GIGI MANFREDI

IN SCENA "LA NAZARENA" DI GIGI MANFREDI


Il prossimo 9 maggio, alle 19.00, presso il Teatro Auditorium di Saviano, andrà in scena l’anteprima dell’opera “La Nazarena” di Gigi Manfredi, piece sulla condizione della Donna nel corso dei secoli. Pubblichiamo la recensione della spettacolo, a cura di Mauro Romano. ( dal  quotidiano IL NOLANO.IT Anno III Numero 106.Con la “Nazarena”, opera teatrale in atto unico, l’autore Gigi Manfredi intende portare in scena uno spettacolo dallo sfondo drammatico, certamente diverso dalle rappresentazioni “classiche”, perché va a toccare argomenti che da duemila anni separano la logica/scienza dalla religione/fede, senza ancora approdare a soluzioni univocamente condivise. Anzi, le svariate considerazioni sul tema finiscono per accentuare oltremodo il profondo dilemma che le differenti anime critiche della storia non riescono a sbrigliare, ponendo di volta in volta difformi soluzioni, spesso in contraddizioni tra loro. Per meglio dire l’opera si incentra sulla riflessione del contrastato ruolo della donna nel corso dei tempi. Il denominatore epocale comune è che, nonostante l’evoluzione sociale, intellettuale e scientifica, la donna resta in una condizione di disagio con i suoi atavici perché. E non solo per colpe proprie. Anzi! L’insegnamento della “Nazarena”, poiché non ancora recepito come messaggio esistenziale, viene, quindi, presentato in tutta la sua ancestrale crudeltà. Nello specifico, l’Autore non intende infondere soluzioni certe, definitive, indubbie…ma si prefigge di consegnare una riflessione “all’intelligenza, all’umanità e ai sentimenti degli spettatori”.Insomma, ci si aspetta, se non proprio una coinvolgente “catarsi”, almeno una partecipazione emotiva del pubblico che faccia meditare dentro e fuori dal ristretto proscenio teatrale. Il coinvolgimento di tale ambizione naturalmente viene affidata alla bravura degli attori. Soprattutto all’interpretazione: dalla bravissima attrice Valentina Sommese alla quale è affidata la reincarnazione della “Nazarena”. A impersonare il Cristo, o meglio la figura della fede terrena, sarà, invece, Giovanni De Filippis. Attraverso i monologhi della prima parte si portano all’attenzione del pubblico le sofferenze, le disillusioni e le mancate aspettative di ciò che la Donna cerca per la sua realizzazione. Si sottolinea altresì, attraverso un monito, l’infantilismo e l’egoismo maschile inteso a prevalicare alla rinfusa ogni segno di ribellione dell’altro sesso. Nella seconda parte, musicale e scenica, entra il messaggio implicito della “Nazarena” in una apoteosi musicale che sottolinea il momento delle Verità.                                                                                               Mauro Romano