Giardino dei sogni

L'attesa


A volte non siamo noi a prendere le decisioni della nostra vita, possiamo fare il primo passo e poi si attende che gli altri facciano il loro. La complessa macchina della vita si mette in moto e noi, piccoli ingranaggi, incominciamo a scandirne i battiti. In un mondo fatto di rumori armoniosi senza senso, sta a noi riempire l’aria di parole, emozioni, pensieri. Ho fatto il mio passo ed ora stipato nel mio angolo di mondo, tra il calore della gente, protetto dalla pioggia da una sottile e gelida lamiera, aspetto. Non posso fare altro, che aspettare! Dio, come odio questo momento. Può  accadere di tutto, da un turbine di eventi, alla calma piatta, a rivelare che il colpo è andato al vento. La delusione, questo mi spaventa di più. Nell’attesa, c’è purtroppo abbastanza tempo per pensare, forse anche troppo, tanto da lacerarmi il cuore. Stordito dal lento scorrere dei minuti, quasi mi pento di aver messo a nudo i miei sentimenti. Quando sono a lavoro sono preso da quanto c’è da fare, ma in questi giorni, senza molti incarichi da svolgere, il tempo non passa mai ed il mio pensiero corre lontano, dietro i campi che circondano l’ufficio, fino a lei. Lei, che cerca se stessa nelle vie già percorse della città, come se il presente non le appartenesse, perché non si rispecchia più nel suo passato. Lei, che malinconicamente persa in se stessa, si interroga su come vuole il suo futuro. Lei, che per quanto mi sforzi, non riesco mai a capire a fondo. Lei, che crea e disfa in un momento solo i miei sogni sconosciuti. Lei, che mi fa scoprire ogni giorno la semplice gioia di esistere. Lei, che mi fa sentire schiavo del mio amore. Lei. Nell’attesa coltivo la mia speranza, nel buio immagino i suoi lineamenti, i suoi respiri, i suoi pensieri, nel sonno ne sento la felicità. I minuti scorrono lenti, vuoti, senza che nulla accada. Qual’è il tempo massimo per cui sperare è vano? Il mondo in questi giorni ha preso tinte grigie, perché non ho più gli stessi occhi di ieri, occhi che ora sono incapaci di sognare un domani senza il suono di lei. Solo, pervaso da un sottile velo di tristezza, aspetto che il silenzio delle parole mai pronunciate dissolvano quel sottile incanto che siamo soliti chiamare amore o che al contrario un’ormai inaspettata voce renda al mio cuore la gioia di scandire un tempo non più solamente mio.