dedica a Jack questo glitteroso post! Vieni qua, Jack e beviamoci una camomilla insieme! SMACK SMACK SMACK SMACK
Post n°152 pubblicato il 11 Marzo 2008 da Jack_Kerouac.FG
Non me ne vogliano le mitiche Julia & Nora , e il grande Nostro Amabilmente Gian , ma io ammmo da morire quei quattro scarafaggi di LIVERPOOOOL Ah dimenticavo , la città di LIVERPOOOOL ha anche un'ottima squadra , che ogni tanto regala tante ma tante soddisfazioni ai suoi tifosi. Mi scuso per questo post che stasera NON C'ENTRA ASSOLUTAMENTE NULLA. P.s: il colore del carattere è puramente casuale. Buona serata!
Post n°151 pubblicato il 11 Marzo 2008 da kolben.60
Loro BAMBINI.
Post n°150 pubblicato il 11 Marzo 2008 da ietta77
Ero in sala d'attesa, tra meravigliosi esemplari di umanità veneta, rappresentativa della spassosissima terza età di queste terre. Borsetta sulle ginocchia, capello azzurrato e perfettamente in piega, cappotto color cammello e piedi incrociati: "Signora mia, a sto mondo non ghe xe più el sentimento come na volta...desso no i se inamora, i fa l'amore e basta...che pò non xe miga far l'amore, quea roba lì..." Pelliccia di visone e cappellino nero, rossetto avagardneriano: "La ga rason, cara...Adesso i se frequenta, i va fora da soli, i va in leto e no i xe ancora sicuri se i xe inamorà" Borsetta: "Xe vero, cara. Mi, quando che gò incontrà me mario me sò inamorà all'istante. Ietta: " ^___^' "
Post n°149 pubblicato il 11 Marzo 2008 da Jack_Kerouac.FG
Questa , a mio modestissimo parere , è una delle canzoni più belle che siano mai state scritte , vi propongo una ballatona dei quattro rockers in dirigibile , seconda traccia dell'album House Of The Holy , ma ho scelto la versione unplugged perchè mi piace assai. Sto parlando dei Led Zeppelin ovviamente , e voi , aprite i vostri cuori e sprizzate cuoricini glitterosi e glitteranti da tutti i pori!
Post n°148 pubblicato il 11 Marzo 2008 da newromanticvisage
Mettendo un po' di roba a posto scovo un vecchio bloc-notes di appunti presi all'università e inizio a sfogliarlo...erano gli appunti di diritto privato e, alla fine, trovo una paginetta strana. Torno indietro con la memoria e ricordo che in un momento di scazzo scrissi quelle parole abbastanza illogiche, tra pezzetti di canzoni e miei pensieri del momento, abbastanza delicato; la pregnanza semantica induceva, drammaticamente, al vaniloquio. Roba da far impazzire la Noraa66, poi ho pensato. E ho deciso di riportarlo qui. Promettendo anche di muccarla qui. Wild kind of look to the day
Post n°142 pubblicato il 11 Marzo 2008 da kolben.60
Amsterdam, Olanda, ancora avanti (o indietro) anni luce. Un nuovo regolamento di Polizia permette di fare sesso nei parchi, purchè vengano rispettate alcune regole: solo dal tardo pomeriggio in poi, e che non si sporchi con preservativi e sigarette. (clicca articolo) Naturalmente lontano dai parchi giochi dei bambini. Per il resto basta una bella gnocca ed una coperta! il TROMBA-PARCO.. a voi le considerazioni. Kolben (in camporella)
Post n°141 pubblicato il 10 Marzo 2008 da noraa66
Tra lenzuola sfatte serpeggia un lascivo pensiero di libero sfogo, un ambiguo potere del dare e avere, intrigante dominio su un dio schiavo, inchinato, prostrato, ossequioso al delirio carnale, alla smania d'amore, desio servile di offesa pretesa, esigenza viziosa di un giudizio crudele, determinazione richiesta a una femminilità sovrana, che dissoluta risponde a una sensuale preghiera di sottomissione, s'inchina all'eccitante piacere di trasgressione, con un erotico gioco di seduzione, a un delirante bisogno di devozione.
Post n°140 pubblicato il 10 Marzo 2008 da eccelso86
Tag: eccelso
Questo racconto, essendo un po' più lungo di tutti gli altri...ho deciso di pubblicarlo a puntate. L'ho scritto di getto, proprio adesso...ditemi che ve ne pare;) Un giorno di circa tre mesi fa, fui colto da un’angoscia indescrivibile. Mi sembrava di impazzire dalla voglia di evasione. Avrei avuto bisogno di un viaggio, lungo e lontano…un viaggio che, come tutti i viaggi spirituali, non sarebbe servito solo per fuggire da qualcosa o da qualcuno ma, anche e soprattutto, per effettuare una ricerca interiore che solo lontano dalle cose che conosci a menadito può riuscirti. Non avendo però a disposizione abbastanza soldi, dovetti accontentarmi di qualcosa di molto più banale. Presi l’auto, i miei risparmi e mi fiondai in un negozio di articoli sportivi…con 80 euro acquistai un bel paio di pattini in linea. Quel giorno pioveva ma non mi scoraggiai: li misi ai piedi e pattinai per circa due ore, senza avere idea di dove andare e senza curarmi della pioggia che in breve mi aveva infradiciato i vestiti, né degli sguardi un po’ straniti delle persone o del fatto che potessi prendermi una polmonite. La prima cosa che potreste pensare è: vabè, bravo il pirla; alla fine volevi riprodurre la classica scena da film dove lui, solo e con il cuore a pezzi, se ne va passeggiando sotto la pioggia impietosa. Immagine trita e ritrita, utilizzata in migliaia di romanzi e di pellicole che parlano di storie d’amore finite male. Ammetto che, all’epoca, avevo l’animo straziato da una lei, la classica lei che ferisce i tuoi sentimenti, che ti abbandona e che ti dice, fredda come il ghiaccio, dopo aver condiviso con te un oceano di emozioni: “Mi dispiace, non ti amo più”. Tuttavia, quella mia pattinata “under the rain”, non rappresentò un modo per rendere cinematograficamente scontata la pena d’amore di un ragazzo sentimentale e ancora innamorato. Quel gesto servì a farmi sentire libero; libero dal tempo, dall’ombrello, dal giorno e dalla notte, dalle prediche dei miei, dai consigli degli amici, dagli esami all’università e dalla voglia di non prendermi la polmonite. Quell’episodio, rappresentò l’appagamento del mio bisogno di tensione verso l’infinito. Ero arrivato a sentirmi così schiacciato dalle dimensioni spazio-temporali, da aver bisogno di spaccarle e di illudermi, almeno per un po’, che non esistessero. Pensavo agli orologi, ai calendari, alle batterie che si scaricavano, ai pacchetti di gomme che finivano, al serbatoio della mia moto che si svuotava, alle date degli esami che si avvicinavano, al ciclo lunare, al petrolio che si stava esaurendo; persino all’aria che respiravo e mi sentivo così schiavo del tempo, delle cose che finivano e della vita stessa che mi sembrava sul serio di andar fuori di testa. Del resto il tempo nessuno lo può fermare, il tempo passa dall’inizio dei tempi…e allora?! Perché, all’improvviso, vedevo me e il mondo così schiavi delle scadenze?!
Post n°139 pubblicato il 10 Marzo 2008 da noraa66
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