GIGI MANFREDI

GIGI MANFREDI A CAIO QUINTINO JULIO.


“ Per quanto tempo ancora pensavi di sfuggire alla tua coscienza? Per non aver avuto il coraggio di affrontare il Senato e raccontare la verità delle tue debolezze e dei tuoi errori, oggi, come un coniglio, fuggi ancora e ti nascondi. Un “Cesare” come te, preda di diabolici,  ma miserabili ed incapaci consiglieri, pensava davvero di conquistare Roma e diventare imperatore? Avevi creduto davvero che coloro che ti sobillavano e ti lodavano di falsi onori, ti avrebbero consentito di essere imperatore? E Tu, sprovveduto ingenuo, cadesti nella trappola ed tradisti, prima te stesso e poi il tuo impero. Tutto per la codardia di non affrontare la verità dinanzi al Senato, che, allora, forse ti avrebbe capito e perdonato. Povero miserabile! Ancora oggi, per il Popolo Romano, sei il simbolo del tradimento, della miseria umana, senza sentimenti e senza amore per la tua gente e la tua storia. Sei il traditore che si nascose tra le file del nemico, strumento nelle mani di incapaci generali che, come insetti infetti, colpiscono sempre le piante più deboli  impotenti di affrontare le grandi querce.  Sei, ancora oggi, un miserabile senza patria e senza onore! Ancora trema la tua mano, armata di pugnale, da quando cercasti di colpire alle spalle colui che ti aveva portato al suo fianco come un generale, ed ignorasti che, Cesare era a conoscenza delle tue trame e più di una volta ti aveva messo in guardia dagli impostori che tramavano contro l'Impero. Tutto per la codardia di non affrontare la verità dinanzi al Senato ed ammettere i tuoi errori.  Inquinasti con le tue miserie le colonie che dovevano a breve rafforzare l’Impero, portando anche lì miserabili menzogne, tradimenti e distruzione etica e politica. Ed ora? Ora che le Aquile spiccheranno il volo? Ora che le Legioni Romane sono pronte a marciare ed a radere al suolo tutto ciò che non sia Romano? Ora che L’Impero tornerà a risplendere sotto luce della Storia, Tu dove fuggirai? In quale parte del mondo nasconderai la tua coscienza e la tua dignità ed il tuo nome? Le ultime idi sono concluse ed il Nuovo Senato non ti consentirà più di essere ascoltato. E tu? Continuerai a fuggire ed a nasconderti tra le file dei nemici di Roma fin quando non sentirai la lama della spada della Giustizia pungerti la gola ed allora non vedrai il mio volto ma quello degli stessi nemici di Roma che, ridendo, inonderanno il tuo corpo… del tuo stesso sangue. Non gridare il mio nome….sarò troppo lontano per sentirti. Starò portando le aquile romane trionfanti nelle terre conquistate, rammaricato di non averti avuto al mio fianco ma certo di non essere più colpito alle spalle. Questo sarà sempre il destino di chi non ha più un Elmo né una Patria, né un Impero.”                                                                                     Cesare Augusto.