OCCHI AL CIELO

Giano, il dio bifronte, come me. Contraddizione e complementarietà. Il racconto della mia strada, quella che sto costruendo verso i miei sogni. E di me.

 

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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 14 Novembre 2005 da GianoReloaded

Io e il codice della strada non abbiamo un buon rapporto. La mia carriera di automobilista comincia il giorno di S.Valentino del 2000 quando ho preso la patente. Necessità, comodità. Dalle mie parti, fra le montagne, il traffico non si vede spesso. Qualche codetta in discesa dalle località turistiche e poco più. Per il resto strade isolate, dove qualche volta si può spingere di più. Se proprio ci si inerpicava nelle montagne c’era il gusto di tagiare i tornarti e pennellare qualche curva, che tanto chi volevi incontrare?! Nello stesso anno, però, mi innamorai di una ragazza di una grande città. Erano 90 km circa. Per cui partivo dalle montagne, facevo le campagne (lunghi rettilinei che attraversano qualche paesetto). Facevo la tangenziale di una prima città ed infine arrivavo in questo agglomerato urbano, famoso anche per la sua tangenziale proverbialmente incasinata.

Pian piano che frequentavo quei posti, presi gusto nel guidare. Ogni sabato me la facevo su e giù.. e come mi divertivo! La strada la sapevo a memoria, e mi piaceva un sacco. Poi, oltre alla tecnica montanara, stavo acquisendo importanti nozioni di guida cittadina. Stavo arricchendo il mio background di automobilista.

Nel forgiare il mio spirito al volante venne in aiuto anche un vecchio compagno d’appartamento, noto anche come “maestro di guida alternativa”. Fu lui ad illuminarmi con la frase “il parcheggio non si cerca, ma si inventa”. Da allora vedo le cose in modo diverso. Le mie trasgressioni stradali hanno sempre stupito i miei amici che portavo in escursione in città. Cambi di corsia, freccie che non servono, sensi unici inesistenti, colonne fatte tutti in sorpasso, lo slalom in tangenziale. E la cosa più bella era che mai le forze dell’ordine si erano accorte di me. La mia prima multa l’ho presa quest’estate, sulla riviera romagnola. Grazie però all’aiuto di qualche amico sono riuscito a vincere il ricorso e evitarmi i 79 euro di ammenda.

La mia trasgressione stardale più famosa penso sia stata quando ho percorso 300 metri per saltare una incrocio intasato. Oppure quelle volte di ritorno dal mare, quando mi mettevo interno nelle rotonde e mi infilavo alla fine nell’uscita (ma non ero l’unico!). In assoluto, la migliore, è stata dare la paga ad un Porche Cayenne nella strada che scende da una famosa località turistica con il mio 1400 diesel. Fino a ieri. Ieri il mio mondo è cambiato, e nulla è più come prima. Il mio primo inpatto con Milano, a maggio, fu disastroso. Arrivai a Milano alle 11, in albergo alle 13, dopo aver girato due ore tutte le tangenziali ed aver visitato tutto l’hinterland. Ieri già il fatto di non essermi perso è stata una vittoria. La sera però, ho scoperto le mie potenzialità, che il mio spirito di cannibalismo del codice della strada può spingersi oltre i confini. E memore che il parcheggio non si cerca, ma s’inventa, la fantasia può non avere limiti.

Cercare parcheggio nella Milano notturna sembrava un’impresa. Ma ad un certo punto ho avuto un’illuminazione. Alla mia sinistra una colonna d’auto ferme e il viale principale. Alla mia destra macchine parcheggiate. Davanti una pista ciclabile, paletti in alluminio. Le soluzioni erano due. O girare intorno un’altra volta (bastava girare a destra per la laterale, al secondo travestito ancora a destra e si risbucava davanti il locale). Così, noncurante delle regole, sprezzante dei segnali e degli spazi mi son lanciato. Un processo interno della mia mente ha visto una clio avanti e ha detto “perché se lei è lì io no??”. Tranquillo come un caco mi butto su questa pista ciclabile e la percorro. Sento il copilota, preoccupato, chiedermi “ma ti sei accorto che siamo in una pista ciclabile?”. Al che attimo di panico. Ma se lei, che è di milano, mi dice questo allora probabilmente nemmeno qui si usa tanta fantasia nel posteggio. L’incoscienza si sa è molto più forte. Così faccio il pelo alla macchina fra due paletti e soddisfatto parcheggio sotto qualcosa che sembrava un teatro o una chiesa in restrutturazione.

Ancora oggi, se penso alla mia macchinina lì, mi vien da sorridere. Io che vengo dalla montagna avevo già assorbito le peggiori abitudini dei motorizzati meneghini… che soddisfazione. Ero quasi commosso dall’impresa. Però qui entra in gioco il mio spirito… e ora penso alla prossima volta. Per superarmi ho deciso.. vengo a Milano con l’Hummer.. e vediamo dove mi invento il prossimo parcheggio.

Son soddisfazioni!

 
Rispondi al commento:
GianoReloaded
GianoReloaded il 15/11/05 alle 08:36 via WEB
No... non avevo ostruito la pista ciclabile.. poi io, da ex ciclista non ostruisco mai! Bacio stella!
 
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