Gianni Pardo

QUESTIONI LINGUISTICHE


Testa, in latino, significava vaso di terracotta, si possono aggiungere due notazioni. Se da “vaso di terracotta” si è passati al significato di “caput” (testa), è perché a volte gli scherzi sono ripetuti così a lungo che alla fine tutti dimenticano che si tratta di scherzi. La semantica fornisce parecchi di questi esempi. In argot, per esempio, si può chiamare la testa “la cafetière”, oppure “la poire” (la pera) od altro ancora e se l’uso di “la cafetière” fosse infinitamente ripetuto potrebbe sostituire “tête”. Grazie al cielo allo stato delle cose è un’ipotesi assolutamente inverosimile. Un secondo esempio è l’espressione italiana “da subito”. Si tratta evidentemente di uno scherzo. Nessuno che stia attento alle parole che usa direbbe mai “da immediatamente”: e tuttavia “da subito” lo si è ripetuto così a lungo, che l’umorismo si è perso per strada e la goffaggine è entrata nella lingua. Altra notazione riguardante il vaso di terracotta riguarda la parola “test”. Poiché la terracotta è un materiale inerte, nell’antichità veniva usata per fondere i metalli, in particolare l’oro, e saggiarne la qualità. Da questo esame fatto con la terracotta è derivata la parola inglese “test”, da noi supinamente accettata al posto del più piano ed equivalente “esame”. Suggerisco, a chi si interessa di politica internazionale, di leggere l’articolo che segue, dal titolo “Voltaire a Gaza”. Gianni Pardo, giannipardo@libero.it Chi vuol essere sicuro che il suo commento mi giunga, oltre ad inserirlo nel blog, me lo spedisca al superiore indirizzo e-mail. Poiché su questo blog non ricevo un numero sufficiente di commenti, e forse non ho molti lettori, conto di chiuderlo a metà gennaio. Chi fosse ancora interessato ai miei scritti, me lo segnali oppure apra da oggi www.pardo.ilcannocchiale.it 3 gennaio 2009