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LA NEMESI SULL'ANTENNA

Post n°182 pubblicato il 28 Novembre 2008 da giannipardo

LA NEMESI SULL’ANTENNA
Il Corriere della Sera di oggi riferisce (“Satira, tempi duri”) che in televisione la comicità politica ottiene pessimi ascolti. Si cita il caso particolare della Dandini e della Cortellesi. La cosa più interessante è tuttavia che in questo articolo uno dei comici, il Michele di Gino e Michele, affermi d’avere abbandonato, per ora, la satira politica perché «quando non c'è la situazione oggettiva favorevole, meglio non farla». E prosegue: “«La satira si rivolge a un certo tipo di pubblico: con quel pubblico il comico ammicca e parla male del ‘nemico’. Ma essendo la situazione italiana molto piatta dal punto di vista culturale e politico, il pubblico che segue la satira è molto diminuito”.
C’è da pensare che l’intervistato non si sia reso conto delle implicazioni della sua dichiarazione, enormemente più grandi di ciò che intendeva. La situazione “piatta dal punto di vista culturale e politico” è – oh scandalo - il consenso che l’attuale governo riscuote presso gli italiani. La satira, secondo lui, serve ad ammiccare con il pubblico parlando male del “nemico” comune: e chi è il nemico? L’attuale maggioranza. Berlusconi in persona. Purtroppo, dal momento che troppi italiani non odiano né l’attuale maggioranza né Berlusconi, non si può più far ridere nessuno. Morale: l’unico bersaglio possibile, in Italia, è il centro-destra.
Per antica tradizione, la satira si fa sul potere e non su chi ad esso si oppone. In Italia invece si è sempre ridicolizzato il centro-destra, anche quando era all’opposizione. E proprio ora che è al governo, ora che sarebbe naturale attaccarlo, non è più possibile semplicemente perché quella costante irrisione a senso unico ha stancato i telespettatori. Si rischia di farla solo per i parenti stretti e gli amici intimi. Si poteva chiedere una prova più abbagliante di alcuni dati che per anni la sinistra si è affannata a negare? Eccoli.
1) In Italia la satira è stata non prevalentemente ma esclusivamente di sinistra;
2) Essa non ha avuto scopi di intrattenimento ma ha costituito una forma di militanza politica, prova ne sia che quel tale Michele parla di “nemico”. E prova ne sia che Travaglio – che non ha mai fatto ridere nessuno ma ha interesse ad evitare le querele - sostiene di far satira. Insomma, non si è mirato a sottolineare i vizi dell’umanità (castigat ridendo mores) ma solo quelli dell’avversario politico. Anzi, del nemico. Di Arcore.
3) La cosa è stato tanto insistita da divenire alla fine stucchevole. I comici hanno stancato e alla lunga la risposta che non ha saputo dare la Commissione di Vigilanza Rai, o chiunque fosse incaricato di realizzare un’informazione equilibrata, l’ha data il pubblico.
Sapevamo che la famosa “mano invisibile” di Adam Smith era capace di intervenire nell’economia, ma che fosse capace di intervenire anche negli spettacoli di intrattenimento televisivi è un’assoluta novità. Stavolta la Nemesi s’è appollaiata sull’antenna.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 novembre 2008

 
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