Giardino dei sogni

Il battesimo


Dopo sette anni, si è spento in silenzio il mio stereo. Ieri mattina ho provato ad accendere la radio, ma lentamente la voce del conduttore del programma radiofonico ha cominciato ad affievolirsi sempre di più sino a quando è sparita del tutto. Da allora non c’è stato verso di fare uscire un solo suono dall’apparecchio. È strano a dirsi, ma mi è dispiaciuto davvero tanto. Dopo tanto tempo che ho qualcosa, mi ci affeziono, anche se questa è solo un oggetto. Spesso, forse anche troppo, do un nome alle mie cose, ad esempio la mia macchina la chiamo Nerina, il mio portatile Aria, il mio vecchio computer fisso lo chiamo Steph, ecc.. Ammetto che è una cosa… particolare, ma io in fondo sono strano! Non avevo dato alcun nome al mio vecchio stereo e pensare di doverlo abbandonare senza neanche poterlo salutare per “nome” mi ha riempito di tristezza. Ho portato quell’oggetto con me ovunque, alle feste, alle gite, in vacanza e specialmente è stato nella mia stanza a tenermi compagnia nei momenti felici ed in quelli più tristi della mia adolescenza. Così stamattina l’ho staccato, ho soffiato via un sottile strato di polvere, quasi a rendergli per un attimo lo splendore perduto negli anni e ho archiviato con lui anche una parte della mia vita. Oggi pomeriggio, appena uscito dal lavoro, di fretta e di furia sono andato a comprare un nuovo stereo, uno di quelli piccoli e con mille funzionalità. Sulla mensola si nota lo spazio che questo non riesce a colmare per la sua compattezza e per la mia malinconia. Solo ora mi rendo conto come il mio vecchio stereo è stato per me più di un oggetto, è stato un compagno di viaggio. Sono sicuro che presto il mio nuovo stereo mi sarà caro quanto quello vecchio e non voglio commettere nuovamente l’errore di non dare un nome a questo “nuovo” inquilino della mia stanza, infatti mi sono ripromesso quanto prima di trovargliene uno appropriato. Se qualcuno volesse proporne uno, ben venga, lo stereo non è molto dissimile da quello in foto. Buona notte a tutti!